Il film The Quake e la previsione dei terremoti

Nel film The Quake il geologo protagonista ipotizza che la previsione dei terremoti sia possibile: è davvero possibile? E in quali modi si può agire contro l’imprevedibilità degli eventi sismici?
MeteoWeb

The Quake-Il terremoto del secolo è un film norvegese del 2018 diretto da John Andreas Andersen che narra l’avventura di un geologo alla disperata ricerca di un modo per salvare la propria famiglia e la popolazione di Oslo, città che in base ai precursori sismici è destinata, secondo la sua ipotesi, a vedere presto un terribile terremoto.

Il film ipotizza che la previsione dei terremoti possa divenire realtà, ma questo è davvero plausibile? Cosa sono i terremoti? Come si misura la loro forza distruttrice? In quali modi si può agire contro l’imprevedibilità degli eventi sismici?

La trama di The Quake

Il geologo Kristian Eikjord dopo aver salvato centinaia di vite nella disastrosa frana del Geiranger vive in isolamento dopo aver divorziato dalla moglie Idun ed essere stato separato dai suoi figli Sondre e Julia che si sono trasferiti con la madre a Oslo.
Julia lo va a trovare per un fine settimana e scopre che il padre si sente in colpa per non aver salvato molte più vite nel disastro che tre anni prima l’ha visto diventare eroe nazionale.

Nel frattempo, muore un collega di Kristian e il geologo viene spinto a recarsi a Oslo per indagare sulle circostanze di questa morte. Nella capitale Kristian incontra Johannes il supervisore del suo collega, il quale lo rassicura sostenendo che non ci sia nulla di cui preoccuparsi, che sia tutto sotto il controllo di un nuovo sistema di monitoraggio sismico e che le preoccupazioni del collega non erano fondate.

Kristian continua nelle sue indagini e scopre i campioni dei carotaggi effettuati dal geologo deceduto e una mappa sui cui lo stesso aveva registrato una preoccupante attività sismica.

Il protagonista si reca nell’appartamento di Idun dove incontra il figlio Sondre che gli presenta timidamente la sua ragazza e ha modo di parlare con la sua ex moglie del loro matrimonio. Idun invita Kristian a presenziare al recital di ballo di Julia che si terrà il giorno dopo e in seguito il geologo tenta di comunicare le sue preoccupazioni alla ex moglie. In quel momento la seconda interruzione della corrente nel corso della stessa settimana evidenza potenziali problemi nel sottosuolo.

Il giorno successivo Kristian si reca nel tunnel in cui è morto il collega e recupera il campione che stava studiando il quale appare molto più fragile di come avrebbe dovuto essere, proprio in quel momento una massiccia interruzione della corrente lascia tutta la città al buio e pochi istanti dopo una spaccatura sismica distrugge il Teatro dell’Opera di Oslo, proprio il luogo in cui era in corso il recital di Julia.

Idun riesce a mettere in salvo la figlia che si è protetta rifugiandosi sotto un tavolo, Kristian arriva al teatro dell’Opera e trova Isud e Julia fortunatamente illese mentre polizia e ambulanze soccorrono le persone che fuggono dalla scena del disastro.

Kristian inizia a mettere in guardia Johannes sul fatto che la crescente attività sismica rappresenta un pericolo reale ma la distruzione del teatro viene attribuita alla carenza strutturale delle travi di sostegno dell’edificio.

Kristian confessa a Idun del suo timore di un imminente disastro e passa la notte con l’ex moglie. Il mattino seguente Kristian riceve un video del collega geologo che mostra come questi stesse usando alcuni topi per le proprie ricerche e che quei ratti erano morti a causa dell’esposizione a gas tossici.
Kristian giunge alla conclusione che un forte terremoto, della magnitudo probabile di 8,5 gradi della scala Richter, stia per abbattersi su Oslo proprio quel giorno e che il crollo che ha ucciso il geologo poteva essere proprio un movimento precursore di quello ben più imponente che minaccia di colpire la città.

Kristian corre disperatamente a salvare tutti i membri della propria famiglia ma non viene creduto dal figlio Sondre che non intende lasciare le lezioni universitarie, al padre non resta che chiama la polizia con il falso pretesto di un allarme bomba per far evacuare l’edificio. Trova anche la moglie Idun e fa scattare gli allarmi antincendio per far uscire tutti coloro che si trovano nello stesso hotel.

Una scia di fumo e di esplosioni intanto annuncia che il terremoto è in rapido avvicinamento e la prima onda d’urto si abbatte sui protagonisti separati gli uni dagli altri. L’edificio in cui si trovano Kristian, Idun e la figlia Julia, nel frattempo sopraggiunta, si inclina pericolosamente mettendo in pericolo la vita di tutti i protagonisti.

Idun muore drammaticamente cadendo nella tromba dell’ascensore nel quale si trova con Kristian che distrutto dalla perdita è più che mai deciso a salvare la figlia Julia. Riesce a trovarla ma mentre tentano di fuggire dall’albergo un’ultima scossa di assestamento spinge Julia in equilibrio precario su una finestra crepata, il padre riesce ad afferrarla un attimo prima che la finestra vada in frantumi e insieme lasciano finalmente l’albergo.

Kristian Julia e Sondre finalmente riuniti si recano nella loro vecchia casa di Geiranger in traghetto e il film si conclude con la notizia che da quel momento in poi in Norvegia si potranno utilizzare una serie di segnali indicativi che potranno mettere in guardia sui grandi terremoti futuri.

Cosa sono i terremoti

Un sisma è un evento naturale e imprevedibile che per definizione è costituito da una serie di rapide oscillazioni del suolo causate da un brusco rilascio di energia accumulatasi nel sottosuolo, in una zona compresa tra poche decine di metri e alcune centinaia di chilometri di profondità. Questa zona costituisce l’ipocentro del terremoto.

Il punto più vicino all’ipocentro in direzione immediatamente verticale ma sulla superficie terrestre costituisce invece l’epicentro. Le scosse che si propagano in tutte le direzioni a partire dall’ipocentro sono dovute alle deformazioni della roccia causate dalle onde sismiche.

Nella maggior parte degli eventi sismici, il terremoto è causato dallo scontro, che avviene in alcune zone del pianeta, tra i blocchi della crosta terrestre che prendono il nome di placche tettoniche.

Le zolle sono in continuo movimento e procedono lentamente le une contro le altre, provocando frizione e accumulo di energia elastica delle rocce. Nel momento in cui l’energia che si è accumulata supera il punto critico di resistenza delle rocce, si verifica una repentina e massiccia frattura che genera una serie di onde elastiche che sono appunto le onde sismiche che si propagano e vengono avvertite sulla superficie del pianeta.
Il punto di rottura in cui la roccia sottoposta a pressione è meno resistente viene detta faglia. La superficie sulla quale i due blocchi di crosta sottoposti a pressione scivolano l’uno sull’altro è invece detta piano di faglia.

L’intensità del terremoto è tanto più elevata quanto maggiore è la frattura che avviene nelle rocce interessate. Gli effetti sulle persone e sulle cose sono, tuttavia, costituiti da una serie di elementi come, la relativa profondità ipocentrale ma, soprattutto, la resistenza delle costruzioni umane alle sollecitazioni delle onde sismiche.

Nel corso di un evento sismico si possono verificare una scossa principale e una serie di scosse di minore intensità dette scosse di assestamento, termine tuttavia improprio poiché queste scosse non ottengono affatto l’effetto di assestare il terreno e possono durare settimane o addirittura mesi.
Nel momento in cui queste scosse si mantengono della stessa entità si può parlare di sciame sismico.

Come si calcola la potenza dei terremoti

La potenza di un sisma può essere calcolata essenzialmente in due modi differenti: si può scegliere di calcolarne la magnitudo, cioè l’energia sprigionata nell’ipocentro; oppure valutarne l’intensità, cioè saggiare gli effetti che quel particolare terremoto ha provocato sull’ambiente naturale o su quello antropico, cioè sulle strutture costruite dall’uomo.

La magnitudo, che rappresenta una precisa misura fisica dell’energia sismica, viene calcolata in pochi minuti attraverso i sismografi: gli strumenti che misurano, spostamento, velocità e accelerazione del suolo.

In Italia l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (l’ente di ricerca che si occupa dello studio dei terremoti e dei vulcani), dopo una prima misurazione preliminare che avviene grazie al sismografo più vicino all’ipocentro, mette insieme dati più precisi derivanti dal confronto tra le varie stazioni sismologiche diffuse in tutto il territorio nazionale.
Questo genera, ad esempio, una correzione dei dati della prima stima che spesso aggiornano, dopo 10 o 15 minuti, la magnitudine calcolata con una maggiore precisione proprio grazie al raffronto dei dati.

Per calcolare la magnitudo degli eventi sismici si utilizza l’internazionale Scala Richter che misura in valori che vanno da 0 a 13 gradi, dove ad 1,5 gradi può equivalere la scossa provocata dall’intensità dell’esplosione di una piccola carica da costruzioni edili; mentre 13 gradi sono quelli che verosimilmente furono provocati dallo scontro dell’asteroide che provocò l’estinzione dei dinosauri sulla terra.

Una seconda scala, tuttavia, valuta la ricaduta distruttiva del terremoto sulla base dei danni avvenuti. Si tratta della Scala Mercalli che si misura in valori che vanno da I a XII: dove I-II corrispondono alla semplice percezione strumentale; III-V includono una percezione crescente, reazioni di paura, la caduta di oggetti, ma nessun danno effettivo; V-VII identificano danni lievi agli edifici, in particolare su quelli costruiti senza il rispetto delle norme antisismiche; VIII-XI individuano crolli e distruzioni di una percentuale crescente di edifici; e XII sancisce uno sconvolgimento catastrofico (una precisazione vuole che storicamente questa tipologia non sia mai stata raggiunta da quando è stata creata la scala di valutazione).

Il vantaggio di questo tipo di misurazione è quello derivante dal fatto che non è sempre necessario adottare strumentazioni scientifiche e che la scala può essere applicata sulla base delle testimonianze storiche anche ad epoche molto distanti da quella attuale.

Allo stesso tempo la Scala Mercalli non costituisce una misura oggettiva dell’intensità di un terremoto poiché un sisma molto potente per magnitudine che si verifica in una zona desertica potrebbe avere un valore nullo in questa scala di riferimento; come al contrario un terremoto di media intensità in una zona altamente popolata in cui case, ponti e uffici non siano stati edificati seguendo la normativa antisismica, ad esempio un borgo medievale, potrebbe causare danni ingenti e quindi risultare in un posizionamento alto su questa scala di valutazione.

Prevedere i terremoti

È necessario premettere che le zone di attività sismica sono per lo più concentrate sulle linee di contatto delle placche tettoniche, là dove è minore l’equilibrio delle stesse. Le fratture superficiali che si trovano ad una profondità compresa tra 5 e 10 chilometri al di sotto della crosta terrestre e che sono come già accennato denominate faglie, rappresentano le zone in cui si originano i terremoti.

Per tale motivo, i terremoti, pur essendo un fenomeno imprevedibile e rimanendo del tutto improvvisi, solitamente avvengono con una certa ripetitività e con una certa frequenza nelle medesime zone che corrispondono alle fratture della crosta terrestre.

La tecnologia consente di comprendere l’esatto punto di origine di un terremoto analizzando le onde sismiche.
Queste sono di due tipi:

  • le onde P, o anche dette onde primarie, che sono le più veloci e viaggiano per dilatazione e compressione con gli stessi movimenti che è possibile osservare in una molla;
  • e le onde S, che costituiscono le onde secondarie. Queste ultime sono più lente e si propagano perpendicolarmente alla loro direzione allo stesso modo di come avverrebbe immaginando una coda che venga lasciata oscillare sui lati. Inoltre, non attraversano i liquidi e non causano compressione nelle rocce.

Nel momento in cui le onde primarie e secondarie raggiungono la superficie terrestre, si sviluppano altri due tipi di onde: le onde di Rayleigh, che sono simili a quelle che è possibile osservare quando si getta un sasso in uno specchio d’acqua; e le onde di Love, che provocano un’oscillazione del terreno sul piano orizzontale.

Incrociando tutti i dati e tutte le tipologie di onde sismiche che vengono restituiti dalle registrazioni dei sismografi, gli studiosi hanno la possibilità di comprendere la distanza dall’epicentro e quindi di stimare il punto di origine del terremoto.

Nonostante grazie alla tecnologia siano note le faglie e quindi le zone a più alto rischio sismico nonché le cause e la dinamica dei sismi, prevedere un terremoto ancora oggi si avvicina più alla fantascienza che alla realtà.

Esistono, tuttavia, alcune avvisaglie che possono definirsi dei “segni premonitori” che spesso, ma non sempre, rappresentano il preludio a un forte evento sismico.
Uno dei principali è la variazione nel livello dell’acqua della falda; un altro è la variazione del campo elettromagnetico o di quello elettrico, talvolta anche della radioattività naturale di una determinata zona.

In alcuni casi vi sono alcune scosse lievi che preludono a una scossa di maggiore intensità, tuttavia, il precursore sismico più attendibile che segnala la possibile imminenza di un terremoto pare possa essere l’emissione di gas radon nelle aree interessate.

Nessuno di questi segni ha però consentito ai geologi di elaborare un sistema di previsione che possa essere affidabile.

È però possibile prepararsi in anticipo considerando che l’Italia è una penisola sismica, che ha vissuto negli ultimi 1000 anni circa 3000 terremoti, 300 dei quali con effetti distruttivi. Questo può avvenire attraverso l’applicazione delle norme antisismiche negli edifici ormai molto efficaci ed abbondantemente testate e alla preparazione della macchina emergenziale dello Stato.

Ma è necessario anche impegnarsi individualmente ricorrendo a poche e necessarie informazioni come: essere informati sul rischio sismico della propria zona di residenza e del proprio edificio, imparare a riconoscere gli angoli sicuri della casa (quali i vani delle porte, gli angoli delle pareti, sotto il tavolo), sapere come si chiudono i rubinetti di acqua e gas in caso di emergenza, e allontanare i mobili pesanti dal letto in cui dormiamo.

Condividi