Una campagna vaccinale anti–Covid raffazzonata, un pasticcio, un fiasco, diventata una “sfida” per il primo ministro Draghi, che “cerca di riparare gli errori del governo precedente“: è questa l’attuale situazione in Italia dipinta dal Financial Times, in un articolo a firma di Miles Johnson, che fa il punto sulle somministrazioni nel nostro Paese, soffermandosi sulle criticità odierne e relazionandole alla strategia seguita nei mesi precedenti.
“Dopo che le autorità della regione Puglia in Italia hanno chiesto ad Antonio La Scala di condurre un audit su tutti coloro a cui era stato somministrato un vaccino contro il Coronavirus, i risultati lo hanno lasciato sotto shock. Delle 140mila persone nella regione che avevano ricevuto la somministrazione dopo essere state classificate come operatori sanitari prioritari, migliaia sembravano non avere legami con il settore sanitario,” ha ricostruito Johnson sulle pagine del Financial Times, riferendosi ai “furbetti” che hanno ricevuto dosi senza averne diritto.
La Puglia, prosegue Johnson “è forse l’esempio più vivido dell’implementazione disfunzionale di vaccinazioni che ha afflitto la terza economia più grande dell’UE da quando i vaccini anti-Covid-19 sono diventati disponibili all’inizio dell’anno. Alla fine della scorsa settimana, il 98% delle persone in Puglia di età compresa tra 70 e 79 anni stava ancora aspettando una prima dose, insieme a quasi la metà degli ultraottantenni“.
Il lobbismo, però, secondo Johnson, “non si è limitato alla regione meridionale della Puglia. Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio che include Roma, ha ammesso giovedì in un’intervista che ‘sono state ricevute pressioni’ per dirottare i vaccini verso diversi gruppi di interesse“. “Quando Draghi, ex capo della Banca centrale europea, aveva rilanciato la strategia vaccinale a febbraio con un appello agli italiani ad ‘aspettare il proprio turno’, solo due dosi su dieci somministrate nel Paese venivano somministrate a persone di età superiore ai 70 anni, secondo i dati del governo“.
“Entro il 20 febbraio, l’Italia aveva somministrato una singola dose di vaccino a solo il 6% delle persone di età superiore agli 80 anni. In Germania e in Francia, più di un quinto delle persone in quella categoria aveva ricevuto una prima dose entro la stessa data, secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e il Robert Koch Institute,” sottolinea Johnson.
Infine, l’articolo chiosa: “Giovedì Draghi ha riconosciuto il problema“, ma “con l’Italia che ha registrato 627 morti per Coronavirus mercoledì, il più grande aumento giornaliero dall’inizio di gennaio, gli esperti dicono che continua a pagare un prezzo pesante per la sua precedente strategia“.