Nostradamus e la sua fede in Dio di cui nessuno parla: la profezia su Padre Pio e il futuro ‘luminoso’ dell’umanità

Le quartine di Nostradamus sono intrise di concetti religiosi, con profezie molto positive sul futuro dell'umanità e riferimenti perfino a Padre Pio
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Il fascino delle quartine e delle profezie di Nostradamus sta tutto negli occhi di chi le legge, ma soprattutto di chi le interpreta. Si può credere o no a delle ‘premonizioni’, o se vogliamo previsioni, non supportate da alcuna evidenza scientifica, ma crederci è una scelta, come una scelta è provare a verificarne l’attendibilità.

Più volte i detrattori di Michel de Nostredame, l’Astrologo Provenzale, hanno additato le quartine come criptiche e soprattutto, essendo considerate ‘vaghe’, vengono viste come adattabili a diversi eventi in base alle necessità. Ma d’altronde si tratta di uno studioso vissuto oltre cinque secoli fa, e non ci si può aspettare un linguaggio e un approccio moderni, soprattutto ad una materia come quella dell’astrologia, che non è sempre di facile fruizione. Come spiega Matteo Ciuffreda – esperto conoscitore delle opere di Nostradamus, che da tempo offre alla nostra redazione le sue interpretazioni delle quartine – spesso l’astrologo “viene descritto sempre come ermetico, catastrofista e incomprensibile, al contrario il bistrattato Michel de Notredame, enigmatico veggente astrologo e medico è nelle sue affascinanti Quartine molto chiaro, più avventuroso di qualsiasi romanzo, più ricco di qualsiasi poesia e assume un gran numero di superlativi per la ricchezza dei dettagli. Come esempio vi cito la Profezia/Dedica a Padre Pio, il Santo e Profeta del Gargano amante degli ammalati, indicato in C. IX Q. 62 con l’anagramma di “OPPI” (per trasposizione P.Pio)“.

“Ma vi sono altre Profezie, non legate a catastrofi, guerre, conflitti, epidemie e fatti luttuosi, che dimostrano una profonda “professione di Fede” del Profeta provenzale – spiega ancora Ciuffreda -. Quartine/profezie mai citate dagli Interpreti di Nostradamus forse perché non avrebbero attirato e trasportato alla lettura il pubblico, più ipnotizzato da tristi predizioni di carattere trash e da tragici cataclismi”. Lo stesso Nostradamus, d’altronde, definisce i suoi versi come “Quartine astronomiche di profezie, sebbene solo Dio Eterno sia il solo che conosce la luce della sua eternità e le future vicende previste dal Verbo” (Dal verso XXXV Epistola al figlio Cesare 1 marzo 1555).

Ecco dunque l’analisi di cinque quartine cristiane ad opera di Ciuffreda. Si tratta di dediche, fra le più belle e semplici dell’astronomo provenzale.

Per l’analisi delle 5 profezie – spiega Ciuffreda – utilizzerò la 1^ edizione del 30 Aprile 1555 pubblicata a Lyon da Macè Bonhomme, di cui esistono solo due copie: la 254154-A esemplare di Vienna con 353 quartine, la 12426 R chiamata 1555A di Albi (FR) fondo Rochegudee, la mia copia originale del 1596-97 di Benoist Rigaud di Lyon, di cui sono certificate solo due copie al mondo, appartenuta all’Archeologo Peruviano Daniel Ruzo, uno dei più grandi biografi di Nostradamus, poi passato al Dott. Mario Gregorio di Milton Keyton- Londra. Questa copia è considerata la più attendibile fra tutte le Edizioni complete delle X centurie pubblicate fra il 1558 ed il 1597 da Benoist Rigaud di Lyon”.

Da diversi anni l’interesse da cristiano esegeta di Nostradamus di Matteo Ciuffreda è andato al “Prologo del Vangelo di Giovanni 1,1-18“, uno dei brani più difficile e complesso trai Vangeli. Filosofi, teologi, accademici, cristologi e studiosi cristiano e non si sono avvicendati nello studio e interpretazione di questo brano, che rappresenta “La melodia di un canto così armonioso che ti avvolge e subito ti conduce in una dimensione misteriosa” (Don Walter Magni).

Come ci racconta l’esegeta, “il Prologo del vangelo secondo Giovanni rappresenta il terrore di chi deve fare l’omelia domenicale, data la complessità dei concetti, infatti per migliaia di anni, teologi, filosofi, critici, scrittori intellettuali, si sono spaccati la mente per cercare di comprendere questo poema criptico, sfuggente che appartiene al Nuovo Testamento, ma che rappresenta una realtà  unica, differente, non solo da qualsiasi altro brano della Bibbia, ma senza eguali in tutta la letteratura di ogni tipo”, sottolinea Ciuffreda. Il Testo del Prologo di Giovanni è come un concerto, in cui l’Evangelista riassume e anticipa tutta la sua Opera: “è un “inno” alla Parola, una poesia  una miniera, un condensato così forte che è tanto bello da leggere, ma difficile da spiegare” (P. Clerici e S. Fausti ) .

Per Ciuffreda, Giovanni è qualcosa di molto complesso, che quasi allontana, mette soggezione: “un Nostradamus Evangelista”. Di seguito la sua analisi:

Versione C.E.I.
GIOVANNI 1,1,-18

1 In principio era il Verbo (Logos )
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio
………………………………………
…………………………………………..
4 in lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini
5 la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta
……………………………………………..
___-___-___-___-____-___-___-___-___

Io inizierò l’ analisi dei primi 5 versi, confrontandoli con Nostradamus.
Dio sta in Principio, le sue radici le sue origini sono Divine, nulla di quanto esiste è estraneo a questo
orizzonte. In principio non sta il caos, ma un principio divino (l’origine divina di Gesù).
E tutto quello che deriva da questo principio divino è marchiato della sua impronta .
Questo fiume d’amore divino scorre da principio .

Questo Prologo ci presenta il protagonista del Vangelo: il VERBO-PAROLA- LOGOS, ovvero un preludio dove vengono toccati il tema della Vita, della Speranza e della Luce come descritto da Nostradamus (vedremo in seguito).
Filone d’Alessandria ha dato il concetto di Logos identificabile con Gesù, come incarnazione del Logos Divino che formò l’Universo, infatti insiste nell’intero libro, che come “VERBO”, Gesù è Dio in autorivelazione (Luce e Vita, e la sua vita è tutta donata agli Uomini a cui racconta il Padre Dio, in greco infatti per “raccontare” c’è “ESEGESI”, che vuol dire “Tirare fuori” .

In Principio era il Verbo, cioè prima ancora di creare il cielo e la terra, Dio aveva in mente un “Progetto“. Verbo significa una Parola, una parola creatrice che realizza il progetto di Dio nella creazione.

Questa Parola continuamente interpellava Dio perché arrivasse a realizzarlo.
La Parola/Verbo è ciò che da’ l’esistenza all’Uomo, perché l’Uomo vive della parola, la parola é Luce in ogni uomo.

Infatti nella C. III Q. 2
LE DIVIN VERBE DONRRA’A LA SUSTANCE
COMPRINS CIEL TERRE,OCCULT AU FAIT MYSTIQUE
CORPS,AME ,ESPIRIT,AIANT TOUTE PUISSANCE
TANT SOUS SES PIEDS, COMME AU SIEGE CELIQUE

IL DIVINO VERBO DONERA’ LA SOSTANZA , dal greco: “ciò che sta sotto“, Materia- SUBTANCE POTENZA UNIVERSALE da Platone, Aristotele, ciò che permane come sostrato nel divenire dei mutamenti (Notare come anticipa, Nostradamus, il Concilio di Trento 1563).

Il Divino Verbo donerà la VITA, la LUCE .
La Parola è Luce in ogni Uomo
Ma anche il Figlio di Dio che si presenta nell’Eucarestia (Giorgi Nostradamus Svelato 1995).
Il Figlio di Dio con la sua Potenza conferirà all’Uomo la possibilità di partecipare alla conoscenza dei misteri spirituali e del “Divenire” .
Tutto partirà da Lui fino al “Seggio Celeste”.

Infatti nell’ Epistola al figlio Cesare, datata 1° Marzo 1555 Nostradamus scrive che, impiegando il tempo in veglie notturne, riferisce per iscritto, di quanto, la “Divina Essenza” (Sustance), attraverso le Rivoluzioni Astronomiche gli ha consentito di Conoscere, la Potenza di Dio che ci ispira per astronomiche osservazioni ispirati dalla Divinità e dotati di Spirito profetico.

Giovanni diceva invece:
IL VERBO AVEVA QUALITA’ DIVINA era essa stessa un essere Divino, era un Dio, apparteneva alla sfera celeste (la natura divina della parola era la stessa della natura di Dio).
Impressionante somiglianza, ed in effetti Nostradamus conosceva molto bene la Bibbia.
Questa è una delle quartine che non descrivono guerre o disgrazie, ma prevede un luminoso futuro spirituale dell’Umanità: per cui il Divino non sarà prerogativa di pochi eletti, ma diventerà realtà quotidiana per ogni individuo.

Ancora nella C. II Q.27- 1
LE DIUIN VERBE FERA DU CIEL FRAPPE’
IL DIVINO VERBO dono dal/del Cielo, foggiato dal cielo, creato

MECCANICA QUANTISTICA
Con la Fisica Teorica e si ribadisce la Teoria Ondulatoria della Luce, per mezzo delle Equazioni di Maxwell ( XIX sec. ) , semplificando sono Equazioni Differenziali alle derivate parziali, cioè equazioni con più variabili ed in più dimensioni poi utilizzate da Einstein per la stesura della Relatività. Utilizzate anche dal Fisico matematico Ricci Curbastro di Lugo (1880). In sostanza la Teoria Quantistica dell’esistenza del Fotone/Quanto (studi di Max Plank) come elemento della teoria dell’unificazione del campo elettrico e quello magnetico (Elettromagnetismo classico) per passare poi alla Relatività !

LUCE= PAROLA= LOGOS= VITA= ONDA ELETTROMAGNETICA = FOTONE = QUANTO
LA PAROLA E’ LUCE/VITA IN OGNI UOMO: Onda sinusoidale in tante dimensioni nello Spazio-Tempo.

Ma proprio di “^v^ ONDA ^v^ Nostradamus parla nella :
C.VII Q. 36-1
DIEU, LE CIEL TOUT LE DIUIN VERBE A L’ ONDE
DIO ,IL CIELO TUTTO IL VERBO DIVINO ALL’ ONDA

“Affascinante vero?” ci chiede Ciuffreda, che prosegue:

C.II Q. 13-3
L’ ESPRIT DIUIN SERA L’ AME FELICE
VOIANT LE VERBE EN SON ETERNITE’
VEDENDO IL VERBO NELLA SUA ETERNITA’

Cioè il Verbo presente da sempre “ERA” e per sempre, per l’Eternità .

EN ARCHE’ EN HO LOGOS
KAI HO LOGOS EN PROS TON THEON
IN PRINCIPIO “ERA “( En ) IL VERBO

Giovanni/(Nostradamus) indica che il Verbo esisteva prima che ci fosse qualsiasi inizio, prima di ogni cosa. Il verbo pre-esisteva ad ogni cosa. Era la causa prima, fin dal principio dei tempi.

Ed è proprio nel verbo “EN” in greco, che si esprime il concetto di ETERNITA’ .
In pratica prima che esistesse il tempo, il Verbo “Era” :
il Verbo pertanto Era ed “E” fuori dal tempo, è Eterno.

I Vangeli sono stati scritti in lingua greca, mentre l’Antico Testamento è stato scritto in Ebraico, il Nuovo T. e quindi i Vangeli in greco, poiché era la lingua commerciale dell’epoca , come oggi è l’ inglese, spiega ancora Ciuffreda. Il termine riportato da Nostradamus “En” è perciò in lingua provenzale ,ma anche in greco, non è una casualità, perché Nostradamus scrive contemporaneamente anche in greco, latino ed italiano .

La ricchezza inesauribile della parola/verbo che sta e starà in principio e per Sempre, per l’Eternità, come dice l’astrologo.
Questa parola che è testimoniata da tutti i Profeti .

La Parola Giovannea offre ricche possibilità cristologiche. Le parole procedono da un interlocutore, essendo una sorta di estensione dell’interlocutore. D’altra parte, una Parola è distinta da colui che la pronuncia (La Parola era con Dio).
Il Logos-Figlio preesisteva Eternamente, Dio non è mai stato senza il Verbo. (C.II Q.13-4 L’ Esprit diuin fera l’ame felice ).

Per finire vi riporto :
C.IV Q. 5
CROIX PAIX, SOUS UN ACCOMPLI DIVIN VERBE
CROCE DI PACE SOTTO IL PERFETTO DIVINO VERBO

Cioè il Divino Verbo è il Figlio di Dio presente nel santo sacramento (Eucarestia) .

Papiro 66

“Concludendo ricordo che il Prologo Giovanneo o Inno al Logos/Verbo Divino/Parola è stato anche trovato nei reperti risalenti all’a. 200 del “PAPIRO 66” detto anche Papiro Bodmer II, attualmente conservato a Ginevra – precisa Ciuffreda -.
Concludendo questo affascinante studio, ribadisco che Giovanni è qualcosa di molto complesso, che un po’ allontana, mette soggezione a chi vuole affrontarlo, ma è così sublime e così semplice, che quasi sembra non ci sia nulla da spiegare, come è difficile illuminare la luce, esattamente come Nostradamus”.

Fatevi guidare da queste cinque Profezie – è l’invito finale dell’esegeta studioso di Nostradamus -. Ci indicano la Strada l’Evangelista Giovanni e nello stesso identico modo, il Grande Astronomo/Profeta Nostradamus, che io annovererei fra i Profeti minori della Bibbia: in Lui vi è una grande Professione di Fede, anche se non riconosciuta per egoismi e superficialità insiti nell’uomo”.

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