Ottenuta l’evidenza di un fenomeno non previsto dall’attuale teoria di riferimento della fisica, il Modello Standard, e che potrebbe aprire una finestra sulla ‘nuova fisica‘. Il risultato e’ annunciato dal Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab) di Batavia (Chicago) ed e’ stato ottenuto dalla collaborazione internazionale ‘Muon g-2′, cui l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Pubblicato su Physical Review Letters, il risultato e’ “l’indizio piu’ solido della possibile presenza di nuova fisica”, ha detto all’ANSA uno dei promotori dell’esperimento, Graziano Venanzoni, della sezione Infn di Pisa. “Oggi e’ un giorno straordinario e atteso da molto tempo da tutta la comunita’ nternazionale della fisica delle particelle”, ha detto Venanzoni, che e’ anche co-portavoce dell’esperimento con Chris Polly, del Fermilab.
“Il nostro esperimento non solo ha confermato il risultato di Brookhaven – ha detto Venanzoni – ma insieme al precedente ha rafforzato l’evidenza della possibile presenza di nuova fisica.” Combinando la nuova misura dell’esperimento Muon g-2 con quella ottenuta a Brookhaven e’ stato raggiunto uno scarto di 4,2 deviazioni standard, valore vicino alle 5 deviazioni standard necessarie per formalizzare la scoperta. A differenza di quanto avviene nell’acceleratore Lhc del Cern, dove si cercano le nuove particelle prodotte dalle collisioni fra i protoni, nel Fermilab le nuove particelle si cercano nel vuoto quantistico in modo indiretto, ossia si osservano gli effetti che producono sulle proprieta” delle particelle note. In particolare si e’ osservato che cosa accade alla proprieta’ del muone chiamata g-2, che risulta diversa da quella prevista dal Modello Standard. La discrepanza potrebbe essere dovuta a particelle o forze di nuova natura. Per gli esperti del Fermilab e’ “la piu’ forte evidenza che il nostro migliore modello teorico del mondo subatomico e’ incompleto”. L’esperimento sta raccogliendo e analizzando i nuovi dati per un’ulteriore conferma dei risultati appena raggiunti.
Per una simulazione su Nature, la nuova fisica è ancora lontana
Lo stesso gruppo di Fodor osserva che il suo lavoro non è concluso: “Non e’ finita qui: sono attese a breve misure sperimentali nuove e precise del campo magnetico del muone“. E’ quindi il momento di fare nuovi calcoli e “se quelli fatti finora risulteranno corretti e se le nuove misure non modificheranno cio’ che stiamo vedendo, non avremo bisogno di chiamare in causa la nuova fisica per spiegare il comportamento del campo magnetico del muone: sara’ sufficiente il Modello Standard. Sebbene la prospettiva di trovare una nuova fisica sia senz’altro eccitante, lo e’ ugualmente osservare una sintonia fra teoria ed esperimento”. I risultati dovranno adesso essere confrontati con quelli ottenuti da altri gruppi di ricerca” ed eventuali discrepanze “dovranno essere approfondite e comprese”. Senza dubbio, secondo Fodor “abbiamo davanti a noi anni entusiasmanti“.