“Occhi” puntati sul mare che “bolle”: una boa INGV controllerà i camini vulcanici nel mare di Panarea

Per monitorare il fenomeno del mare che "bolle", l'INGV ha posizionato una boa che terrà sotto controllo i camini vulcanici sui fondali di Panarea
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Nei fondali di Panarea è stato scoperto un sito idrotermale, con oltre 200 camini vulcanici al largo di Basiluzzo, da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Cnr, dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e dall’Ingv, in collaborazione con la Marina Militare, le Università di Messina e di Genova e l’Istituto per l’ambiente marino costiero: per monitorare il fenomeno del mare che “bolle”, l’Ingv di Palermo ha posizionato una boa tipo Meda elastica, il cui scopo è controllare questi camini vulcanici sui fondali di Panarea.
L’apparecchiatura è stata collocata al largo dell’isola eoliana per fornire servizi all’osservatorio sottomarino dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ed a tutta la comunità scientifica: il modulo sottomarino, equipaggiato con sensori geofisici ed oceanografici, è collegato tramite cavo ad una boa e connesso in tempo reale tramite ponte radio al centro di acquisizione dati. La boa dotata di sistema di alimentazione ed è strutturata in modo da rendere agevole la connessione a sensori ubicati in mare.
Si tratta di decine di strutture a forma di cono, composte soprattutto da ossidi di ferro, che presentano un’altezza variabile da 1 a 4 metri e una base con diametro medio di circa 3.8 metri, alcune di queste bocche emettono fluidi acidi, ricchi di gas, in prevalenza anidride carbonica. Una struttura così estesa e complessa non trova eguali in Mediterraneo ma solo in alcune aree oceaniche,” ha spiegato Federico Spagnoli, dell’Ismar-Cnr.

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