Pioggia di cenere sull’isola caraibica di St. Vincent, avvolta da un forte odore di zolfo dopo una potente esplosione del vulcano La Soufrière che ha costretto all’evacuazione migliaia di persone. Le nazioni caraibiche, tra cui Antigua e Guyana, hanno offerto aiuto inviando rifornimenti di emergenza o aprendo temporaneamente i loro confini ai circa 16mila sfollati in fuga dalle aree coperte di cenere con tutti gli effetti personali che potevano trasportare in valigie e zaini.
Il vulcano, la cui l’ultima eruzione rilevante risale al 1979, ha continuato a produrre boati e gli esperti hanno avvertito che le esplosioni potrebbero continuare per giorni o settimane. Una precedente eruzione nel 1902 ha provocato la morte di circa 1.600 persone.
Il solito paesaggio verde lussureggiante è diventato grigio e cupo, con le persone che lasciavano impronte mentre camminavano nella cenere. Il primo ministro Ralph Gonsalves ha detto a NBC Radio, una stazione locale, che i funzionari stavano cercando di capire come rimuoverla. “È difficile respirare“, ha detto Gonsalves, che ha chiesto alla popolazione di mantenere la calma, avere pazienza e continuare a proteggersi dal Coronavirus mentre confermava che non sono stati segnalati morti o feriti dopo l’eruzione nella punta settentrionale dell’isola, parte di una catena che comprende le Grenadine e ospita più di 100.000 persone.
Secondo Gonsalves, a seconda dei danni causati dall’esplosione, potrebbero essere necessari fino a 4 mesi prima che la vita torni alla normalità.
La Soufrière in precedenza ha fatto registrare un’eruzione effusiva a dicembre, spingendo esperti di tutta la regione a raggiungere l’area e studiare sul campo l’attività.
Nei Caraibi orientali vi sono 19 vulcani attivi, di cui due sottomarini vicino all’isola di Grenada.