Uno studio del Potsdam Institute (Pik) ha valutato l’impatto climatico del riscaldamento globale sui monsoni. Secondo i risultati, ad ogni grado Celsius in piu’ delle temperature potrebbe corrispondere un aumento dei monsoni del 5%, che diventerebbero quindi piu’ abbondanti e variabili, in tempi piu’ rapidi del previsto, minacciando la sopravvivenza e l’esistenza di un miliardo di abitanti in India.
Il problema, avvertono gli studiosi, non e’ solo l’aumento quantitativo dei monsoni, quanto la crescente irregolarita’ delle piogge che rendono le stagioni sempre piu’ variabili ed imprevedibili. Per gli esperti, troppa acqua, oppure troppo poca, mettono direttamente a rischio le colture che forniscono cibo al secondo Paese piu’ popoloso al mondo e contribuiscono al 20% del Pil. Il riso, ad esempio, una delle principali fonti di sostentamento nel subcontinente indiano e’ altamente sensibile ai cambiamenti delle precipitazioni. Le colture necessitano di molta acqua soprattutto durante il periodo iniziale di crescita, ma troppo poca o troppo in una volta puo’ danneggiare le piante. Il settore agricolo indiano dovra’ quindi adattarsi a questa variabilita’ delle piogge monsoniche, oltre che a periodi prolungati di siccita’.
Lo studio del Pik ha anche confermato che i comportamenti umani possono contribuire a rallentare questo andamento negativo. Il primo indicatore sul quale intervenire, hanno sottolineato i ricercatori, sono le emissioni di CO2. “In condizioni di cambiamento climatico ininterrotto, l’effetto CO2 e’ di gran lunga quello piu’ forte, all’origine del cambiamento del monsone, dominante su tutti gli effetti naturali e quelli prodotti dall’uomo“, ha detto alla Cnn Devinder Sharma, esperto di politica agricola, ricordando che la storia ha gia’ mostrato come l’uomo sia in grado di influenzare l’intensificarsi delle precipitazioni.