Non c’è pace per Saint Vincent. La piccola isola caraibica già messa in ginocchio dalle eruzioni del vulcano La Soufriere, che l’hanno ricoperta di cenere con effetti devastanti su strutture e agricoltura, ora deve fare i conti anche con i danni provocati da piogge torrenziali, frane e alluvioni. Le autorità dichiarano che non ci sono vittime o feriti dopo il diluvio che ha colpito l’isola per ore, con alcune aree che hanno ricevuto fino a 125mm di pioggia. Altri 50mm di pioggia saranno possibili nelle prossime ore.
Il forte maltempo ha provocato danni ai tetti delle abitazioni e ad alcuni ponti, mentre alcune strutture sono state distrutte dalle frane e dalle alluvioni e ci sono importanti accumuli di fango (vedi foto della gallery scorrevole in alto e video in fondo all’articolo). Nella capitale Kingstown, i problemi sono limitati all’alto livello raggiunto dall’acqua.
Questi problemi arrivano dopo una serie di eruzioni del vulcano La Soufriere iniziate il 9 aprile, che hanno imbiancato parti dell’isola con uno spesso strato di cenere. Oltre 20.000 persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni, mentre le forniture di acqua ed elettricità sono state interrotte.
Roderick Stewart, sismologo del Centro per la ricerca sismica dell’University of the West Indies, ha dichiarato che sono state registrate indicazioni di lahar, ossia pericolose frane di cenere vulcanica in rapido movimento, trasformata in fango dalle forti piogge. I lahar hanno la consistenza del cemento fresco e nella loro discesa dalle pendici di un vulcano trasportano con sé anche rocce e vegetazione. Questi lahar potrebbero aver causato molti danni al passaggio dal vulcano fino al mare, spiega l’esperto.
Stewart, infine, ha affermato che il vulcano sembra essere relativamente calmo al momento: “Sembra che stia tornando indietro – non direi a dormire, perché è un po’ ottimista – ma sembra che si stia calmando”.