SARS-CoV-2: scoperto un nuovo anticorpo monoclonale che protegge dal virus e dalle sue varianti

Nell’ambito dell’attività del progetto di ricerca ATAC, è stato sviluppato un anticorpo monoclonale in grado di proteggere dal virus SARS-CoV-2 e dalle sue varianti
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La pandemia da COVID-19 ha stimolato notevoli sforzi per sviluppare contromisure efficaci contro SARS-CoV-2. Dati preclinici e studi clinici di fase 3 indicano che gli anticorpi monoclonali potrebbero essere efficacemente impiegati per la prevenzione o il trattamento durante la fase dei sintomi virali della malattia. I cocktail di due o più anticorpi monoclonali vengono preferiti rispetto ad un singolo anticorpo, in quanto questi cocktail determinano una maggiore efficacia e la prevenzione della fuga virale. Tuttavia, questo approccio richiede maggiori costi e volumi di produzione, difficili in un momento in cui la catena di approvvigionamento è sotto pressione per soddisfare l’alta domanda di agenti terapeutici contro il COVID-19, vaccini e biofarmaci in generale. I cocktail complicano anche la formulazione e ostacolano le strategie, come il rilascio degli anticorpi tramite vettori virali o acidi nucleici non vettoriali. Un’alternativa è utilizzare molteplici anticorpi specifici, che hanno i vantaggi dei cocktail e delle strategie monomolecolari”.

Lo scrive un team di ricercatori europei, tra cui esperti della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature, in cui viene riportato lo sviluppo di un anticorpo monoclonale in grado di proteggere dalle varianti di SARS-CoV-2. Il team ha progettato “anticorpi bispecifici” in grado di “legarsi simultaneamente ai siti indipendenti dello stesso dominio che lega il recettore (RBD) e RBD distinti su un trimero spike (S)”, spiegano i ricercatori. Dallo studio è emerso che CoV-X2 è il neutralizzatore più potente dello pseudovirus SARS-CoV-2. CoV-X2 è un anticorpo bispecifico di derivazione umana, risultato della combinazione del frammento che lega l’antigene (Fab) degli anticorpi monoclonali C121 e C135, che sono due potenti neutralizzatori di SARS-CoV-2. “Le previsioni strutturali hanno dimostrato che CoV-X2 può legarsi in maniera bivalente a tutte le conformazioni sul trimero S, che previene il legame del recettore ACE2”, si legge nello studio.

coronavirus ricerca anticorpiInoltre, CoV-X2 neutralizza i ceppi del virus SARS-CoV-2 che non contengono grandi mutazioni e le sue varianti più preoccupanti, come quella britannica, sudafricana e brasiliana. I ricercatori hanno anche scoperto che in un modello murino dell’infezione da SARS-CoV-2 con infiammazione polmonare, CoV-X2 protegge i topi dalla malattia e sopprime la fuga virale. Questo approccio, dunque, giudicato fattibile ed efficace, combina i vantaggi dei cocktail di anticorpi con quelli degli approcci monomolecolari.

La notizia è stata rilanciata dalla Commissione Europea, ente finanziatore del progetto di ricerca che attraverso il commento di Mariya Gabriel, (Commissario per l’istruzione, gioventù, sport e cultura della Comunità Europea) ha espresso molta soddisfazione per il risultato: “Grazie al lavoro dei ricercatori finanziati dall’UE, questa nuova scoperta potrebbe prevenire e trattare i casi di COVID-19, salvando delle vite”.

“L’anticorpo è stato sviluppato nell’ambito dell’attività del progetto di ricerca ATAC (Antibody Therapy Against Coronavirus), finanziato dall’European Research Council (ERC)”, spiega Fausto Baldanti, responsabile del Laboratorio di Virologia Molecolare del San Matteo. “Fanno parte del consorzio di ricerca, oltre al Policlinico di Pavia, anche il Karolinska Institutet, Stoccolma in Svezia, l’Istituto di Ricerca in biomedicina di Bellinzona in Svizzera, l’Università di Braunschweig in Germania e il Joint Research Center della Commissione Europea. Ha collaborato anche la Rockfeller University di New York. Il progetto di ricerca si proponeva di sviluppare un’immunoterapia contro il COVID-19 sfruttando tre diversi approcci per massimizzare le possibilità di successo e sfruttare i vantaggi di ciascun approccio. Il primo approccio è consistito nella «immunoterapia con plasma iperimmune», sviluppato principalmente a Pavia. Il secondo approccio, «immunoterapia con gamma-globuline», è stato seguito dal Karolinka Institutet di Stoccolma. L’approccio “immunoterapia mediante anticorpi monoclonali» è stato sviluppato dalla Technische Universität Braunschweig, e dall’IRB di Bellinzona. Quest’ultimo, ha avuto successo nel generare anticorpi monoclonali umani altamente reattivi. Le caratteristiche biologiche e l’efficacia degli anticorpi monoclonali cosi prodotti sono state definite dal nostro gruppo di ricerca presso il San Matteo”, conclude Baldanti.

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