Spazio: nuovi “occhi” individueranno oggetti in rapido movimento che si avvicinano alla Terra, il telescopio TBT2 a caccia di asteroidi pericolosi [FOTO]

Spazio: un nuovo telescopio all'Osservatorio di La Silla dell'ESO si unisce allo sforzo di proteggere la Terra da asteroidi pericolosi
Nuovo telescopio eso
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All’interno dello sforzo mondiale per scansionare il cielo e identificare oggetti pericolosi che si avvicinano alla Terra, il Test-Bed Telescope 2 (TBT2) dell’Agenzia spaziale europea, un dimostratore tecnologico ospitato presso l’Osservatorio di La Silla dell’ESO in Cile, è stato messo ora in funzione. Operando in sinergia con il telescopio partner nell’emisfero settentrionale, TBT2 terrà d’occhio il cielo alla ricerca di asteroidi che potrebbero rappresentare un rischio per la Terra e nello stesso tempo verificherà il funzionamento di hardware e software per una futura rete di telescopi pensata allo stesso scopo.

Per poter calcolare il rischio rappresentato da oggetti del Sistema Solare potenzialmente pericolosi abbiamo innanzitutto bisogno di un censimento di questi oggetti. Il progetto TBT è un passo in quella direzione“, afferma Ivo Saviane, il responsabile di sito all’Osservatorio di La Silla dell’ESO in Cile.

Credit: F. Ocaña/J. Isabel/Quasar SR

Il progetto, una collaborazione tra l’ESO (European Southern Observatory) e l’ESA (European Space Agency o Agenzia spaziale europea), “è un banco di prova per dimostrare le capacità necessarie per rilevare e seguire oggetti in orbite vicine alla Terra con lo stesso sistema di telescopi“, aggiunge Clemens Heese, capo della sezione di tecnologie ottiche dell’ESA, a capo del progetto.

Il telescopio da 56 cm installato all’Osservatorio di La Silla dell’ESO e TBT1, la sua identica controparte situata nella stazione a terra dell’ESA per il collegamento con lo spazio profondo a Cebreros in Spagna, fungerà da precursore della rete di telescopi pianificata, “Flyeye”, un progetto a parte che l’ESA sta sviluppando per sorvegliare e seguire gli oggetti in rapido movimento nel cielo. Questa futura rete sarà interamente robotica; il software eseguirà la schedulazione in tempo reale delle osservazioni e, a fine giornata, riporterà le posizioni e altre informazioni sugli oggetti rilevati. Il progetto TBT è stato ideato per dimostrare che il software e l’hardware funzionino come previsto.

L’inizio delle osservazioni di TBT2 a La Silla consentirà al sistema di osservazione di funzionare nella configurazione prevista a due telescopi, raggiungendo finalmente gli obiettivi del progetto“, dice Heese.

Credit: I. Saviane/ESO

Sebbene gli impatti di asteroidi seriamente dannosi sulla Terra siano estremamente rari, non sono da escludere completamente. La Terra è stata periodicamente bombardata da asteroidi grandi e piccoli per miliardi di anni, e l’evento meteorico del 2013 a Chelyabinsk, che ha causato circa 1600 feriti, la maggior parte a causa di schegge e vetri rotti, ha ulteriormente aumentato la consapevolezza del pubblico della minaccia rappresentata dagli oggetti in orbita vicina alla Terra. Oggetti più grandi fanno più danni, ma sono fortunatamente più facili da individuare e le orbite dei grandi asteroidi noti sono già state studiate a fondo. Tuttavia, si stima che ci siano un gran numero di oggetti più piccoli ma non ancora scoperti di cui non siamo a conoscenza che potrebbero causare gravi danni se dovessero colpire un’area molto popolata.

È qui che entrano in gioco TBT e la rete di telescopi Flyeye in progetto. Una volta pienamente operativa, la rete è progettata per consentire di esaminare il cielo notturno per tracciare oggetti in rapido movimento, un progresso significativo nella capacità dell’Europa di individuare oggetti potenzialmente pericolosi in orbite vicine alla Terra.

TBT fa parte di un continuo sforzo inter-organizzativo per definire un quadro più completo di questi oggetti e dei potenziali rischi che pongono. Questo progetto si basa sul precedente coinvolgimento dell’ESO nella protezione della Terra da oggetti potenzialmente pericolosi in orbite vicine alla Terra. Sia l’ESO che l’ESA sono attivi nell’International Asteroid Warning Network, approvato dalle Nazioni Unite, e molte osservazioni di questi oggetti sono state eseguite con i telescopi dell’ESO. Il New Technology Telescope dell’ESO a La Silla, per esempio, è stato utilizzato per le osservazioni di piccoli asteroidi in orbite vicine alla Terra a sostegno del progetto europeo NEOShield-2.

Credit: F. Ocaña/J. Isabel/Quasar SR

La collaborazione inter-organizzativa in corso tra ESO ed ESA è particolarmente significativa per lo studio degli oggetti in orbite vicine alla Terra. Sebbene TBT sia il primo progetto di telescopio realizzato nell’ambito di un accordo di cooperazione tra le due organizzazioni, l’ESO aiuta l’ESA a tracciare oggetti potenzialmente pericolosi a partire dal 2014, utilizzando il Very Large Telescope all’Osservatorio del Paranal per osservare oggetti molto deboli. Questi sforzi combinati rappresentano un significativo balzo in avanti per la ricerca e la gestione degli asteroidi in tutto il mondo e si sono già dimostrati utili per escludere collisioni di asteroidi con la Terra.

L’installazione e la prima luce del TBT2 presso l’Osservatorio di La Silla dell’ESO sono state realizzate in condizioni di salute e sicurezza rigorose. Gli osservatori dell’ESO hanno temporaneamente interrotto le operazioni lo scorso anno a causa della pandemia COVID-19, ma da allora hanno ripreso le osservazioni scientifiche con restrizioni che garantiscono la sicurezza e la protezione di tutti nei siti.

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Attualmente abbiamo trovato oltre 900.000 asteroidi nel nostro sistema solare, di cui circa 25.000 sono definiti “near-Earth objects” (NEO), cioè oggetti la cui orbita li conduce vicino al nostro pianeta. Oltre 1.000 di questi oggetti sono riportati nella risk list dell’ESA, ciò significa che dobbiamo mantenere un occhio vigile su di loro, con attente osservazioni in follow-up.
Gli oggetti di grandi dimensioni sono, per fortuna, più facili da individuare e le orbite dei grandi asteroidi conosciuti già sono studiate a fondo. Tuttavia, gli oggetti piccoli e medi sono molto più comuni nel sistema solare e potrebbero comunque essere causa di danni importanti.

Flyeye: il guardiano delle notti

Copyright ESA

Oggi, per andare a caccia di oggetti che costituiscono una minaccia nel Sistema Solare, gli astronomi usano telescopi tradizionali, dal campo visivo stretto. Poiché questi telescopi possono osservare soltanto una piccola parte del cielo alla volta, occorre molto tempo per osservare tutta la volta celeste e molti NEO sfuggono ai nostri sistemi.
ESA sta lavorando allo sviluppo del telescopio Flyeye: si tratta del suo contributo allo sforzo globale per accelerare e migliorare questa ricerca. Il suo design ispirato dagli insetti gli conferisce un campo visivo molto più largo, dando così modo di spaziare lungo grandi regioni del cielo molto più velocemente rispetto agli strumenti dal design tradizionale.
Ogni notte, in futuro, un network costituito da questi telescopi Flyeye esplorerà il cielo alla ricerca di oggetti pericolosi, segnalando automaticamente quelli che rappresentano un rischio di impatto e portandoli all’attenzione dei ricercatori la mattina successiva. Il primo Flyeye è ora in costruzione e la sua installazione è prevista aver luogo in Italia nel 2022, sulla cima del Monte Mufara, in Sicilia.
ll network verrà gestito in modo completamente automatizzato. Un software coordinerà la programmazione e l’avanzamento delle osservazioni, dando segnalazione di quanto scoperto e ritenuto una minaccia.
I dati raccolti saranno quindi inviati al Minor Planet Center, innescando osservazioni di follow-up per capire meglio le orbite di questi oggetti vicini alla Terra e, eventualmente, la possibilità di un loro impatto.

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