Il ciclone Tauktae ha effettuato il landfall sulla costa occidentale dell’India con venti fino a 185 km/h e onde fino a 3 metri, provocando la morte di almeno 20 persone.
L’enorme vortice ha trasformato le strade in fiumi costringendo centinaia di migliaia di persone a fuggire.
Dopo avere investito ieri Kerala, Goa e Maharashtra, ha in seguito raggiunto le coste del Gujarat, dove 150mila persone erano già state evacuate dalla Protezione Civile. Molte case sono state spazzate via mentre il vento ha sradicato alberi e pali dell’elettricità.
Circa 127 persone risultano disperse nel Mar Arabico a causa del naufragio provocato dal ciclone di una chiatta alla deriva al largo della costa di Mumbai: lo ha reso confermato la Marina militare indiana. Due navi della Marina e alcuni elicotteri partecipano in queste ore alle operazioni di ricerca e soccorso. A bordo dell’imbarcazione c’erano 273 persone e finora ne sono state tratte in salvo 146.
L’aeroporto di Mumbai è chiuso e circa 600 pazienti affetti da Covid-19 sono stati trasferiti in ospedali da campo in luoghi più sicuri, mentre il livello del mare si alzava di 3 metri davanti alla città balneare di Diu.
Il ciclone al momento sta perdendo potenza, e questa mattina è stato declassato da “estremamente grave” a “molto grave”.
Secondo il Dipartimento Meteorologico Indiano, le precipitazioni di lunedì hanno superato tutti i picchi dello stesso mese dell’ultimo secolo: 230,3 mm in media nei quartieri periferici e 207,6 mm nelle aree centrali. Mumbai, ha riferito la società pubblica che amministra la città, ha inoltre subito danni di una gravità mai vista negli ultimi 73 anni. I venti hanno toccato i 114 km/h nel quartiere di Colaba ed i 177 km/h nella zona di Reay Road.
Tauktae è il terzo ciclone che si abbatte sulle coste occidentali dell’India negli ultimi 3 anni dopo il ciclone Nisarga l’anno scorso e il Vayu nel 2019.