I numeri del Covid in Italia migliorano. Il governo, conti alla mano, imputa questo sospiro di sollievo ai vaccini. Ma è davvero così? Sebbene le vaccinazioni siano fondamentali a questo punto della pandemia, è plausibile che le motivazioni del calo dei contagi che stiamo vedendo in questo periodo siano da ricercare altrove. Già Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco e componente del Comitato tecnico-scientifico, aveva affermato che “Alla nostra latitudine da maggio a settembre abbiamo una radiazione ultravioletta se non perpendicolare quasi. Mancano le caratteristiche indispensabili a un virus respiratorio per diffondersi: umidità, temperatura bassa, scarsa circolazione dell’aria. Un anno fa successe la stessa cosa”, ma ora ad avallare queste dichiarazioni arriva un’analisi approfondita del dott. Luca Fusaro. Quest’ultimo ha confrontato i dati attuali con quelli dello stesso periodo dello scorso anno e i numeri parlano chiaro: il trend è molto simile, nonostante un anno fa non vi fosse ancora nemmeno l’ombra dei vaccini e nonostante il ritmo di ripresa sia nettamente diverso. La sostanza, però, non cambia: a maggio 2020 i numeri dei contagi erano in netto miglioramento, esattamente come ora, e dunque il principale fattore che gioca un ruolo fondamentale nella lotta al Covid è il clima.
Ecco l’analisi di Luca Fusaro con il confronto tra i dati del 2020 e quelli del 2021:
Il picco degli attualmente positivi in Italia è stato il 22 Novembre 2020 con 805.947. Analizzando i mesi primaverili il picco del 2020 si ebbe il 19 aprile con 108.257 casi attivi. Nei primi mesi del 2020 il CTS e il Governo decisero per indirizzare i tamponi verso i soggetti con sintomi. Dal 15 gennaio 2021 tra i tamponi figurano anche i test antigenici rapidi. Quest’anno il valore più alto di attualmente positivi è stato il 28 marzo con 573.235. Proviamo ad analizzare il periodo 19 aprile-17 maggio di entrambi gli anni. Cosa succede? Che variazioni si hanno? Nel 2020 gli attualmente positivi calano del 36,9% passando da 108.257 del 19 aprile a 68.351 del 17 maggio. Nel 2021 i casi attivi si sono ridotti del 34,6% passando da 493.489 del 19 aprile a 322.891 del 17 maggio.
Il 17 maggio 2020 l’83,8% era in isolamento domiciliare, adesso siamo al 95,73%; il 15,1% era ricoverato in area non critica, il 18 maggio 2021 sono il 3,72%; in terapia intensiva era l’1,1% dei casi attivi contro lo 0,55% di oggi.
Analizzando la situazione degli ospedalizzati (ricoverati con sintomi + terapia intensiva) il 19 aprile 2020 erano 27.668, il 17 maggio erano 11.073 con un calo di ben il 60%. Il 19 aprile 2021 sono 26.986, il 17 maggio risultano 13.778 con una riduzione del 48,9%.
I decessi totali erano 31.908 il 17 maggio 2020 contro i 23.660 del 19 aprile con un aumento del 34,86%. I decessi totali sono 124.296 al 17 maggio 2021 contro i 117.243 del 19 aprile con un aumento del 6%.
I casi totali erano 225.435 il 17 maggio 2020 contro i 178.972 del 19 aprile con un aumento del 26%. I casi totali sono 4.162.576 al 17 maggio 2021 contro i 3.878.994 del 19 aprile con un aumento del 7,3%.
Riassumendo:
Nel periodo esaminato notiamo una differenza marcata del tasso di crescita dei decessi, dal 34,86% del 2020 al 6% dei 2021, e del tasso di crescita dei casi, dal 26% al 7,3%. In entrambi gli anni si nota una riduzione evidente degli attualmente positivi, -36,9% nel 2020 e – 34,6% nel 2021, e degli ospedalizzati, -60% nel 2020 e -48,9% nel 2021. Da notare il differente setting assistenziale dei positivi al SARS-CoV-2, il 17 maggio 2020 l’83,8% era in isolamento domiciliare contro il 95,73% del 2021, il 15,1% era ricoverato con sintomi contro il 3,72% del 17 maggio 2021, l’1,1% era in terapia intensiva contro lo 0,55% di oggi.
Le persone vaccinate (ciclo completo) risultano 8.584.664 pari al 14,5% della popolazione italiana (59.257.566 – stima Istat popolazione residente al 1° Gennaio 2021) e al 16,8% della platea interessata dal vaccino ossia i soggetti con almeno 16 anni di età (51.126.679).