Oltre che attraverso le opportune terapie, è possibile contrastare e prevenire i processi infiammatori con un’alimentazione appropriata, ricca di alimenti che agiscono da antinfiammatorio naturale e povera di cibi pro-infiammatori.
Quali sono dunque gli alimenti antinfiammatori per eccellenza? Seguire un regime alimentare antinfiammatorio significa innanzitutto “evitare i cibi pro-infiammatori e preferire alimenti come quelli ricchi di Omega-3, acidi grassi essenziali per il nostro organismo, antinfiammatori per loro natura, contenuti nel pesce grasso, come il salmone, lo sgombro, le alici, i semi oleosi, la frutta a guscio come noci e mandorle, e poi, in minor misura, legumi e verdure,” ha spiegato in un’intervista a MeteoWeb la dott.ssa Romina Inès Cervigni, biologa nutrizionista, Responsabile Scientifico della Fondazione Valter Longo Onlus.
Tra gli cibi antinfiammatori, uno in particolare può essere messo in risalto, i semi di lino, “ricchi di Omega-3, tanto che i vegani, che non mangiano pesce, assumono questi acidi grassi essenziali dall’olio di lino. Importante, per l’assunzione, macinarli al momento o altrimenti masticarli molto bene, in quanto, altrimenti, passano non digeriti attraverso l’intestino“.
Come assumere i semi di lino? Sono ideali per condire pasta, riso, insalate, zuppe e minestroni, si conservano in un luogo fresco, asciutto, lontano da fonti di calore per diversi mesi, in barattoli con chiusura ermetica. Una volta macinati, vanno consumati entro breve tempo.
I semi di lino: una storia antichissima
La coltivazione dei semi di lino è talmente antica che non si sa esattamente quando e dove abbia avuto origine. Ipotesi plausibili collocano la sua nascita in Egitto o in Asia centrale. Il suo uso era certamente ben documentato dagli Egizi, che hanno utilizzato grandi appezzamenti di terreno per la coltivazione nei pressi dell’antica città di Tebe. Proprio da questi campi di semi di lino ricavavano beni essenziali per la civiltà, compresi medicinali, prodotti cosmetici, biancheria fine per la classe nobile, così come bende per il processo di mummificazione.
L’autore romano, naturalista e comandante militare Plinio il Vecchio scrisse riguardo i semi di lino: “Qual è il settore della vita dove il lino non è impiegato?”. Nella mitologia teutonica il lino stava sotto la protezione della dea Hulda e si dice che abbia fornito ai primi mortali le nozioni iniziali relative all’arte della coltivazione, della filatura e della tessitura.
Quali sono i benefici dei semi di lino e come utilizzarli
I semi di lino (dalla pianta Linum usitatissimum), ricchi di acidi grassi essenziali, lipidi, proteine, sali minerali, acido linoleico e fibre, hanno grandi capacità antiossidanti, regolarizzano i processi intestinali e intervengono positivamente nelle affezioni dell’apparato gastroenterico (sia in caso di colon irritabile che di stipsi), stimolano il sistema immunitario e prevengono le intolleranze, attivano i processi di disintossicazione favorendo la depurazione generale dell’organismo e dei tessuti cutanei.
Hanno proprietà lassative, purché associati ad un adeguato apporto di liquidi, hanno proprietà antitumorali poiché gli omega 3 rafforzano il sistema immunitario. Inoltre, gli acidi grassi essenziali contenuti nei semi di lino maturi diminuiscono i livelli di colesterolo nel sangue, la vitamina E aumenta le difese immunitarie, le mucillagini fanno sì che i semi immagazzinino per lungo tempo il calore, risultando così ideali per impacchi e compresse emollienti: le popolari “polentine”, ossia le compresse calde di farina di semi di lino, favoriscono la circolazione sanguigna ed il calore lenisce il dolore dovuto a crampi o reumatismi, disinfiammando le suppurazioni sottocutanee.
I semi di lino sono ideali per condire pasta, riso, insalate, zuppe e minestroni e possono essere assunti al naturale (1 cucchiaio, circa 6 grammi, al mattino, a digiuno, accompagnato da un abbondante bicchiere d’acqua).
Si conservano in un luogo fresco, asciutto, lontano da fonti di calore per diversi mesi, in barattoli con chiusura ermetica. Una volta macinati, si conservano in frigo per 24 ore.
Dalla spremitura dei semi di lino, si ricava uno dei più pregiati oli a livello nutrizionale: l’olio di lino.
Cos’è l’olio di semi di lino
L’olio di semi di lino, utilizzato fin dai tempi antichi, è ormai reperibile ovunque, anche se è preferibile utilizzare sempre quello di provenienza biologica, ottenuto per spremitura a freddo: è ricchissimo di acidi grassi essenziali del gruppo omega 3 e 6, i cosiddetti “grassi buoni”, importantissimi perché l’organismo non è in grado di sintetizzarli e possono essere introdotti solo con la dieta. Gli omega 3 hanno effetto antitrombotico (un’azione antiaggregante piastrinica), controllano il livello plasmatico di lipidi (soprattutto i trigliceridi) e della pressione arteriosa, mantengono fluide le membrane cellulari ed elastiche le pareti arteriose. L’acido alfa-linoleico migliora l’ossigenazione e il ricambio cellulare, è essenziale per il sistema immunitario ed endocrino.
L’olio di semi di lino stimola l’attività metabolica, aiuta il corpo ad eliminare le tossine, svolge un’azione antiossidante, favorisce il buon funzionamento del sistema nervoso e del cervello grazie ai fosfolipidi, regola la funzione intestinale, è ottimo in caso di bruciori di stomaco e gastrite.
L’olio di lino è un valido alleato anche della nostra bellezza, rappresentando un vero toccasana per la forma e la lucentezza dei capelli. L’acido linoleico ha proprietà ristrutturanti, aiutando l’idratazione dei capelli e regolando la perdita di acqua, mentre quello alfa-linoleico mantiene la loro elasticità e resistenza: combatte l’inaridimento e le doppie punte, ed al contempo ha un potere emolliente se utilizzato dopo il bagno o la doccia, nutrendo la pelle se aggiunto alla crema idratante abituale per renderla ancora più ricca e curativa.
Olio di semi di lino, un prezioso antinfiammatorio naturale: dai benefici alle controindicazioni
Secondo gli esperti dell’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario,
“l’olio di semi di lino è una fonte di acidi grassi polinsaturi considerati alleati della salute. In particolare, l’acido alfa-linolenico è stato associato a proprietà antinfiammatorie.
La sua assunzione è proposta in caso di artrite reumatoide, colesterolo alto e artrosi, ansia, ipertrofia prostatica benigna, infiammazioni vaginali, secchezza oculare, aterosclerosi, pressione alta, malattie cardiache, diabete e sindrome da deficit di attenzione-iperattività. Alcune persone lo assumono come lassativo, per perdere peso e per ridurre il rischio di cancro. Infine, l’olio di semi di lino viene applicato sulla pelle come emolliente e per alleviare le irritazioni.
Al momento, però, nessuno di questi usi è certificato dalla scienza, e l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha approvato i claim proposti secondo cui l’olio di semi di lino aiuterebbe a stabilizzare l’umore, a promuovere la salute cardiaca e a mantenere la funzione di barriera della pelle.L’assunzione di olio di semi di lino potrebbe interferire con l’azione dei farmaci che rallentano la coagulazione del sangue (anticoagulanti e antiaggreganti); l’olio di semi di lino potrebbe infatti ridurre ulteriormente la coagulazione, aumentando il rischio di lividi ed emorragie. Per questo stesso motivo la sua assunzione può essere controindicata in caso di disturbi emorragici e di interventi chirurgici programmati. In caso di dubbi è bene chiedere consiglio al proprio medico.
L’uso a breve termine di olio di semi di lino in quantità adeguate è considerato sicuro. Superare i 30 grammi al giorno potrebbe però causare problemi intestinali, come la diarrea. Inoltre non ci sono certezze della sicurezza della sua assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, e gli esperti non sono ancora riusciti a chiarire i rischi di sviluppare un cancro alla prostata a causa della presenza, al suo interno, di acido alfa-linolenico. Infine, è bene ricordare che l’olio di semi di lino è stato associato a reazioni allergiche”.
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