Dante e la Terra Primordiale: la Divina Commedia, le montagne sottomarine e i giganti

La quattordicesima puntata dell'avventura di MeteoWeb tra geofisica e letteratura: la Divina Commedia di Dante Alighieri analizzata con l'occhio della scienza
MeteoWeb

Tra filosofia e scienza, tra storia e letteratura, prosegue il nostro viaggio attraverso la Commedia di Dante Alighieri, con un occhio costante alla nostra Terra, ai suoi segreti più nascosti e alla sua genesi. Come sempre, il prof. Giuliano Panza, con la collaborazione della professoressa Rita Zoccoli, sono stati preziosi per la nostra redazione e per questo affascinante e unico viaggio.

Ecco di seguito la quattordicesima puntata della nostra avvincente avventura:

CANTO VIII                                              CERCHIO OTTAVO: DISCORDIA

Ai margini della Nona Bolgia nel Cerchio Ottavo ci sono i Seminatori di Discordia, quelli che fanno a pezzi ciò che Dio ha destinato ad essere unito. I Pari possono ancora tagliarti la testa, come la Regina Rossa ha spesso minacciato di fare, o, almeno, tagliarti i fondi.

I Seminatori di Discordia

Nel corso degli anni Settanta Frank Richter e John Elder dimostrarono che vi erano numerose correnti di convezione di piccola dimensione, generate dai continenti e dalle placche, oltre alle grandi celle di convezione di Holmes. La convezione di piccola dimensione si rivela necessaria, al fine di liberare completamente l’interno della Terra dal suo calore. Con una convezione di piccola dimensione nel mantello superiore, immediatamente al di sotto delle placche, non vi è alcuna necessità di coinvolgere il mantello inferiore nella guida della tettonica delle placche o della deriva dei continenti. Circa 1000 piccole celle convettive possono essere contenute nell’astenosfera o nel mantello superiore e possono svolgere le funzioni, per espletare le quali sono stati inventati i pennacchi. La convezione di piccola dimensione è una ipotesi alternativa a quella del pennacchio.

Lord Kelvin ed Arthur Holmes erano stimati dai loro colleghi. Lord Kelvin era in errore circa l’età della Terra. Arthur Holmes aveva ragione sul riscaldamento radioattivo e sulle correnti convettive, ma è stato ampiamente ignorato. All’epoca, i pareri di Lord Kelvin su questioni geologiche non sono stati ben accolti dai geologi. Costoro avrebbero fatto parte di gruppi di Pari per la valutazione, se la scienza britannica fosse stata finanziata, come lo è oggi la scienza americana. Il Vaglio dei Pari rende possibile praticare la scienza a chiunque, ma rende difficile, per un moderno Newton, Kelvin, Rayleigh oppure Holmes, ottenere un finanziamento. I colleghi di Lavoisier gli tolsero l’ossigeno tagliandogli la testa. Socrate e Archimede subirono un destino simile per mano dei loro colleghi.

Vaglio dei Pari(5)

“I critici [revisori] sono come gli eunuchi in un harem; sanno
come si fa, lo hanno visto fare ogni giorno, ma loro stessi non sono
in grado di farlo.”
Brendan Behan

Per ricevere il finanziamento di un’idea o per ottenere la pubblicazione di un articolo, uno scienziato deve passare attraverso quello che viene chiamato Vaglio dei Pari. Questa è una forma di controllo della qualità. Ad una selezione di ‘esperti’ in un settore viene richiesto di giudicare un manoscritto o una proposta ed in seguito un comitato di giudici o di curatori editoriali valuta i commenti. Le proposte che risultano classificate ad alto livello, vengono finanziate o pubblicate. Questo metodo funziona bene per la scienza ‘normale’, ‘di routine’ o ‘dogmatica’, cioè per una scienza fatta all’interno di un paradigma consolidato, in cui tutti i protagonisti hanno la stessa formazione culturale e gli stessi presupposti. Ma è un modo tremendo di dare giudizi sulla scienza innovativa, la scienza non di routine, la scienza-paradigma di rottura, la scienza-denuncia di un sistema. I Direttori ed i Managers dei Programmi NSF(6) ed i revisori sono i guardiani del paradigma. Il loro compito è quello di tenere fuori dalle mura i cavalli di Troia e di finanziare e pubblicare solo scienza ‘di routine’. Il mazzo di carte è manipolato a sfavore di scoperte e cambiamenti di direzione. Uno deve essere un credente e membro del club per entrarvi o rimanerci. Funziona come un Old Boy’s Club, ma anche come l’organizzazione delle Figlie della Rivoluzione Americana(7).

I gestori dei programmi presso fondazioni e agenzie governative sono i guardiani-responsabili della fine per inedia dell’organismo scientifico. Loro decidono, con la consulenza ed il consenso delle Giurie del Vaglio dei Pari, chi è quello da foraggiare.

I pari sono arbitri anche dell’altra parte dell’attività dell’organismo scientifico, cioè del prodotto finale. I direttori sono i custodi di questa fase finale. Usano stampanti e lettere di rifiuto, invece che badili.
I mali del ‘consenso’, del ‘comitato’ o dei ‘consorzi’ non sono una novità nella scienza.

Io dirò risolutamente addio per sempre a ciò, perché vedo che
un uomo è obbligato a decidere o di non pubblicare niente di nuovo,
oppure di diventare uno schiavo per difendere le proprie idee.”
Isaac Newton, in occasione delle proprie
dimissioni dalla Royal Society, dopo
essere stato attaccato, per la sua teoria
della luce da Robert Hooke, autore di una teoria alternativa.

Newton fu così scottato dal Vaglio dei Pari, che giurò di non pubblicare mai più nulla del suo lavoro scientifico. Newton diede l’epiteto di “pazzo e ciarlatano” a Hooke, connotazione che incontreremo più avanti in relazione alla previsione precisa dei terremoti.
Galileo, molto tempo prima, nel 1638 scrisse:

… a prescindere dal fatto che personalmente, come sapete, mi
sentissi confuso e sgomento per la sfortuna dei miei altri lavori,
decisi di non rendere mai più pubblica nessuna delle mie fatiche.

Anche John Steinbeck ha avuto qualcosa da dire sull’argomento:

“L’identità individuale’ è l’unica cosa creativa che abbiamo, ma
la legge non mi permette di dare soldi ad un individuo, devo darli a
un gruppo o ad un’organizzazione e l’unica cosa che un gruppo
abbia mai creato è la contabilità … L’individuo deve diventare parte
del gruppo e quindi perdere la sua individualità e la sua creatività”.

John Steinbeck
                                               Quel Fantastico Giovedì (1954)

Newton e Steinbeck finirono con lo scrivere libri. Non erano tagliati per scrivere articoli e proposte destinati  al Vaglio dei Pari. Con gli editori avrebbero potuto accordarsi. Il guadagno è una motivazione diversa da quella dell’orgoglio, della priorità e del pregiudizio.

La National Science Foundation (NSF) ha un progetto di ricerca sulla Terra profonda che non finanzierà i singoli scienziati. Solo consorzi interistituzionali interdisciplinari di collaboratori possono essere finanziati! I partecipanti di ogni settore si incontrano una volta all’anno, per scambiarsi dogmi e scrivere le relazioni delle commissioni.

Newton, scrivendo a Hooke nel 1675 con umiltà insolita disse: “Se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di voi giganti.” Newton non coniò questo elegante epigramma, che era già una metafora-standard nel 1675. E’ stata leggermente modificata di proposito da Newton. Infatti l’intero aforisma inizia così ‘Pigmei posti sulle spalle di giganti …’, e questo ci porta a sospettare che forse Newton non fosse poi così umile. Il Lettore interessato può consultare Sulle Spalle dei Giganti di Robert K. Merton. Questo testo ben noto ricalca la locuzione nel corso della Storia e le sue varie sostituzioni sinonimiche con omiciattoli, pigmei, gnomi o nani. Merton riprende la metafora da Bernardo di Chartres (1126), Giovanni di Salisbury, Alexander Neckam, Pietro di Blois, fino a Thomas Sprat (1667). L’unico uomo di lettere che non usò questa metafora fu Jonathan Swift, che non posizionò i lillipuziani sulle spalle dei giganteschi abitanti di Brobdingnag. Sfuggì tuttavia all’attenzione di Newton e di Merton il fatto che i giganti, in piedi sulle spalle dei pigmei, potevano sì vedere oltre, ma solo poco oltre, e solo per poco tempo. E’ necessario condurre uno studio sul ruolo dei pigmei nella prassi del Vaglio dei Pari.

Il metodo del Vaglio dei Pari (Peer Review), così come sviluppato dalla NSF, è probabilmente il metodo migliore e più equo di ripartizione delle risorse per la scienza di routine. La maggior parte delle esigenze del governo e dell’industria può essere valutata come ‘scienza normale’ e i metodi utilizzati da tali enti potrebbero essere molto migliorati con l’adozione di procedure proprie dell’NSF, per ovviare a marchette elettorali, agli old-boys club (ovvero allo squallido nepotismo) o addirittura a procedure arbitrarie. La NSF, tuttavia, si occupa di finanziamenti destinati a scienza d’avanguardia, non solo a scienza di routine.

Newt Gingrich, già presidente della Camera dei rappresentanti degli U.S.A., sponsorizzò un rapporto che concludeva che la politica scientifica degli Stati Uniti avrebbe dovuto innovare il Sistema del Vaglio dei Pari, per incoraggiare studi creativi e speculativi. La relazione sottolinea che non vi è alcuna ricompensa per la scienza audace ed aleatoria, l’importante è pubblicare qualcosa, qualsiasi cosa(8). Forse un Vaglio dei Pari con una procedura del tipo proposto dalla NSF dovrebbe essere adottato, per decidere se è proprio necessario quel gran numero di C-130, cioè quegli aerei da trasporto militare, costruiti, su sua richiesta, nello stato di cui Gingrich è originario. Newt Gingrich, ricorderete, fu il primo uomo ad interrompere drammaticamente il funzionamento dei servizi pubblici degli Stati Uniti. Osama bin Laden fu il secondo.

Il vaglio dei pari è concepito per mantenere il paradigma puro; è il ponte levatoio della cittadella fortificata. Le prime pubblicazioni sulla tettonica delle placche e sull’espansione del fondale oceanico furono respinte dalle riviste della corrente dominante oppure passarono, camuffate da geopoesia. I curatori editoriali stavano facendo il loro lavoro.

Il procedimento di vaglio dei pari è il grande livellatore. Esclude tutto ciò che è pessimo, ottimo o veramente diverso. La cittadella è stata protetta. I Pari sono sempre vigili nei confronti di eventuali Cavalli di Troia.

E’ abbastanza facile pubblicare uno studio che sostiene lo status quo. Articoli a supporto della fissità continentale e violentemente contro la deriva dei continenti, articoli anche pessimi, apparirono in letteratura anche molto tempo dopo che il grande carro della tettonica delle placche aveva iniziato a muoversi. Articoli a favore della deriva dei continenti o della convezione nel mantello erano difficili da pubblicare e sono finiti in riviste non-tradizionali. Riviste prestigiose invece hanno ammesso persino articoli oltraggiosi ed opportunisti, purché in accordo con l’opinione comune. Le nuove scoperte sono spesso descritte come fase paradossale o contro-intuitiva nelle fasi declinanti di un paradigma.

Socrate fu giudicato da una giuria di 50 suoi pari Ateniesi e condannato a morte per cicuta. Newton non ebbe nulla di cui lamentarsi.

Una indagine che annuncia che un pennacchio è responsabile di un po’ di magma o un po’ di chimica trovata dentro un vulcano o in prossimità di esso o lontano dal medesimo non fornisce una dimostrazione di alta qualità. Il suo livello è stato costantemente abbassato. Inizialmente, per spiegare caratteri morfologici di piccola dimensione come i vulcani, sono stati inventati i pennacchi larghi 100 chilometri. In seguito i pennacchi sono stati utilizzati per fornire magmi provenienti da una distanza di 600 km da un vulcano o per interagire con creste oceaniche lontane. Poi tutto il Nord Atlantico, dal Canada all’Inghilterra, ebbe bisogno di essere rifornito da un unico pennacchio. In seguito anche tutta l’Africa. Poi nell’East Pacific Rise è stato trovato un po’ di basalto simile ad un basalto hawaiano, così l’influenza del pennacchio è stata estesa a 5000 km! Nessun revisore o curatore editoriale si è ancora lamentato. Superpennacchi ora sono regolarmente considerati influenti sulla geologia di tutto il Pacifico. Tutto ciò può essere definito incredulità strisciante. Può anche essere chiamato una Storia Proprio Così.

Idee alternative – senza coincidenze, senza paradossi, senza fatine dei denti – sono considerate speculative. Le porte della cittadella sono chiuse. Le etichette sono già incollate. Anche le idee dell’Inferno sono strettamente sorvegliate contro gli intrusi. Cancelli e Monopòli escludono gli innovatori. L’innovazione, che include la scienza, è la linfa vitale della società.

Prestigiatori

La sapienza è imprendibile, volatile, sfugge a ogni misura.
Ecco perché in quell’epoca il dio vincente è stato Hermes, inventore
di tutte le astuzie, dio dei crocicchi, dei ladri …
                                                                          Umberto Eco
                                                                          Il pendolo di Foucault

Il prestigiatore è l’incarnazione di ambiguità ed ambivalenza,  contraddizione e paradosso. Il Maligno è un agente del male, ma il prestigiatore è amorale, non immorale. Secondo la mitologia corrente i prestigiatori sono sempre di sesso maschile. Se questo sia dovuto alle loro imprese sessuali o alla loro dubbia morale, non è stato chiarito. Altri sostengono che tutte le femmine sono truffatrici e devono esserlo, per sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini. Forse il più grande truffatore di tutti è stato il norvegese Loki, che potrebbe essere maschio o femmina o bestia, come lui/lei/esso ha scelto.

Alcuni potrebbero sostenere che i politici di successo devono essere prestigiatori. Non è casuale che le parole “astuto” e “viscido” siano state applicate ai recenti presidenti e che l’onestà totale non sia una caratteristica associata spesso ai politici. I politici scaltri non sono tutti prestigiatori, perché i loro fini sono di solito troppo banali e meschini.

Ma i prestigiatori hanno anche attributi positivi. Nella mitologia portano conoscenza all’umanità. Rompono le barriere, cancellano i confini, rompono vecchie regole, ne creano di nuove. Kuhn li avrebbe chiamati distruttori del paradigma. Alcuni di loro praticano la Scienza Straordinaria di Karl Popper, quel saggio filosofo inglese.

Il dio Hermes è un simbolo di quella parte dell’immaginazione umana che regola i cambiamenti rapidi, oltre che i veloci scambi di denaro. Se pregate Hermes, otterrete la grazia, ma sarà una grazia senza nessuna restrizione morale e senza garanzie. Hermes, il patrono dei ladri, dei bugiardi, dei crocicchi, dei nomadi vagabondi e guida per le anime in viaggio verso gli inferi, interviene solo per rapporti occasionali di una notte. E’ il messaggero degli dèi; era solito apparire su elenchi telefonici, circondato solo da cavi(9), da un mantello e da deliziosi sandali alati. Hermes era l’inventore dei trucchi, il creatore della scrittura, che, sottolinea Umberto Eco, è l’arte dell’evasione.

Hermes ha molti fratelli nelle culture di tutto il mondo: Coyote, Raven, Eshu, Legba, Monkey King, Krishna, Fratel Coniglietto, il Mago di Oz, il vecchio sindaco Daley. Gli altri dèi sono responsabili della perfezione, ma il Prestigiatore è responsabile di cambiamenti – ed errori. Gli studiosi stanno ancora discutendo se Coniglio Bianco nel Paese delle Meraviglie sia un Prestigiatore. Alice pensò che lo fosse.

Il prestigiatore è sovversivo, stravolge le convenzioni, attraversa confini proibiti. Gli piace agitare le acque. Il prestigiatore è il guardiano che apre la porta verso il mondo venturo.

L’astuto Ulisse dice una bugia piuttosto efficace per portare i suoi uomini in salvo fuori dalla grotta del Ciclope. Lo scaltro Prometeo ruba il fuoco agli dèi e lo dà all’uomo.

Prometeo era il prestigiatore supremo. Il suo nome significa “Preveggente”. Egli infatti ingannò Zeus, inducendolo a scegliere, al posto della carne, gli ossi spalmati di grasso di un Bue Sacrificale. Zeus peraltro nascose agli uomini il segreto del fuoco, ma Prometeo glielo rubò e lo portò sulla Terra. Per punire gli abitanti della Terra, Zeus creò Pandora e incatenò per sempre ad una rupe Prometeo che però fu liberato dal poeta Percy Shelley e da Ercole. Secondo Eschilo, Prometeo donò all’uomo anche le arti e le scienze. Alcuni prestigiatori, dunque, sono buoni.

I prestigiatori operano in ambiti aggregati, ma anche in situazioni in via di disgregazione. Picasso, Marcel Duchamp, T.S. Eliot, Walt Whitman – tutti prestigiatori che guastano piani accuratamente preordinati. Gli scienziati che oltrepassano i confini o li cancellano, creandone altri, sono prestigiatori. Essi non vivono all’interno di un paradigma. Sono gli scopritori antesignani di una rivoluzione. Non fanno scienza dogmatica o di routine. Rompono le regole e ne fanno di nuove. Sono eroi di Kuhn e demoni del sistema. Annusano intorno alle fenditure e alle spaccature: come gatti selvatici, operano al di fuori della lettiera.

I prestigiatori realizzano le loro opere, ma si mettono nei guai. I prestigiatori classici non hanno mai avuto alcuna morale o meglio, ignorano la definizione convenzionale e arbitraria di Bene e di Male.

Anche gli scienziati possono essere prestigiatori: in questo senso Feynman è diventato un idolo.

Nella scienza i prestigiatori sono noti come misantropi, iconoclasti, tafani o semplicemente pazzi. Sono una scocciatura per le importanti attività quotidiane degli scienziati seri.

Nella scienza abbondano prestigiatori, proprio come accade nella società in generale. Il secondo ragazzo più intelligente di una classe è spesso un prestigiatore, colui che ottiene buoni voti apparentemente senza studiare.

I prestigiatori, dunque, sono noti per i loro appetiti insaziabili: sono sempre affamati. In questo la scienza può essere equiparata ad un appetito di verità o di riconoscimento. In politica questo appetito è il potere e il sesso.

Pat Shipman (Am. Sci., 83, 1995) ha sostenuto che, limitandosi a lottare solo dai margini contro la corrente dominante, aveva danneggiato la verità. Stava forzando se stessa in un ruolo che non le si addiceva e mentiva a se stessa su ciò che stava accadendo. Era una situazione del tutto scomoda. Invece di respingere la sua marginalità, si rese conto di poterla accogliere. Lasciò il suo lavoro accademico per diventare una scrittrice scientifica indipendente. Si rese conto di essere un po’ in ritardo per far quello cui non poteva più a lungo rinunciare, in quanto il suo ruolo doveva essere quello del prestigiatore.

Il prestigiatore è un protagonista in molte mitologie: è mercuriale, mutevole, ingannevole; lui (o lei) è spesso lo straniero, viaggiatore o messaggero, estraneo o fuorilegge. Non è mai completamente a suo agio, mai veramente integrato in un gruppo sociale. Lui (o Lei) rappresenta le frange, il bordo, l’emarginato. Eppure il prestigiatore è potente e pericoloso. Lui (o Lei) è imprevedibile, non legato alle convenzioni della società normale. E’ il prestigiatore che definisce la corrente dominante dei cardini centrali della società, sfidandoli, delimitando i confini di accettabilità del pensiero e del comportamento.

I prestigiatori occupano la stretta e vivace fascia che sta tra la frangia estremista e l’avanguardia. I prestigiatori in Accademia possono divertirsi moltissimo, dilettandosi del potere, oppure diventare individui amareggiati e frustrati a causa del comportamento degli scienziati che seguono l’opinione dominante dei revisori e dei distributori di fondi. La vita del prestigiatore è piena di rischio. I prestigiatori infastidiscono e punzecchiano, scherzano e prendono in giro, combinano guai e magie. Secondo Shipman fare ciò “è uno spasso enorme!”

Prestigiatore significa anche cerca-buchi. Infatti  Fratel Coniglietto e Coyote ricercano e realizzano buchi e gallerie. Hanno bisogno di rapide vie di fuga. Il nome di Hermes una volta significava quello della pila di pietra, cioè la pietra miliare. Lewis Hyde sostiene che la stabilità delle culture richiede che ci sia spazio per individui, la cui funzione è quella di scoprire e distruggere le cose su cui le culture si basano. La parola opportunità deriva da porta e póros , che significano entrata oppure passaggio. Póroi sono i passaggi che permettono ai fluidi di scorrere all’interno e all’esterno del corpo. Nella retorica e nella logica aporía significa contraddizione o paradosso inconciliabile. Aphoría (sterilità) invece è la trappola della confusione che inibisce qualsiasi azione.

La parola prestigiatore incarna molti settori di interesse in questo libro; vie di passaggio, paradossi, opportunità, orifizi, gallerie, confini e modi alternativi di guardare al mondo e fare affari.

Pat Shipman chiede: “C’è spazio per i prestigiatori all’interno della scienza americana?” Non oggi, non con pochi nuovi posti di lavoro e finanziamenti limitati, situazione che spinge la ricerca scientifica ad un atteggiamento prudente, prevedibile e noioso. Questa è un’epoca che valorizza approcci ad argomenti già sperimentati e provati, l’incontrovertibile, e studi con evidenti applicazioni immediate al mondo reale. Si può sempre ottenere la pubblicazione di un articolo a sostegno del paradigma dominante, pubblicato su Nature, Science o Geology. I livelli sono più bassi per la scienza di routine, per le interpretazioni che sono note ‘per essere vere’, con le quali ‘tutti’ sono d’accordo. Gli alchimisti antichi avevano bisogno di pseudonimi (noms de plume) per pubblicare le loro sciocchezze e le loro scoperte. La società ha sempre reso la vita difficile ai prestigiatori e le madri sono esperte nell’allevare ‘bravi ragazzi’, conformisti. I veri imbroglioni sopravvivono a ciò, di solito finendo, però, in carcere … o alla Casa Bianca.

Montagne Sottomarine

Harry Hess era un addetto all’ecogoniometro (sonar) durante la Seconda Guerra Mondiale ed aveva l’incarico di trovare sottomarini nemici. Era un geologo. I geologi sono bravi nel riconoscere strutture all’interno di dati rumorosi. Quando il sonar doveva essere spento, Hess lo lasciava acceso – tipica mossa da prestigiatore – e osservò la forma del fondale marino dispiegata davanti ai suoi occhi. C’erano molte montagne con la sommità appiattita molto al di sotto della superficie del mare. L’erosione appiattisce la cima delle montagne a livello del mare. Queste montagne, che egli chiamò montagne sottomarine o Guyots, un tempo si trovavano al di sopra del livello del mare. Harry Hess diventò Ammiraglio e poi Professore a Princeton. Il suo studio si trovava in Palazzo Guyot. Hess sviluppò l’idea di mobilità crostale e di fondale oceanico in espansione, idea controcorrente che egli fece circolare in una pubblicazione provvisoria sull’argomento e l’idea lentamente si diffuse. Il Saggio fu finalmente pubblicato in Geopoetry, non come un normale articolo scientifico. Altre pubblicazioni sulla mobilità della crosta terrestre furono respinte dalle riviste del sistema, ma la porta era ormai socchiusa. Questo è tutto ciò che è necessario per introdurre un cavallo nella cittadella di Troia, metafora di un Paradigma Dominante ben custodito. Le montagne sottomarine nascoste – ce ne possono essere milioni – erano inimmaginabili prima della guerra. Gli scienziati pensano di averne già elencate una ventina.

CANTO IX                                                                                I GIGANTI

I Giganti e i Titani stanno a guardia perpetua all’interno del pozzo e appaiono, a distanza, come una città con alte torri. I Giganti sono posti qui, vicino al centro dell’Inferno, più per la loro natura che per i loro peccati specifici. Sono i figli della Terra. Cresciuti dalla Terra, fanno  tremare gli stessi dèi. Tornano al buio delle loro origini, custodi della profondità infima della Terra. Si tratta di una fatica senza speranza, senza possibilità di progresso. Nimrod è lì, per aver ideato la torre di Babele, per aver innescato il processo della confusione e dei malintesi.

Alice incontra conigli giganti, ghiri, confusione e malintesi nel suo viaggio all’interno della tana del coniglio. Può aver sbagliato nel valutare la profondità del suo volo in caduta, ma pensò di aver raggiunto le vicinanze del centro della Terra. Dorothy incontra il Mago, i Topi di Campagna, i Mangabù, un popolo di vegetali nella Città di Vetro e nel Pozzo Nero, mentre cade verso gli antipodi, dopo il terremoto di San Francisco. Incontra anche, nella Caverna, l’uomo che porta barba e capelli acconciati in trecce, che è precipitato all’interno del suo Carotatore ad Assetto Variabile.

” … Maestro, di’, che terra è questa?”
 … “sappi che non son torri, ma giganti,
e son nel pozzo intorno dalla ripa
dall’umbilico in giuso tutti quanti.”
                           Inferno, XXXI, 21 e 31-33

Sulle Spalle dei Giganti

Tra i giganti del XVII secolo, che modestamente si sono descritti come in piedi sulle spalle dei giganti che li hanno preceduti, il più grande, naturalmente, è stato Newton. Egli si descrisse personalizzando un poco l’antico detto, lasciando aperta la questione se egli fosse solo un nano, innalzato a livello autorevole da cui poteva vedere più lontano degli altri e lasciando anche in sospeso l’interrogativo, se davvero avesse visto più lontano.
                                                                                 Robert K. Merton
                                                                                 Sulle spalle dei giganti (OTSOG)

Robert K. Merton ha reso a tutti noi un grande servizio, risalendo, attraverso la Storia, all’origine dell’aforisma relativo alla modalità con cui dei Nani, insidentes sulle spalle di Giganti, mantengono quella posizione privilegiata. Tale citazione di Newton si trovava in una lettera privata che è trapelata alla stampa.

Merton ci ha ricordato che l’aforisma di Newton risale a Didacus Stella (in Luc. 10, Tom. 2)(10). Numerosi compilatori hanno reso il Latino in Inglese come “Pigmei posti sulle spalle dei giganti vedono di più che i giganti stessi.” Nell’originale latino sia Pigmei che Gigantum erano scritti con la lettera maiuscola, ma solo ‘Pigmei’ è rimasto maiuscolo, forse perché il lemma ha la fortuna di trovarsi all’inizio di una frase (Merton, 1965).

Ora ho un enorme rispetto per l’erudizione di Robert K. Merton (da non confondersi con Robert C. Merton, un matematico e fisico che pensò che Jonathan Swift potrebbe essersi preso gioco di noi,  quando ha parlato dell’ “isola volante” di Laputa), ma sembra che ci sia un pregiudizio implicito contro i Piccoli (di statura). Ammetto che i famosi giganti della Storia e della mitologia – Gargantua, Ciclopi, Golia – e quelli che si incontrano nell’Inferno – non ne escono bene, ma c’è l’implicazione che essi sono necessari ai Piccoli affinché quest’ultimi siano in grado di vedere lontano. Io sostengo che vedere lontano non è poi così importante. In termini tipici del pensiero di T. Kuhn, è il dogmatico che guarda dritto o anche verso il basso. Sia i Giganti che i Piccoli possono essere dogmatiti, in piedi sulle spalle l’un dell’altro oppure no, se stanno facendo scienza ordinaria. Va ricordato che Don Chisciotte, un uomo piccolo, ha lottato contro i mulini a vento, pensando che fossero giganti.

Secondo Kuhn l’ideatore di un nuovo paradigma sta sulle spalle di giganti mentre li colpisce sulla testa. La scienza straordinaria deve essere fatta da persone, siano esse giganti o piccole, che sono in grado di vedere dietro l’angolo, saltare le barriere, violare i confini e afferrare i bastoni dall’estremità opposta, per esempio persone in grado di intrecciare metafore.

Se volete vedere lontano, guardate attraverso un telescopio. Ma non stupitevi se siete assaliti di sorpresa da un pigmeo con una buona visione periferica. Se avete una visione limitata, formate un comitato e iniziate a dare una spintarella all’elefante. Questa è una buona attività per i Biascichini(11) ( Munchkins).

Scienza Straordinaria

Il diritto alla ricerca della Verità
implica anche un dovere.
Non bisogna nascondere
alcuna parte
di ciò che si è scoperto
essere vero.
                             Albert Einstein

Popper ha osservato che la scienza opera facendo congetture e saltando alle conclusioni. Nella scienza le osservazioni e gli esperimenti riportati funzionano come verifiche delle nostre congetture, cioè come tentativi di confutazione.

Scienziati straordinari sono spesso invidiosi di scienziati comuni. Gli scienziati comuni, ovvero i dogmatici, sono organizzati, hanno quaderni ordinati, seguono il metodo scientifico, hanno obiettivi specifici e lavorano all’interno di un programma di ricerca, di un paradigma. Gli scienziati straordinari tendono invece ad essere disorganizzati, non hanno obiettivi particolari, non sono diligenti, spesso sono incoerenti. Sono esploratori ed esplorano molti vicoli ciechi; altri scienziati spesso non li capiscono e a volte gli scienziati straordinari non capiscono se stessi o dove stanno andando. Sono quelli che rischiano. Non sono in grado di esprimere a parole da che cosa siano spinti. Sanno che c’è qualcosa di sbagliato, ma spesso non sono in grado di indicare che cosa. Gli scienziati straordinari sono gli artisti o i gatti; impossibile chiuderli in un recinto; loro esplorano  confini e  proprietà, creando, ovviamente, tensione. Non c’è da stupirsi che gli scienziati innovativi diventino prestigiatori. Costoro, infatti, non possono aspettarsi molto sostegno dall’alto, in quanto i finanziamenti sono destinati a coloro che pubblicano scienza ordinaria, tengono lezioni ben organizzate ed ottengono lettere di elogio da quelli della loro risma.

Fino a quando uno scienziato straordinario non ha raggiunto una buona reputazione oppure ha un colpo di fortuna, lui (o lei) può essere scambiato per uno scienziato eccentrico, di una razza diversa. La scienza Voodoo non è innovativa o straordinaria, anche se Feyerabend valuterebbe questa possibilità.

Secondo i filosofi e gli storici della scienza, normale ovvero istituzionale, la scienza tende a rifiutare tutto ciò che è vago o indeterminato; ha regole severe per stabilire ciò che è vero e ha una vera e propria mania per l’oggettività. C’è un metodo scientifico. Se questo fosse vero, non ci sarebbe la mentalità del gregge, nessun carro dei vincitori, nessuna cieca accettazione del dogma, nessun appello all’Opinione Comune, né paradossi che scivolano sotto il tappeto, né scuse per ogni osservazione anormale, e non ci sarebbe la necessità di creare fiabe di “fatine dei denti”. Le teorie vaghe, tuttavia, sono difficili da confutare e alcuni praticanti approfittano di ciò.

Uno scienziato straordinario può essere più attento, più autocritico, più paranoico nel controllo dei risultati, rispetto allo scienziato ‘normale’, che vive all’interno del suo paradigma, con tanti amici che la pensano come lui, ma che può ancora essere considerato eccentrico, se lui (o lei) ha idee che si allontanano dalla norma oppure se viene a trovarsi al di fuori della corrente dominante. Una maniera nuova di guardare il mondo, una gestalt, non può essere annunciata nella stessa maniera in cui viene comunicato un risultato sperimentale, che fornisce solo un’ulteriore cifra decimale o un’altra ‘prova’ di opinione predominante. Harry Hess ha scritto geopoesia quando si trovava nella lontana periferia dell’Opinione Comune.

La scienza eccentrica, la scienza patologica, la pseudoscienza o scienza-spazzatura non si preoccupa di riproducibilità dei risultati, di coincidenze o dell’eccessiva estensione di un’idea o di storie proprio così. Ma questo può valere anche per gli scienziati tradizionali, che si tengono stretti ad un’idea sbagliata o che seguono un paradigma sbagliato. Ciò che può iniziare come errore in buona fede o come svista, può evolvere, per gradi impercettibili, verso l’auto-illusione.

La maggior parte delle persone crede che, sia loro che le loro idee, siano giuste. I guardiani del Paradigma sanno di avere ragione ed il loro dovere è quello di allontanare l’infedele. D’altra parte coloro che notano le incongruenze, le anomalie ed i paradossi, hanno una responsabilità. Come disse Einstein …

“Il giudizio di chi o di ciò che è giusto, dipende tanto dalla società quanto dai fatti.”

E chi è arrivato prima, mette le proprie etichette su tutto. Se i pianeti sono denominati e disposti nei termini della loro distanza misurata da una Terra posta al centro, sarà difficile immaginare un Sole centrale. Dante si sposta verso l’esterno, dalla Terra in direzione di Luna, Mercurio, Venere … nel contempo in direzione del Paradiso … attraverso Marte, Sole, Giove e Saturno, per giungere infine alla sfera delle costellazioni.

Perché cercare nuovi elementi, quando terra, aria, fuoco e acqua sono tutto? Come possono non essere ‘elementi’? Come si può verificare l’evoluzione, quando le specie sono ‘prefissate’? Perché si ha bisogno di germi, quando si dispone di ‘generazione spontanea’? Lingua e ipotesi spesso intralciano il progresso. Le isole Hawaii, l’Islanda e le isole di Pasqua sono chiamate, ormai di routine, Pennacchio hawaiano, Pennacchio islandese, Pennacchio pasquale. Le etichette sono difficili da rimuovere. L’ipotesi del pennacchio è un’idea, fra le molte, sul perché si formino queste grandi isole vulcaniche. Le persone che utilizzano queste etichette hanno già deciso e non si chiedono più che cosa o perché o come. Non si pongono più né Problemi né Interrogativi.

Io sono irremovibile,
Tu sei ostinata,
Egli è cocciuto.
                  R.K. Merton
                  Sulle spalle dei giganti

‘Si chiama perseveranza in una buona causa – ostinazione in
una cattiva.’
                Tristram Shandy 

La Terra primordiale di Cartesio

Cogito, ergo sum.
                    Cartesio

Sezione geogonica a quarti, secondo Cartesio (Principia Philosophiae, 1644, p 206).
Tratto da: http://image.slidesharecdn.com/1862392692geologyandreligion-120303173157-phpapp01/95/1862392692-geology-and-religion-61-728.jpg?cb=1330820600

La filosofia moderna è cominciata con Cartesio. René Descartes (1596 – 1650) ipotizzò che i pianeti fossero stelle morte. La Terra aveva un nucleo primordiale fatto di materia stellare. Dallo stato fuso la Terra si raffreddò. Geometria cartesiana e filosofia cartesiana prendono nome da René Descartes, famoso anche per la sua locuzione “Cogito, ergo sum.” La Terra di Cartesio, come quella di Dante prima di lui, e di Bullen dopo di lui, presentava varie regioni concentriche, tra cui M (materiale delle macchie solari), C (uno strato di corpuscoli ramificati), D (uno strato liquido), E (un solido strato sovrastante) e così via. In presenza di un ambiente caldo, il materiale dallo strato D, liquido, avrebbe potuto essere spremuto attraverso i pori in E, producendo dei fori sotto lo strato E, che alla fine è crollato. La presenza di oceani e montagne conferma questa teoria, almeno per Cartesio. Ancora meglio, la teoria si accordava con le tradizioni bibliche relative all’esistenza di acque sotterranee. 

(Emi)Sezioni geogoniche secondo Cartesio (Principia Philosophiae, 1644, p.215).
Tratto da http://hos.ou.edu/galleries/17thCentury/Descartes/1644/Descartes-1644-215-image/

Tredici anni dopo la sua morte, le opere di Cartesio sono state vietate dalla Chiesa e messe all’Indice dei Libri Proibiti. Trecento anni dopo, anche Keith Bullen, un matematico australiano, diventato sismologo, chiamò le sezioni della Terra A, B, C, D, E, F e G. “A” era la crosta e “G” era il nucleo interno solido. Lo schema di Dante è molto più poetico, anche se B, C, D, E e G formano una discreta rima (nello spelling). Alcuni studiosi credono ancora nel nucleo primordiale della Terra. Un gruppo franco-danese ha recentemente proposto che i vulcani nascano da “buchi nel pavimento del mantello superiore”.

Descartes introdusse anche il concetto di “dubbio iperbolico” nella sua filosofia, chiedendosi se non era possibile che un malin génie, un “genio del male”, o demonio, avesse sistematicamente distorte tutte le percezioni umane, in modo che nulla fosse ciò che sembrava. Non poteva rispondere a questa domanda, ovviamente rivolta ai suoi avversari che mettevano in dubbio le sue teorie. I contendenti nelle controversie attuali nutrono gli stessi sentimenti reciproci.

René Descartes conosceva il lavoro del suo contemporaneo Blaise Pascal, tra cui, si presume, la famigerata siringa che Blaise inventò, intanto che migliorava il barometro e studiava il vuoto. A suo merito Cartesio non ha ripreso la siringa nella sua Teoria della Terra, anche se la sua discussione di malin génie anticipa il Demone di Maxwell (vedi siringa).

Descartes riteneva che, prima di costruire una nuova casa, si dovessero rimuovere dal sito tutte le macerie filosofiche. 

Si consiglia di schiarirsi la gola, prima di parlare, si dovrebbe liberare la mente, prima di pensare!

La Teoria Sacra della Terra di Thomas Burnet

Se il nostro occhio potesse penetrare la Terra e vedere il suo
interno da un polo all’altro, da dove ci troviamo fino agli antipodi,
potremmo intravedere con orrore una massa terrificante piena di
fessure e caverne.
                             Thomas Burnet
                            Telluris Theoria Sacra (1694)

Il teologo inglese Thomas Burnet (1635-1715), contemporaneo di Isaac Newton, combinò, nella sua Teoria Sacra della Terra (1684), la teologia platonica con le proprie esperienze di viaggio nelle Alpi, poco meno di 50 anni dopo la pubblicazione del capolavoro di Robert Burton sulla Malinconia. La “teoria sacra” scandisce la Storia della Terra in quattro fasi: Creazione, Diluvio, Conflagrazione e Compimento del regno di Dio sulla Terra. Enormi spaccature sulla superficie separano i continenti. Altrimenti, come possiamo spiegare che i nativi del nuovo mondo siano separati dal Giardino dell’Eden, secondo la Bibbia e Burnet sito in Medio Oriente s.l., per la presenza di un oceano?

Thomas Burnet ebbe una cattiva reputazione presso i fondatori della geologia, soprattutto perché la sua Teoria si intreccia con una interpretazione alla lettera della Bibbia. Nel 1795 James Hutton scrisse di Burnet: “Questo certamente non può essere considerato che un sogno, basato sulla finzione poetica di un’età dell’oro.” Nel 1905 l’eminente geologo scozzese Sir Archibald Geikie scrisse: “Da nessuna parte le teorie sull’origine e la struttura del nostro globo sono state tanto tumultuose come in Inghilterra.” Gli Scozzesi hanno un tradizionale atteggiamento critico nei confronti degli Inglesi. Le loro parole potrebbero essere applicate all’odierno scatenarsi di congetture, teorie, sogni e narrativa poetica circa l’origine e la struttura del nostro globo.

Anche se scritto più di 300 anni fa, La Teoria Sacra della Terra è, per i lettori di oggi, un affascinante e serio tentativo di spiegare terremoti, eruzioni vulcaniche e caratteristiche della superficie terrestre. Burnet intuì che i cicli e l’evoluzione nel tempo sono interconnessi. La sua teoria non è più fantasiosa delle attuali teorie della Terra. Ci sono pochi preziosi riferimenti all’informazione sperimentale ne La Teoria Sacra, ma alcune teorie moderne possono essere altrettanto criticate perché mescolano scienza, dogma e fantasia.

Burnet valutò la quantità di acqua presente negli oceani e concluse che quaranta giorni e quaranta notti di pioggia potrebbero aggiungere poco e, comunque, potrebbero solo riciclare l’acqua del mare. Egli respinse, in quanto metodologicamente distruttiva di un pensiero razionale, la creazione divina di nuova acqua. Burnet chiamò in causa l’esistenza in tutto il mondo di uno strato di acqua, sottostante e concentrico alla crosta originale della Terra. Il diluvio, ha dichiarato, si è verificato quando la crosta si è incrinata, permettendo la risalita delle acque profonde. La crosta terrestre è un gigantesco rudere di frammenti incrinati.

Gli scienziati, proponendo l’ “intervento divino” che il reverendo Burnet escluse, hanno spiegato l’acqua terrestre come risultato del tardo bombardamento cometario, un “tardo sottile rivestimento”. Il riciclaggio dell’acqua nell’interno della Terra e il suo ritorno in superficie attraverso le fessure della crosta è un dogma standard di oggi. In corrispondenza delle profonde fosse oceaniche e delle zone di frattura, l’acqua viene portata nel mantello e successivamente restituita in superficie attraverso vulcani e spaccature. Un guscio esterno incrinato è evidente nelle immagini satellitari della Terra. Il pianeta Marte ha molti antichi alvei di fiumi. L’acqua in superficie è sparita ed ora può trovarsi all’interno del pianeta.

L’originale Terra primordiale era il caos, raffigurato da Burnet come una sorta di convezione turbolenta, che si compose, nel tempo, in sfere concentriche, disposte secondo la densità. I suoi primi oppositori non avevano un quadro così dettagliato degli inizi della Terra o del suo interno più profondo. In realtà non poterono trovare nessuna traccia di un inizio. La Terra primordiale di Burnet era una serie perfetta di strati concentrici, in accrescimento, del Paradiso originale dell’Eden. La Terra era un globo liscio e privo di tratti distintivi. Il diluvio, una punizione per i nostri peccati, ha eroso la Terra con una grande inondazione, lasciando una crosta incrinata – un piccolo pianeta sporco: il Paradiso perduto. Ma la Terra rimane una serie di gusci concentrici, ricoperta dalla crosta, una schiuma leggera e sottile diffusamente incrinata.

Questa ipotesi è valida, come molte stravaganti ipotesi attuali. Si tratta di una storia: si basa su dogmi, testi sacri e una fertile immaginazione. Ma molte scoperte successive – i gusci concentrici, la crosta leggera, il guscio incrinato, la separazione dei continenti, l’acqua al suo interno – avrebbero potuto confermarne la validità, se i primi geologi non l’avessero subito screditata e dimenticata. Alcune teorie moderne dell’interno della Terra sono basate su dogmi – fede o pregiudizi antiquati – più che su fatti ed osservazioni. In realtà, La Teoria Sacra della Terra di Burnet contiene un numero di ‘previsioni’ coronate da successo – o supposizioni più fortunate – rispetto a molte ipotesi successive sull’interno della Terra. La storia di Burnet ha un elemento in comune con alcune storie attuali: la Terra all’inizio era fredda, la Terra calda e ardente è successiva. Oggi questa origine fredda e incontaminata della Terra è nascosta nelle ipotesi e non è espressa esplicitamente. E sia nelle storie vecchie che in quelle nuove la presenza di acque profonde nella Terra è un elemento importante. Non esisterebbero i vulcani senza acqua o spaccature. Alcuni vulcani, nelle storie attuali, richiedono l’importazione, nella parte più esterna e fredda della Terra, di calore di origine profonda.

Burnet si crogiolava nel potere dell’immaginazione alla conquista della Terra: “non c’è ricerca tanto piacevole, mi pare, quanto quella di guidare con rettitudine un pensiero da un capo all’altro del Mondo. ” Le profondità invisibili del Mondo richiedono immaginazione per essere percepite. Il testo di Burnet ha fornito una portata globale allo studio della Terra, usurpata dai fondatori della geologia, che avevano prospettive molto più provinciali. Solo ora è tornata la prospettiva globale, ma il provincialismo e la mentalità ultraspecializzata e settoriale prevalgono ancora.

Burnet fu attaccato per il suo trattato teologico non-scientifico sulla Terra. Ma Burnet stesso attaccò coloro che avevano intrapreso la strada facile – interventi miracolosi – ogni volta che si erano trovati di fronte ad un problema difficile.

Burnet immaginava uno strato globale profondo di acqua, al di sotto della crosta terrestre e ad essa concentrico. La crosta si incrinò, permettendo al liquido sottostante di risalire dall’abisso. Questa ipotesi è molto simile ad alcune idee moderne, che attribuiscono l’esistenza dei vulcani alla presenza di uno strato globale di magma o di rocce parzialmente fuse, che emergono dove ci sono spaccature nella placca. Questa è una visione minoritaria. Il punto di vista opposto è che la Terra sia fredda e che i vulcani siano il risultato di miracoli, reminiscenza dei condotti di cui si è narrato nelle storie antiche. Questi ‘miracoli’ sono chiamati ‘singolarità iniziale’, l’inserimento di grumi bollenti nella parte inferiore del mantello e poi “l’accensione della gravità”.

Nella Sacra Teoria della Terra di Burnet, in comune con alcune moderne ipotesi della Terra profonda, si riteneva sufficiente che un’ipotesi spiegasse i fenomeni per spiegare i quali era stata formulata … questa era una prova sufficiente. Viene soddisfatta la curiosità, più o meno allo stesso modo in cui la risposta scrupolosamente ad hoc di una madre risulta esauriente per le domande insistenti di un bambino. La formulazione di una ipotesi può agire da deterrente piuttosto che da stimolo. Le ipotesi dovrebbero fare di più che spiegare i fenomeni che abbiamo osservato …  dovrebbero predire fenomeni che non sono ancora stati osservati. Uno scienziato buono ha sempre più di una ipotesi a disposizione ed è sempre intento ad analizzare e provare ciascuna di esse con osservazioni nuove. Un scienziato ottimo cerca sempre di dimostrare che la propria ipotesi preferita è sbagliata. Una buona ipotesi acquista più validità se sopravvive a queste verifiche, come Ercole sopravvive alle dodici fatiche. Uno scienziato mediocre può formulare un’ipotesi e, indipendentemente da ciò che viene misurato, la comunità scientifica decide di essere d’accordo oppure la etichetta come paradosso o curiosità e l’accantona. Questa è la scienza di Procuste. I credenti nel Diluvio o negli UFO o in una Terra Piatta sono in grado di trovare dappertutto le prove per la loro fede. 

Umberto Eco registra una conversazione tra Guglielmo di Baskerville e il suo compagno: 

“Cerca di formulare un’ipotesi. Devi aver imparato come si fa.”
“In realtà, ho imparato che ne devo formulare almeno due, una
in opposizione all’altra, ed entrambe incredibili.”
“Deglutii: formulare ipotesi mi ha reso nervoso.”

NOTE

5. Meglio nota in inglese come Peer Review.
6. National Science Foundation. Per l’Italia leggasi CNR e MIUR.
7. DAR, Daughters of the American Revolution, si basa sulla linea genealogica per l’accoglienza dei propri membri.
8. Ciò è reso sempre più vero dal dilagante uso improprio degli indici bibliografici.
9. Hermes: compagnia telefonica U.S.A.
10. E’ verosimile che Didacus Stella abbia attinto da Lucrezio, “De Rerum Natura”, Libro II, 9-10: “Sed nil dulcius est, bene quam munita tenere
edita doctrina sapientum templa serena,
despicere unde queas alios …” [Ma nulla è più dolce che abitare là in alto i templi sereni del cielo saldamente fondati sulla dottrina dei sapienti, da dove tu possa abbassare lo sguardo sugli altri …].
11. I Biascichini sono alti quanto Doroty, ne Il Mago di Oz.

Al seguente link è possibile leggere tutte le puntate del viaggio di MeteoWeb nella Commedia di Dante Alighieri:

https://www.meteoweb.eu/category/dante-alighieri-marco-polo-divina-commedia/

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