Una ricerca sviluppata dall’ospedale Sacco e dall’Università Statale di Milano in collaborazione con i ricercatori del Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell’Università Statale di Milano e della Boston Children’s Hospital, Harvard Medical School e Brigham and Women’s Hospital, con Laura Montefusco, Moufida Ben Nasr e Francesca D’Addio come primi co-autori, ha dimostrato che i pazienti con infezione da SARS-CoV2 hanno alterazioni del controllo glicometabolico al monitoraggio continuo della glicemia (CGM) associate ad alterazioni della resistenza insulinica e del secretoma periferico, che persistono anche dopo guarigione del COVID-19 (Long COVID-19). Lo studio è stato pubblicato su Nature Metabolism.
“Questo è il primo studio a dimostrare che SARS-CoV-2 induce insulino resistenza e deteriora la normale funzionalità ?-cellulare. Queste alterazioni possono portare ad iperglicemia franca che persiste anche nella fase post-acuta”, spiega Paolo Fiorina, docente di di Endocrinologia alla Statale, direttore del Centro Internazionale per il Diabete Tipo 1 (T1D) al Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi e direttore della Unità di Endocrinologia della ASST Fatebenefratelli-Sacco. “In particolare la comprensione profonda dei meccanismi della malattia potrà facilitare la ricerca di nuove strategie terapeutiche per questa malattia devastante che ha un impatto così importante sulla nostra comunità“.
“Queste nuove evidenze hanno rivelato come si sviluppa il diabete correlato al COVID-19 e possono aiutare a scoprire il possibile meccanismo della malatti,.” aggiunge il Professor Massimo Galli, direttore del reparto Malattie Infettive all’Ospedale Sacco e docente dell’Università Statale di Milano. Gli studi precedenti avevano evidenziato finora l’esiguità delle prove sul fatto che SARS-CoV-2 abbia una azione diretta o indiretta sulla funzionalità ?-cellulare.
“I nostri risultati hanno confermato l’associazione di COVID-19 con una alterazione complessiva del profilo glicemico al CGM, del profilo ormonale e del profilo citochinico nei pazienti con COVID-19, che persiste anche molto tempo dopo l’insorgenza dei sintomi. Infatti, abbiamo riportato alterazioni glicometaboliche simili nei pazienti con infezione acuta e dopo remissione dal COVID-19”, spiega ancora il professor Fiorina.
“Sono davvero soddisfatto dei risultati ottenuti dal nostro Centro e dal modo in cui i nostri ricercatori perseguano instancabilmente nuovi modi per migliorare la vita delle persone affette da diabete” dice il Professor Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore del Centro di Ricerca Pediatrico Romeo ed Enrica Invernizzi e Preside della Facoltà di Medicina, ed aggiunge: “Questa scoperta sottolinea anche l’importanza della ricerca per trovare soluzioni ai problemi clinici”.
Il Professor Paolo Fiorina conclude ringraziando la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi per aver reso possibile la ricerca e per il continuo supporto straordinario.