Islanda, il vulcano Fagradalsfjall non smette di sorprendere: le più alte fontane di lava dall’inizio dell’eruzione [FOTO]

Registrate le fontane di lava più alte dall'inizio dell'eruzione del vulcano Fagradalsfjall in Islanda: uno dei getti potrebbe aver superato i 460 metri di altezza
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L’eruzione del vulcano Fagradalsfjall, nella Penisola di Reykjanes, nell’Islanda sudoccidentale, non smette di sorprendere scienziati ed appassionati. “L’eruzione continua a cambiare il suo aspetto senza mostrare segni di essere sul punto di finire”, spiega Þorvaldur Þórðarson, vulcanologo e professore all’Università d’Islanda. Gli ultimi sviluppi che hanno sorpreso gli scienziati sono relativi al comportamento pulsante dell’eruzione, iniziato nella notte tra 1 e 2 maggio: ora dal cratere formatosi dalla fessura numero 5, si originano alte fontane di lava, intervallate da pause.

“C’è stato un leggero cambiamento nelle misurazioni del tremore sismico al Fagradalsfjall poco prima delle 4:30” di oggi, mercoledì 5 maggio, spiega l’Istituto Meteorologico Islandese (IMO). “Il ritmo era stato lo stesso fino ad allora, circa 10 minuti tra i getti di magma. Ma questa mattina, è passata circa mezz’ora tra i potenti getti di magma. Alle 5:40, c’è stato un getto di magma eccezionalmente alto” che “sembra aver superato i 460 metri.

Una possibile spiegazione per il comportamento pulsante dell’eruzione, secondo Þórðarson, è che la forma della parte superiore del condotto sia cambiata. Forse, si è formato un restringimento, che influenza la risalita di grandi bolle di gas. Quando queste esplodono, si formano i grandi getti di magma nell’aria. Gli esperti credono che il flusso di magma sia aumentato. Ci sono segni di maggiori quantità di acqua nel magma, come suggerito dai getti di magma più potenti.

È possibile, inoltre, che bombe di lava possano essere lanciate fino a diverse centinaia di metri di distanza dal sito dell’eruzione quando si verificano altre fontane di lava. Una nuova valutazione del rischio estende l’area di pericolo intorno al vulcano, che include non solo le aree a rischio per l’apertura di nuove fessure ma anche le potenziali dimensioni delle bombe di lava e la distanza che possono raggiungere, sia in condizioni ventose che calme. L’area di pericolo dovute alle bombe di lava è stimata in un raggio di 400 metri attorno al cratere in condizioni di calma, con il raggio che aumenta a 650 metri se il vento è di 15 metri al secondo.

Il flusso di lava dai siti dell’eruzione è stato in media di 7,5 metri cubi al secondo nell’ultima settimana, secondo i risultati degli scienziati dell’Istituto di Scienze della Terra dell’Università d’Islanda. Il flusso di lava è leggermente superiore a quello misurato nella settimana precedente. Il volume delle eruzioni ha ora raggiunto i 23 milioni di metri cubi e l’area coperta dalla lava è di 1,41 chilometri quadrati.

Nella gallery scorrevole in alto, le immagini dell’eruzione in atto.

Tre fasi

I 48 giorni trascorsi dall’inizio dell’eruzione possono essere approssimativamente suddivisi in tre fasi. La prima fase è durata circa due settimane ed è stata caratterizzata da una colata lavica abbastanza costante ma in leggera diminuzione. La portata è passata da 7-8 metri cubi al secondo a 4-5 metri cubi in due settimane. Il secondo periodo, durato due settimane, è stato caratterizzato dall’apertura di nuove fessure, con la colata lavica che variava leggermente, tra i 5-8 metri cubi al secondo. Infine, nella terza fase, quella delle ultime due settimane, l’eruzione risulta concentrata prevalentemente in un unico cratere, quello nato dalla fessura numero 5. Il flusso di lava è leggermente aumentato durante questo periodo ed è ora tra i più alti visti durante l’eruzione.

In questo momento, non è possibile dire quanto durerà l’eruzione, ma lo sviluppo delle colate laviche nel tempo darà indicazioni.

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