Sebbene l’epidemia di Covid-19 che ha cambiato il volto del nostro mondo ci abbia catapultato in un atmosfera più scientifica che mai, non mancano ovviamente le visioni più fataliste dell’evento che da un anno e mezzo ha sconvolto il mondo. Da più parti si è parlato di questa pandemia come un segno divino, c’è chi ha provato a mettere insieme diversi elementi, a interpretarli, a spiegarli e ne ha tirato fuori un messaggio e con precisione dei segni.
Riportiamo di seguito l’analisi fatta da Gaetano Barbella, nato a Bolzano nel 1938, da genitori originari di Caserta. Come si legge in uno dei suoi curriculum scovati online, nel luglio 1997 Dario Spada, attraverso il periodico fiorentino Giornale dei Misteri, lo ha intervistato, definendolo “un originale ricercatore dell’insolito”. Si occupa di esoterismo, di misteri, di astrologia. A Spada, Bardella presentò una sua teoria secondo la quale, attraverso originali cartografie ricavate dalla topografia terrestre, fra centri urbani e località in genere, si può giungere alla comprensione della corrispondente supposta vita e posizione astrale. Secondo Bardella i riferimenti astrali sono connessi, per esempio, alle scritture bibliche.
Ecco la prima parte dell’analisi fatta da Bardella, seguiranno poi la seconda e la terza parte.
Il bambino veggente di Caserta
Di Gaetano Barbella
La Natura ti sia guida, seguila lieto arte:
Fallirai se non ti sarà compagna di strada;
La ragione ti sia bastone, fortifichi l’esperienza,
Gli occhi tuoi, che possa tu vedere in lontananza.
La lettura sia una chiara lampa nelle tenebre,
Perché ti guardi cauto dagli ammassi di parole e cose
(Michael Maier. Atalanta fugies. 1868. Emblema XLII)
La profezia del bambino che aveva previsto il Covid: “In arrivo una catastrofe”
8 Agosto 2020 – 18:28
“C’è grande scetticismo sulla nuova previsione del bambino prodigio indiano Abhigya Anand, che dopo aver previsto la pandemia di Covid nel 2019, ora ha “visto” una nuova tragedia che sconvolgerà l’umanità nel 2021″ annuncia in un suo articolo su Il giornale.it1 la scrittrice Roberta Damiata. E poi così prosegue: “Una nuova catastrofe tra dicembre e marzo potrebbe minacciare l’umanità, a dirlo è Abhigya Anand, il 14enne indiano famoso in tutto il mondo per aver previsto nel 2019 la pandemia di coronavirus con tale precisione da specificare che sarebbe iniziata dalla Cina. Il ragazzo possiede un diploma post-laurea in Microbilogia ayurvedica ed è un astrologo di fama internazionale famoso per le sue capacità di pronosticare gli eventi”.
Occorre dire che a questa veggenza si aggiunge a conferma, quella della scrittrice, veggente e medium, Sylvia Browne, la quale aveva previsto la stessa cosa, cioè che “Entro il 2020 gireremo con mascherine e guanti per un’epidemia di polmonite grave”. Più precisamente aveva detto: “Entro il 2020 diventerà prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma a causa di una epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa improvvisamente svanirà con la stessa velocità con cui è arrivata, tornerà all’attacco nuovamente dopo dieci anni, e poi scomparirà completamente”.
Come al solito cose di questo genere solo nella storia del passato remoto riuscivano a scalfire le menti umane e indurre i popoli, dal sovrano al più povero, compreso il clero, alla penitenza. Questo particolarmente intorno all’anno mille poichè si era diffusa la convinzione della prossima fine del mondo, poi tutto passò, anche se le epidemie e le guerre non mancarono di fare la loro parte, per capire che l’Apocalisse la si vive comunque giorno dopo giorno, sempre. Tuttavia se mi è parso opportuno far notare il caso del giovanissimo veggente indiano Abhigya Anand, è perché un altro la nostra terra, attraverso i suoi segni fatti dall’uomo con le sue abitazioni, strade, ferrovie, oltre a quelle naturali, fra fiumi, laghi e mari, ci mostra delle immagini che valgono come veggenza per chi è disposto a osservarle. Ed è il caso offerto dalla carta mappale di Caserta per cominciare.
Un chiaroveggente di nuova lega
Sin dal 1997 in poi, sono stato portato a concepire numerose configurazioni connesse alla morfologia dei centri urbani e località della Terra in genere, seguendo le tracce delle case, strade, fiumi, rete ferroviaria ed altro confacente. Una di queste è stata quella dedotta dalla mappa di Caserta (figura a destra). Qui sono vissuto sin da ragazzino fino al mio matrimonio nel 1969, eccetto alcuni anni. Quando disegnavo queste carte della surrealtà, che oggi posso definire cartografie mappali terrestri, era come se eseguissi dei restauri di “manufatti” archeologici, di cui molte parti non esistevano più e occorreva perciò immaginarle in modo che si legassero al restante ancora idoneo da interpretare. Ma a volte il tutto non richiedeva che solo poche parti nuove e il resto, da solo, faceva delineare configurazioni davvero sorprendenti. Quando questo avvenne la prima volta, fu come se mi si fosse dischiuso innanzi a me una singolare visione del mondo della Natura, la Grande madre, nella prospettiva della sua dimensione parallela alla nostra di esseri terrestri. Ho cercato di darmene una spiegazione ritenendo di essere una sorta di veggente di nuovo genere, non contemplato nella casistica dei noti veggenti che riguardano il mondo del cosiddetto paranormale. Tant’è che ottenni di veder pubblicati i primi risultati delle mie configurazioni cartografiche terrestri, prima sul periodico ‘Il Giornale dei Misteri’ di giugno, nel 1997, e successivamente sul periodico ‘I Misteri’, edizione Cioè.
In seguito ci furono alcuni studiosi che mi contattarono per approfondire la tematica su queste mie configurazioni insolite e nel 1999 entrai in relazione con il dott. Mauro Bigagli, il coordinatore del mensile Energie di “Studi, Ricerca e Scienza dello Spirito” di Cosentino. Mi parve un erudito personaggio carismatico che mi scrisse una lettera dopo aver esaminato alcune mie cartografie mappali. Non la riporto per intero ma solo per la parte che riguarda le crittografie mappali in questione che è questa:
“…La sua sensibilità è tale che non può essere compreso facilmente dall’Uomo di oggi. Lei nelle sue cartografie vede una realtà astrale, appartenente ad una dimensione eterica che nessuno può concepire; questa è la verità. Ciò che dice è vero ma appartiene alla realtà dell’energia astrale. Ho approfondito molto le sue cartografie e questa è la mia conclusione. La sua sensibilità lo eleva e vede cose che altri non vedono. Lei ha una trance lucida…”
Ma non meraviglia immaginare che sia la Natura l’autrice delle surrealtà da me rintracciate attraverso la morfologia dei centri urbani ed altro. Chi più di lei può considerarsi la Regale Artista che dipinge gli innumerevoli scorci della superficie terrestre? E per far questo, all’insaputa dell’uomo, cela le immagini che vuole fra le pieghe della relativa realtà morfologica, come per fissare, caso per caso, un’ignota verità figurata in codice che vi si addice, a mo’ di una memoria segreta. E sono tante che si presentano alla mia vista dopo quella di Caserta, come questa di Lecce che ora mi dispongo a mostrare e interpretare, attraverso la quale, con sorpresa si prefigurano tra l’altro i due personaggi emblematici della Divina Commedia di Dante Alighieri, “la fuja con quel gigante che con lei delinque» per citare i versi 43 e 44 del Purgatorio che vi riguardano“.