A causa di lavori di manutenzione nell’area del lago di Resia, il livello dell’acqua è stato abbassato e sono così riaffiorati i resti del paesino sommerso nel 1950.
Il lago è ben noto da tempo per il campanile che spunta tra le gelide acque, ma negli ultimi anni il bacino artificiale è diventato famoso per il romanzo “Resto qui” di Marco Balzano e per la serie Netflix “Curon”.
Alle sponde del lago, lungo 6,6 km e largo 1 km, si trovano i comuni di Resia e Curon Venosta, i borghi Casone e Spin. Fino al 1950 si trovavano 3 laghi naturali presso il Passo di Resia: il Lago di Resia, il Lago di Curon ed il Lago di San Valentino alla Muta. Una creazione di una grande diga nel secondo dopoguerra unificò i primi due laghi e sommerse il piccolo paese di Curon Venosta, del quale tutti gli abitanti dovettero essere evacuati, e gran parte del paese di Resia.
“Il lago di Resia è il più grande lago artificiale dell’Alto Adige con 120 milioni di metri cubi di capacità d’invaso. Alimenta la centrale idroelettrica di Glorenza che può produrre fino a 250 milioni di kw/h all’anno,” ha spiegato il direttore operativo Alperia Greenpower Andreas Bordonetti.
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