Il Grand Canyon è una delle immagini più vive della natura selvaggia del nostro pianeta che tutti possiedono grazie ai documentari, alle cartoline e ai film western che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.
Questo canyon roccioso, con la sua profonda gola rossa, è un luogo mitologico che conserva ancora alcuni dei suoi misteri: come quello sui fenomeni che lo hanno generato o sulle civiltà come quella degli Anasazi, che hanno dominato questo luogo ostile alla vita umana per poi esserne infine vinti.
Conoscere e visitare il Grand Canyon
Si trova nel cosiddetto Colorado Plateau, un altopiano che si apre tra le montagne rocciose estendendosi su quattro stati.
Per semplicità si può dividere il Grand Canyon in una sezione meridionale, che prende il nome di South Rim, ben attrezzata per accogliere i flussi turistici, e una settentrionale che viene detta North Rim, che risulta più estesa e poco accessibile perché selvaggia e aspra.
Questa zona si caratterizza per le sue incredibili scogliere, particolarmente profonde e strette, ma è famosa anche per lo Skywalk: il belvedere con il suolo di cristallo posto a 1.300 metri di altezza sullo strapiombo.
Proprio da Las Vegas, inoltre, è possibile prenotare una delle tante escursioni in elicottero o aereo che si realizzano ogni giorno.
L’area del Grand Canyon consente di osservare un’incredibile successione stratigrafica di ere geologiche, vi sono qui rocce sedimentarie che vanno da 200 milioni a oltre 2 miliardi di anni fa.
L’esposizione geologica nel Grand Canyon, infatti, varia dai 2 miliardi di anni degli Scisti di Vishnu alla base dell’Inner Gorge, ai 230 milioni di anni di età del Calcare di Kaibab sull’orlo.
Non tutti sono concordi con questa spiegazione della successione degli eventi perché è particolarmente complesso ricostruire la tipologia erosiva che ha generato il Gran Canyon. Una delle altre cause è da ricercarsi nei sollevamenti di faglia dovuti ai diversi terremoti, ma anche nell’azione vulcanica.
Il Grand Canyon fu scoperto per la prima volta dallo spagnolo García López de Cárdenas, che partito dal Nuovo Messico nel 1540 alla ricerca del misterioso fiume di cui parlavano gli indiani Hopi, si imbatté in questa stupefacente opera plasmata dalla natura.
Agli inizi del secolo divenne il luogo preferito anche del presidente Roosevelt, che lo utilizzava come riserva di caccia; mentre il Parco Nazionale del Grand Canyon venne istituito nel 1919 per salvare il Grand Canyon dallo sfruttamento e dal turismo selvaggio.
Il Grand Canyon è, inoltre, stato inserito nella lista mondiale UNESCO nel 1979.
I popoli del Grand Canyon
Qui coltivavano, lungo le sponde del fiume Colorado, piante come: zucche, fagioli, cotone e mais. Tuttavia, la crescente siccità spinse via gli Anasazi, costringendoli ad abbandonare le proprie dimore.
Furono altri nativi americani a giungere in questi luoghi e abitarli, tra di essi: gli Hopi, i Paiute e i Navajo, fino a quando vennero scacciati dai coloni europei che invasero anche queste remote e inospitali regioni.
Oggi sopravvivano nel Grand Canyon solo circa 300 membri della tribù Havasupai che vivono nel villaggio, capitale della Riserva dei nativi americani, Supai, che si trova a circa 13 chilometri dalla strada più vicina e a molti di più dalla civiltà occidentale.