Il razzo cinese Long March 5B che il 29 aprile scorso ha portato in orbita bassa il primo modulo della nuova stazione spaziale cinese effettuerà un rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre. Il timore è che i rottami della parte centrale del vettore possano finire al suolo, anche se è più probabile che ciò avvenga in un’area disabitata o in mare.
Il Long March 5B continua la sua discesa, perde sempre di più quota avvicinandosi all’atmosfera terrestre, ma la sua velocità rende molto difficile prevedere con precisione, al momento, in quale punto della Terra i rottami del razzo possano cadere, anche se le possibilità di uno schianto al suolo sono comunque inferiori alle possibilità che finiscano in mare, che copre il 71% della superficie terrestre.
Nella serata di ieri, presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, si è tenuto un tavolo tecnico allo scopo di seguire le operazioni di rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore PRC CZ5B. Alla riunione, oltre all’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) ha partecipato un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni. Sulla base degli ultimi dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana, è stato spiegato, “al momento la previsione di rientro sulla terra è fissata per il prossimo 9 maggio, con un’ampia finestra di incertezza. Non è quindi ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio“.
La probabilità di un coinvolgimento del territorio italiano o europeo, ha precisato la dott.ssa Stirpe, “rimane comunque estremamente bassa, e l’orario previsto dei passaggi (oltretutto col coprifuoco…) abbasserebbe ulteriormente il rischio collegato di danni a persone. Non possiamo escluderlo con certezza assoluta, quindi è giusto che le autorità preposte siano in allerta per l’evenienza“. Rimane anche il fatto che una previsione esatta sul luogo di caduta “non si potrà fare, e che la zona di possibile impatto si estende su una vastissima area del pianeta, e prevalentemente su zone oceaniche,” ha concluso l’esperta.
Come stiamo monitorando il rientro incontrollato del razzo cinese: l’ultimo aggiornamento EUSST
I dati dei radar SST dell’UE SATAM, BIRALES e MFDR-LR, si precisa in una nota, “hanno confermato che l’oggetto sta rientrando“.
La prima figura in alto a corredo dell’articolo mostra le tracce al suolo per la finestra di rientro, “l’attuale finestra del 2021-05-09 01:27:13 UTC ± 752 minuti“, che “continuerà a restringersi”
L’oggetto CZ-5B R/B ha una massa stimata che va da 17 a 21 tonnellate e una dimensione di circa 30 metri, dato che lo rende uno dei più grandi detriti a rientrare negli ultimi anni e quindi merita un attento monitoraggio.
I sensori SST dell’UE continueranno a osservare l’oggetto e i centri operativi continueranno a eseguire analisi per produrre la migliore stima possibile per il luogo e l’ora di rientro previsti.
Cina: rischi “estremamente bassi” dal rientro del razzo
Il rischio di danni derivati dal rientro del razzo lanciato il 29 aprile “è estremamente basso“: lo ha assicurato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, dopo che gli Stati Uniti hanno avvertito che i detriti potrebbero schiantarsi su un’area abitata. “La gran parte dei componenti saranno distrutti dall’ablazione durante il rientro nell’atmosfera e la probabilità di causare danni alle attività o alle persone a terra è estremamente bassa“, ha affermato Wang.
La Cina segue con attenzione il rientro nell’atmosfera della fase finale del razzo, ha detto il portavoce in risposta a una domanda diretta, assicurando che la maggior parte delle componenti si distruggerà nel processo di rientro.