Le faglie trascorrenti (strike-slip), come quella di San Andreas, in California, si verificano quando due blocchi di roccia sulla linea di faglia scivolano orizzontalmente l’uno sull’altro. Ora in un nuovo studio, gli scienziati dell’Universita’ dell’Illinois a Urbana-Champaign e del California Institute of Technology hanno utilizzato il supercomputer Blue Waters del National Center for Supercomputing Applications per modellare i pericoli relativi a tsunami provocati proprio da questo tipo di faglie.
Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, le citta’ costiere adiacenti alle faglie che attraversano le baie interne potrebbero correre un rischio precedentemente non considerato di sperimentare fenomeni di onde anomale. Tra le zone a rischio, la baia di San Francisco, la baia di Izmit in Turchia, il Golfo di Al-Aqaba in Egitto.
Diversi studi stanno esplorando le connessioni tra faglie trascorrenti e tsunami, ma il team guidato da Rosakis e Ahmed Elbanna dell’Universita’ dell’Illinois a Urbana-Champaign ha cercato di integrare una serie di dettagli complessi della geometria e della batimetria della faglia. “Il nostro lavoro e’ unico perche’ non considera lo tsunami come un evento specifico di una determinata localita‘ – sottolinea Elbanna – ma ci siamo concentrati sui fondamenti di un sistema di faglia trascorrente che agisce entro i confini di una baia. Il modello di base ci ha permesso di semplificare e generalizzare la situazione, in modo da identificare i luoghi del pianeta piu’ a rischio“.
Grazie alle simulazioni, il gruppo di ricerca ha scoperto che i terremoti intersonici, delle rotture nelle faglie che si verificano tanto rapidamente che il movimento supera quello delle onde sismiche generate, possono fornire energia sufficiente e spostamenti orizzontali abbastanza ampi da innescare potenti tsunami. “Il modello basato sulle leggi della fisica utilizzato dai ricercatori – commenta Mohamed Abdelmeguid, ricercatore presso la Exxon Mobil – fornisce informazioni fondamentali sul pericolo associato alle faglie trascorrenti. Dal lavoro emerge la necessita’ di tenere conto del rischio corso da alcune zone del pianeta in modo da mitigare i potenziali danni che potrebbero verificarsi altrove”.
“Le aree che abbiamo identificato come a rischio – conclude Elbanna – hanno subito terremoti intersonici in passato. Sebbene non ci si aspetta scene paragonabili alle pellicole cinematografiche catastrofiche, il pericolo di tsunami rappresenta un’eventualita’ concreta, da valutare e tenere in considerazione”.