Chi ha visto il fortunato lungometraggio della Pixar “Up” non tarderà a riconoscere nelle Cascate Paradiso la rappresentazione animata di Salto Angel, la cascata più alta del pianeta, alta l’equivalente di 3 torri Eiffel poste una sopra l’altra.
Questo salto straordinario che compiono le acque del rio amazzonico che genera la cascata si trova in Venezuela (dove rappresenta una delle maggiori attrazioni turistiche del paese), tra le montagne dalla piatta cima che prendono il nome di tepui: che nella lingua degli indigeni si traduce con “casa degli dèi”.
I numeri e la natura di Salto Angel
Il nome in lingua indigena è Kerepakupai Meru e si colloca nel sud-ovest della nazione a 125 chilometri dal confine con la Guyana e a circa 200 chilometri dal Brasile.
Giungere a vedere la cascata non è un gioco da ragazzi poiché non esiste alcuna strada che la colleghi al resto del mondo, così che per arrivare a vederla si deve ancora oggi prendere almeno un aereo e una canoa dal remoto villaggio indigeno di Canaima.
È a quel punto che un fiume appare come toccare il cielo e come un sottile sentiero, che si svolge al pari di un nastro, percorre il paesaggio giurassico che lo circonda.
La riserva naturale dispone di 3 milioni di ettari, che la configurano come la seconda area protetta più grande del Venezuela e la sesta nel mondo.
Quest’area dell’America meridionale è dunque caratterizzata da una serie di montagne che prendono il nome di tepui, sono per lo più isolate e si distinguono per la loro sommità piatta che le rende assimilabili ad altopiani, in alcuni casi sono ampie anche alcune centinaia di chilometri quadrati e tra di esse una delle più note è il Monte Roraima. I tepui dominano l’orizzonte e conferiscono un’aura di mistero al paesaggio, tanto che per i nativi la parola tepui significa “casa degli dèi“.
Inoltre, nei messi secchi l’accesso in barca risulta impossibile, mentre durante la stagione delle piogge, in particolare ad agosto e a settembre, la cascata appare nel suo massimo splendore con l’acqua torrenziale che si tuffa impetuosamente.
Nella zona centro settentrionale di questo tepui venezuelano, infatti, si trova il Rio Kerepakupai che viene ben alimentato dalle abbondanti piogge amazzoniche, dando infine vita alla cascata.
La scoperta di Salto Angel
Jimmie Angel era partito 4 anni dopo questo avvistamento con la moglie e altri due compagni di viaggio, giunto nei pressi del luogo indicato aveva tentato l’atterraggio con il suo aereo sull’Auyán-tepui, ponendosi come obiettivo quello di raggiungere le cascate dal loro punto di origine.
Tuttavia, il velivolo si danneggiò durante le manovre e costrinse la spedizione a raggiungerle a piedi dal tepui con una faticosa e lunga camminata che li ricondusse alla civiltà solo 11 giorni più tardi.
Nell’ottobre 1937, Angel dunque riuscì a raggiungere la cascata che da allora vennero chiamate “Salto Angel” proprio in suo onore.