Il 29 aprile, il razzo cinese Long March 5B ha portato in orbita il primo modulo della stazione spaziale Tiangong. Lo stadio centrale avrebbe dovuto compiere una manovra di deorbita per un rientro controllato, ma invece è anch’esso finito in orbita. Invece di cadere in un punto pre-designato dell’oceano, come avviene comunemente, l’oggetto da 21 tonnellate ha iniziato a girare intorno al pianeta in maniera incontrollata e ora è in caduta verso la Terra, dove dovrebbe cadere nei prossimi giorni. Sarebbe uno dei più grandi esempi di rientro incontrollato di un veicolo spaziale.
L’oggetto misura circa 30 metri in lunghezza e 4,8 metri in ampiezza. Quando uscirà dall’orbita, potrebbe bruciare nell’atmosfera terrestre, ma grandi pezzi di detriti potrebbero sopravvivere e raggiungere la superficie terrestre. La maggior parte del pianeta è composta dagli oceani, quindi le probabilità maggiori sono che i detriti cadano in mare. Tuttavia, potrebbero ancora minacciare aree abitate.
“È sempre difficile valutare la quantità di massa che sopravvive e il numero di frammenti senza conoscere il design dell’oggetto, ma una ragionevole regola generale dice circa il 20-40% del massa secca originale”, spiega Holger Krag, capo dello Space Safety Programme Office per l‘Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il percorso dello stadio del razzo cinese intorno alla Terra lo porta un po’ più a nord di New York, Madrid e Pechino e a sud fino a Cile meridionale e Wellington, in Nuova Zelanda. Potrebbe ricadere sulla Terra in qualsiasi punto di questa fascia.
Prevedere dove e quando atterrerà con precisione è impossibile. Il decadimento della sua orbita dipenderà dalle dimensioni e dalla densità dell’oggetto e tra le variabili incluse, ci sono anche le variazioni atmosferiche, a loro volta influenzate dall’attività solare e da altri fattori. L’alta velocità con cui l’oggetto si muove (7Km/s) fa sì che completi un giro intorno alla Terra circa ogni 90 minuti e quindi anche un cambiamento di pochi minuti nel tempo di rientro produrrebbe un punto di rientro a migliaia di chilometri di distanza.
Questa versione del razzo Long March era stata lanciata per la prima volta nel maggio 2020, quando aveva portato in orbita, per un volo di prova senza equipaggio, la navetta cinese per gli astronauti. Anche allora a cadere verso la Terra in modo incontrollato era stato lo stadio principale del razzo, pesante 20 tonnellate.
La notizia del rientro incontrollato è stata confermata all’ANSA da Luciano Anselmo, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isti-Cnr) di Pisa. “E’ la seconda volta che accade con questa versione del razzo. La prima – osserva – era stata nel 2020, quando i frammenti erano caduti su alcuni villaggi dell’Africa occidentale“, ma allora la notizia era passata quasi inosservata per la pandemia di Covid-19.
“Dopo il lancio lo stadio del razzo e’ stato abbandonato nell’orbita e non da’ piu’ segni di vita“. Si comporta cioe’ come un “veicolo passivo” e l’unica influenza che subisce e’ “il freno dell’atmosfera, che lo sta facendo ricadere verso la Terra”, spiega Anselmo. “Ad avvalorare il sospetto e’ anche l’orbita che sta descrivendo, analoga sia a quella percorsa nel 2020 dal suo predecessore sia a quella nel 2018 dal prototipo della vecchia stazione spaziale cinese. Attualmente la caduta potrebbe avvenire nella fascia compresa fra 41,5 gradi a Nord e 41,5 gradi a Sud, e che comprende anche l’Italia centrale e meridionale. Il rientro e’ probabile a meta’ della prossima settimana prossima, con un’incertezza di alcuni giorni”, conclude l’esperto.