Conchiglie microscopiche sono state utilizzate dai geologi dell’Università di St Andrews per mappare il clima della Terra per milioni di anni: hanno concluso che sono passati 3 milioni di anni dall’ultima volta che gli attuali livelli di anidride carbonica (CO2) sono stati riscontrati sulla Terra.
In dettaglio, le conchiglie sono state estratte da campioni di fango prelevati dal profondo fondale oceanico. Gli esperti hanno poi messo in relazione la composizione delle conchiglie con l’acidità dell’acqua di mare e quindi i livelli di CO2 atmosferica.
Secondo gli scienziati, se la combustione di combustibili fossili dovesse continuare a crescere, i livelli di CO2 entro due generazioni corrisponderanno a quelli di circa 50 milioni di anni fa, quando i coccodrilli vagavano per l’Artico.
Il dottor James Rae, coautore dello studio, ha dichiarato a BBC Scotland: “Quel record di cambiamenti di CO2 in passato sta davvero cercando di mandarci un messaggio su dove siamo diretti in futuro. Se permettiamo al sistema climatico terrestre di raggiungere quel livello di CO2, stiamo tornando verso mondi che non sono stati mai sperimentati prima dalla specie umana e che sono davvero preistorici in termini di cambiamento climatico“.
Le concentrazioni di gas serra sono il risultato cumulativo delle emissioni passate e presenti di una serie di sostanze, tra cui anidride carbonica, metano e protossido di azoto. In virtù dell’Accordo di Parigi, i Paesi stanno cercando di ridurre le emissioni di questi inquinanti generati, ad esempio, dalla combustione di combustibili fossili.
Questi gas serra intrappolano il calore vicino alla superficie terrestre, aumentando le temperature. Questo riscaldamento planetario minaccia l’approvvigionamento alimentare globale, rende gli eventi meteorologici – come le tempeste tropicali e le ondate di calore – più estremi e aumenta il rischio di inondazioni causate dall’innalzamento del livello del mare.
Nelle profondità dell’oceano, il fondo del mare è creato principalmente da creature marine morte che formano gradualmente strati nel corso di decine di milioni di anni. I gusci esaminati dal team della St Andrews University sono stati prelevati da diverse profondità di campioni di fango, alcuni dei quali erano profondi diversi km.
Dopo aver stabilito la loro età, i gusci sono stati setacciati dal fango e poi scomposti in laboratorio per rivelare un elemento chimico: il boro.
La ricercatrice Hana Jurikova, ha spiegato: “In questo caso, il boro funziona come indicatore del pH dell’oceano (il suo livello di acidità). “Poiché la CO2 atmosferica e il pH dell’oceano sono strettamente accoppiati, conoscere l’antico pH dell’oceano ci consente di comprendere come si è evoluta la CO2 in questo periodo“.
I geologi hanno spiegato che le loro scoperte rappresentano la storia più completa dei livelli di CO2 negli ultimi 66 milioni di anni, precisando che l’ultima volta che era ai livelli attuali, c’era molto meno ghiaccio in Groenlandia e in Antartide, con il livello del mare più alto di circa 20 metri.
I risultati fanno parte di un progetto quinquennale, guidato dall’Università di St Andrews, che proseguirà per altri 3 anni.