Tutta la distruzione dei vortici di fuoco raccontata nel film Into the Storm

Il film Into the Storm racconta di uno dei più disastrosi eventi naturali che conosciamo: i vortici di fuoco. Ma cosa sono questi fenomeni? Cos'è un pirocumulonembo? È possibile prevedere quando e dove colpirà un tornado di fuoco?
MeteoWeb

Il film del 2014 Into the Storm è stato girato in stile falso documentario da Steven Quale e ha come protagonisti dei catastrofici eventi metereologici che si susseguono durante il racconto, Richard Armitage e Sarah Wayne Callies.
Al centro della storia vi sono una serie di potenti tornado che affliggono un’immaginaria cittadina dell’Oklahoma e uno in particolare prende le sembianze di un tornado di fuoco. Ma cosa sono i vortici di fuoco? Come si generano? E perché sono particolarmente pericolosi quando associati a un pirocumulonembo?

La trama di Into the Storm

La pellicola è ambientata in Oklahoma, nell’immaginaria cittadina di Silverton. Il vicepreside del liceo locale Gary Fuller chiede ai propri figli Trey e Donnie di registrare i messaggi video dei diplomandi per inserirli in una capsula del tempo che verrà aperta solo 25 anni più tardi.

Nel frattempo, il cacciatore di tempeste Pete sta da lungo tempo tendando di intercettare e filmare i tornado utilizzando un vecchio veicolo adibito proprio a quest’uso, denominato Titus. Dopo aver appreso di una linea importante di tempeste in via di sviluppo, l’inseguitore e il suo team decide di dirigersi a Silverton nella speranza di riuscire nell’impresa.
Qui la squadra di Pete scopre che la cellula di Silverton si è bruscamente rafforzata provocando una grandinata e un tornado e proprio mentre la squadra filma, l’imbuto della tromba d’aria cambia direzione e si dirige verso il liceo.

Gli studenti si ammassano dentro l’edificio scolastico per sfuggire al tornado di classe F3 ed escono solo il giorno dopo per contemplare la distruzione lasciata dall’evento naturale.
Gary, si attiva intanto per salvare il figlio maggiore Donnie, rimasto intrappolato con un’amica in una cartiera presso la quale i due si erano recati per un progetto. Proprio mentre Gary e Trey si spostano, un nuovo tornado prende forma distruggendo diversi edifici e minacciando la vita del meteorologo della squadra di Pete che viene salvato proprio da Gary.

Scongiurato questo pericolo i cacciatori decidono di aiutare Gary dirigendosi con lui verso la cartiera, ma il peggio deve ancora arrivare perché altre trombe d’aria si abbattono sulla cittadina distruggendo un quartiere residenziale; ma soprattutto un’esplosione trasforma uno dei tornado in un vortice di fuoco.

Nella cartiera un tubo dell’acqua di rompe bruscamente iniziando ad allagare il buco in cui si trovano i due studenti che si preparano al peggio registrando messaggi d’addio per i loro cari, ma i due ragazzi vengono fortunatamente liberati dalla loro trappola mortale.

Nei cieli di Silverton due grandi tornado convergono formando un gigantesco tornado F5 che minaccia di radere al suolo la città. La squadra di Pete segnala che il rifugio anti-tempesta presente nella scuola è inadeguato a fronteggiare un tornado di tale portata e decide di avvisare del pericolo tutta la cittadinanza che si trova riunita nel liceo.

I cacciatori di tempeste e i cittadini rifugiati nella scuola si nascondono in un canale di scolo di un cantiere edile ma i detriti del tornado compromettono il rifugio. Pete consegna tutto il suo materiale di ricerca a Gary e decide di sacrificarsi, nel tentativo di salvare innumerevoli vite, spostando Titus così che il veicolo possa ancorare la parete di cemento e proteggere dalla tempesta.

Dalla torretta della telecamera a bordo di Titus, Pete osserva l’imbuto del tornado mentre il veicolo viene sollevato sopra le nuvole, prima di schiantarsi al suolo, uccidendolo e distruggendo Titus. Poco dopo, il tornado F5 si dissipa.
Il giorno successivo i cittadini esprimono il loro rinnovato apprezzamento nei confronti delle loro vite ed elogiano il sacrificio e la dedizione verso la scienza di Pete.

Tornado di fuoco

I tornado di fuoco sono anche detti vortici di fuoco o diavoli di fuoco, rappresentano un fenomeno piuttosto insolito ma sono estremamente letali quando si verificano.
I vortici generati dal fuoco possono verificarsi negli incendi sia urbani che extraurbani.

Sono caratterizzati da colonne verticali di cenere, fumo, e spesso fiamme che ruotano vigorosamente e solitamente si innalzano dai 10 ai 50 metri d’altezza, hanno due o tre metri di larghezza, e durano pochi minuti. Tuttavia, sono stati segnalati Diavoli di fuoco alti più di un chilometro che sono andati avanti per oltre 20 minuti sollevando venti che superavano i 160 chilometri orari.
La temperatura di un vortice di fuoco può raggiungere un massimo di circa 1,090 ° centigradi e alcuni ruotano a una velocità di 99 miglia all’ora.

Generare un tornado di fuoco richiede una concomitanza di fattori, in primo luogo la presenza del fuoco, e in un secondo momento una fonte di rotazione nell’atmosfera che determina la concentrazione del fuoco in questa vorticità, all’interno di un tubo d’aria rotante che innalza le fiamme.

Il fuoco, inoltre, non dev’essere composto da labili fiamme che andrebbero a estinguersi con il vento ma dev’essere parte di un vero e proprio incendio, inoltre il caldo torrido, i venti turbolenti e spesso il terreno irregolare sono altri fattori che determinano questo fenomeno. L’ardere della vegetazione che brucia con i gas rilasciati alimenta ulteriormente i diavoli di fuoco che avanzano portando distruzione.

Gli scienziati spiegano quindi senza difficoltà il principio fisico per il quale si creano i vortici di fuoco, ma non sono in grado di prevedere quando e dove potrebbero verificarsi.

Se le condizioni si presentano davvero estreme, il fuoco può produrre una nuvola che prende il nome di pirocumulo, una nube appunto che si forma sopra il fuoco. Un fenomeno che solitamente è innocuo ma che nel momento in cui si trova sopra un fuoco particolarmente intenso e a contatto con condizioni atmosferiche instabili può portare a un pirocumulonembo, una faccenda decisamente più pericolosa.

La maggior parte dei vortici di fuoco è di piccole dimensioni ma in rari casi possono generarsi dei veri e propri tornado, soprattutto quando il vortice di fuoco è connesso a un pirocumulenembo sovrastante.

I vortici di fuoco, dunque, non sono tornado classici poiché la loro vorticità deriva dal sollevamento e dai venti superficiali indotti dalla temperatura, piuttosto che dal mesociclone che genera il normale tornado. Un mesociclone è, infatti, un vortice d’aria creato in una tempesta convettiva in cui l’aria ascendente ruota attorno a un asse verticale in una direzione simile a quella dei sistemi a bassa pressione.

Effetti dei vortici di fuoco

I vortici di fuoco per il sussistere in essi di una convergenza di fattori pericolosi possono causare grandi distruzioni anche in lassi di tempo molto brevi, perché si muovono molto velocemente e la temperatura particolarmente elevata incendia tutto ciò che trovano sul percorso.

Possono sradicare alberi e interi edifici ma possono anche aiutare i vigili del fuoco a determinare la capacità che ha un determinato incendio di diffondersi o generare un nuovo incendio in un’altra zona. I detriti bruciati, infatti, possono essere trasportati dai forti venti in altri luoghi.

Molti tornado di fuoco si sono sviluppati nel 1926, dopo che un fulmine colpì lo stabilimento di stoccaggio della Union Oil Company a San Luis Obispo, in California, in quel caso morirono due persone e furono innumerevoli i danni strutturali riportati.
La tempesta di fuoco, in quell’occasione, bruciò per oltre 5 giorni e produsse numerosi vortici di fuoco di grandi dimensioni che trasportarono detriti incendiari su una distanza di oltre 5 miglia.

Un altro rovinoso esempio di diavolo di fuoco fu quello che si verificò nel 2003 a Canberra, la capitale australiana. Il tornado di fuoco in quell’occasione fu creato da una supercella temporalesca generata dalla nube di fuoco associata a un violento incendio.
Il tornado provocò un enorme incendio e nella scala di Fujita fu valutato come F3, a seguito di questo evento morirono 4 persone e ne furono ferite quasi 500.

La scala Fujita

La scala Fujita, prende il nome da Theodore Fujita, un professore dell’Università di Chicago che la introdusse nel 1971, misura l’intensità di un tornado e i danni che questo ha portato alle strutture costruite dall’uomo, pertanto è misurabile solo dopo il passaggio della tromba d’aria. Ecco in linea di massima come la scala misura i tornado:

  • Tornado categoria F0, vento da 64 a 116 Km/h. Debole. Danni leggeri con cartelli divelti e qualche ramo spezzato.
  • Tonato di categoria F1, venti da 117 a 180 Km/h. Moderato. Danni moderati. Tegole dei tetti divelti, case prefabbricate o di legno danneggiate, difficoltà a guidare un veicolo.
  • Tornado di categoria F2, venti da 181 a 253 Km/h. Intenso. Danni considerevoli. Tetti scoperchiati, distruzione di case prefabbricate, ribaltamento di autoveicoli, sradicamento di alberi, sollevamento autoveicoli da terra.
  • Tornado di categoria F3, venti tra 254 e 334 Km/h. Forte. Danni gravi, asportazione di tegole e crollo di muri in mattone di abitazioni, ribaltamento di grossi camion, alberi abbattuti anche in zone boschive, sollevamento di automobili.
  • Tornado di categoria F4, venti tra 333 e 418 Km/h. Devastante. Danni devastanti, distruzione di abitazioni in mattone, sollevamento di automobili anche per diverse decine di metri.
  • Tornado di categoria F5, venti tra 418 e 512 Km/h. Catastrofico. Danni devastanti, case sollevate da terra e fatte esplodere, automobili sollevate e trasportate per centinaia di metri.

Questa scala, tuttavia, solleva alcune problematicità rispetto al tipo di misurazione come i danni inflitti dal vento, che sono legati al tipo di costruzioni presenti nella zona, inoltre, non considera precisamente l’ampiezza della tromba d’aria e la durata della sua permanenza al suolo.

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