Eriksen, il cardiologo: “Arresto cardiaco forse dovuto ad un’aritmia, solitamente non avviene in un cuore sano”

Il cardiologo sul malore del calciatore Christian Eriksen: "Siamo di fronte a un arresto che potrebbe essere dovuto magari a un'aritmia ventricolare, a una tachicardia sostenuta"
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I campionati Europei di calcio sono iniziati venerdì 11 giugno e già al secondo giorno, hanno tenuto appassionati – e non – con il fiato sospeso per quanto successo al calciatore dell’Inter Christian Eriksen durante la gara della sua Danimarca contro la Finlandia. Il giovane, 29 anni, si è improvvisamente accasciato a terra: è stato immediatamente soccorso dai compagni di squadra, che hanno impedito che soffocasse, e poi è stato vitale il pronto intervento dei sanitari che sono riusciti a rianimarlo con il massaggio cardiaco.

A prima vista si e’ parlato di sincope, ma non e’ appropriato perche’ la sincope e’ una perdita di coscienza breve con una ripresa autonoma. Qui invece l’atleta e’ stato soccorso dai compagni e dai sanitari, gli e’ stato effettuato un messaggio cardiaco. Siamo di fronte a un arresto che potrebbe essere dovuto magari a un’aritmia ventricolare, a una tachicardia sostenuta. Questo puo’ succedere, nonostante i controlli. E in Italia i controlli sono severi, piu’ che in altri Paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti”, ha spiegato il cardiologo Daniele Andreini alla Gazzetta dello Sport. “Penso alla cardiomiopatia aritmogena, ma anche a malattie legate all’attivita’ elettrica del cuore, che possono manifestarsi per la prima volta in modo drammatico senza prodromi ai controlli medici talora non danno segni di anomalia. Sono casi rari, ma le morti improvvise purtroppo capitano. Soprattutto negli atleti di alto livello, sottoposti a livelli di stress psicofisico che possono scatenare l’aritmia stessa”, aggiunge Andreini.

Eriksen
Foto Ansa

Corretto, secondo lo specialista, e’ stato il soccorso “super tempestivo, dal malore alle prime manovre di soccorso sono passati 10-15 secondi. Correttamente all’inizio e’ stata controllata la pervieta’ delle vie aeree, per poi iniziare il massaggio”, “prima si inizia, piu’ facile e’ che l’aritmia si interrompa e soprattutto non si abbiano reliquati, cioe’ danni postumi”.

Per quanto riguarda un’eventuale ripresa dell’attivita’ sportiva, “e’ difficile dirlo in questo momento. Un arresto cardiaco, se di questo si tratta, solitamente non avviene in un cuore sano. Di base spesso c’e’ una cardiopatia organica alla base delle aritmie. Occorrera’ far degli approfondimenti, a iniziare da un elettrocardiogramma e da una risonanza magnetica. Magari gia’ l’ECG fatto subito dopo l’arrivo in ospedale ci dira’ qualcosa sul perche’. Magari ci possono essere cause secondarie che si possono rimuovere in modo che il problema non si ripresenti. Una ipopotassemia, ad esempio: se il potassio e’ basso si rischiano aritmie gravi. Ma questa e’ l’ipotesi migliore. Occorre ricostruire la sequenza degli eventi, ma spesso in questi casi c’e’ una causa rilevante che pregiudica il ritorno all’attivita‘”.

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