Da millenni, i vulcani attirano l’interesse umano per la loro pericolosità ma anche spettacolarità. Oggi nel mondo sono attivi 1.500 vulcani, attorno ai quali vivono piu’ di 800 milioni di persone. Solo da pochi decenni siamo stati in grado di capire buona parte dei meccanismi che ne guidano l’evoluzione ma riuscire a prevedere le eruzioni e’ ancora molto difficile. Dopo aver passato in rassegna gran parte degli studi fatti finora sulle eruzioni vulcaniche, un gruppo di ricerca internazionale, guidato dall’italiano Luca Caricchi dell’Universita’ di Ginevra, ha pubblicato un articolo su Nature Reviews Earth and Environment per fare il punto su quali siano gli indicatori principali da tenere sempre sotto controllo.
Il lavoro guidato da Caricchi, a cui ha partecipato anche Eleonora Rivalta, del centro di ricerca tedesco per le Geoscienze a Postdam e dell’Universita’ di Bologna, ha cercato di mettere ordine tra i tanti studi condotti sul tema. Quel che ne emerge e’ che affinche’ si verifichi un’eruzione, non c’e’ un solo elemento scatenante me e’ necessaria una combinazione di fattori, alcuni dei quali sono assolutamente necessari. Lo studio ha portato all’individuazione di 3 chiavi principali per la previsione delle eruzioni: la fluidita’ del magma, la sua pressione e l’eta’ del vulcano.
Il magma e’ la materia prima: roccia fusa che sale verso la superficie da decine di chilometri di profondita’. Ma per arrivare a fuoriuscire deve essere sufficientemente fluido, infatti, se troppo denso (a causa della cristallizzazione) il magma ‘perde la strada’, e devia facilmente il cammino in orizzontale. Altro fattore chiave e’ che il magma si raccolga in un serbatoio, una grande camera, dove accumulandosi viene pressurizzato. Questo elemento si combina infine con l’eta’ del vulcano: i serbatoi di accumulo piu’ giovani hanno pareti piu’ ‘rigide’ rispetto ai serbatoi di vulcani vecchi e cio’ permette al magma di raggiungere velocemente una pressione alta. Proprio questi ultimi fattori spiegano perche’ solitamente i vulcani giovani eruttano piu’ spesso ma anche meno violentemente.
Ovviamente per prevedere le eruzioni queste 3 caratteristiche fondamentali devono essere integrate con le specificita’ di ogni vulcano ma lo studio cerca di fornire una sorta di base di riferimento per il monitoraggio dei vulcani attivi nel mondo.