Nel 2020, la tecnica Crispr (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats), che permette di riscrivere il Dna, è stata premiata con il Nobel. Come un bisturi molecolare permette, infatti, di modificare con altissima precisione il codice genetico di animali, piante e microrganismi. Ora la tecnica del taglia-incolla è stata utilizzata sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in un esperimento su cellule di lievito. Lo studio, condotto dai microbiologi del Johnson Space Center della NASA, coordinati da Sarah Stahl-Rommel, e pubblicato sulla rivista Plos One, ha consentito di riparare il Dna nello spazio.
Nell’esperimento, il cui obiettivo e’ studiare nello spazio i meccanismi di riparazione del Dna, la tecnica Crispr/Cas9 e’ stata utilizzata per accumulare danni nel Dna e studiare poi i meccanismi di riparazione in orbita. Nello spazio, infatti, il Dna e’ piu’ soggetto a errori a causa del bombardamento di raggi cosmici. Capire quali strategie di riparazione possono entrare in gioco nello spazio e’ importante per la salute degli astronauti, soprattutto in vista di permanenze piu’ lunghe, come nei futuri viaggi verso la Luna o Marte.
La Crispr/Cas9 e’ stata scoperta nel 2011 dalle ricercatrici Emmanuelle Charpentier, che guida l’Istituto Max Planck Unit per le Scienze dei patogeni, a Berlino, e Jennifer A. Doudna, dell’Universita’ della California a Berkeley, premiate per la scoperta con il Nobel per la Chimica 2020. Nata come arma di difesa dei batteri contro le infezioni da virus e scoperta nel batterio Streptococcus pyogenes, responsabile di infiammazioni nell’uomo, la Crispr/Cas9 e’ oggi uno degli strumenti piu’ potenti dell’ingegneria genetica. Presentata per la prima volta nel 2012, la tecnica ha permesso di rivoluzionare la ricerca nelle scienze della vita, contribuendo ad aprire nuove strade per la cura di molte malattie, da alcune forme di tumore alla fibrosi cistica, fino ad avvicinare il sogno di curare le malattie ereditarie.