Da mesi ormai, nel Mar di Marmara, a sud di Istanbul, si registra un’invasione di mucillagine marina, materia organica potenzialmente molto dannosa per l’ecosistema. Secondo gli esperti, la diffusione di “muco di mare” sarebbe legata principalmente al cambiamento climatico e all’inquinamento, dovuto a uno scorretto smaltimento dei rifiuti nell’area, dove vivono circa 25 milioni di persone.
Nella prima settimana di pulizia del Mar di Marmara sono stati raccolti oltre 3mila metri cubi di mucillagine. Secondo il ministro dell’Ambiente turco Murat Kurum, le attività di rimozione sono state condotte finora in 193 punti, principalmente nelle acque al largo delle province di Yalova e Balikesir.
Il piano straordinario di pulizia prevede la raccolta della mucillagine per mezzo di barriere che favoriscono l’accumulo delle sostanze, che, oltre a danneggiare l’immagine turistica della regione, minacciano la sopravvivenza di diverse specie e la pesca.
“Il Mar di Marmara è diventato un mare morto. Dobbiamo intervenire al più presto possibile“, ha affermato qualche giorno fa Erol Kesici, consigliere scientifico dell’Associazione turca per la conservazione della natura.
Mustafa Yucel, ricercatore dell’Università tecnica del Medio Oriente, sostiene nelle acque della zona si registrano livelli di ossigeno troppo bassi per buona parte della vita marina: “Stiamo assistendo a un disastro mai visto prima. Ma se agiamo adesso, in cinque o sei anni potremmo portare il mare fuori da questo stato comatoso“.