Una ricerca pubblicata su Nature Communications, condotta da un team dell’Università di Pittsburgh, ha ipotizzato la possibilità di utilizzare superfici riflettenti nelle aree urbane come strategia di raffreddamento per contrastare le alte temperature.
Secondo gli autori, tra le aree di campagna e di città si osserva una differenza di temperature che in genere varia da 2 a 4 gradi: ciò è dovuto alle infrastrutture urbane che assorbono molto più calore rispetto alla vegetazione, con conseguente incremento dei costi di condizionamento e dell’acqua, oltre a rappresentare un rischio per la salute pubblica.
Dato che le aree urbane fanno registrare una riflettanza solare del 20% circa, per cui possono assorbire fino all’80% della luce solare, il gruppo di esperti ha ipotizzato la possibilità di applicare superfici con controllo della temperatura al 50% delle aree disponibili in una città.
“Se le superfici selezionate sono a monte della direzione del vento dominante, questa soluzione potrebbe essere efficace. Si creerebbe una sorta di barriera fresca in grado di controllare il calore nel resto della città,” ha spiegato uno degli autori, Sushobhan Sen, dell’Università di Pittsburgh.
“La salute del pianeta e di tutte le persone che abitano sulla Terra è strettamente legata al modo in cui riusciremo a reagire alle temperature in aumento. Le superfici riflettenti posizionate in modo opportuno potrebbero massimizzare e ottimizzare la resa delle tattiche di mitigazione dell’inquinamento termico,” ha concluso Lev Khazanovich, collega e coautore di Sen.