Negli ultimi giorni, ha fatto scalpore il tentativo di avvicinare i giovani alla vaccinazione contro il coronavirus SARS-CoV-2 attraverso l’offerta di birra artigianale. L’iniziata, poi annullata, era stata lanciata dal centro vaccinale di Messina. Iniziative simili sono state adottate anche negli USA. Per esempio, a Sterling, in Virginia, una birreria ha lanciato l’idea per incentivare le persone a farsi inoculare il siero di Johnson & Johnson proprio negli spazi esterni del locale, per poi ricevere una birra in premio. Il connubio vaccino-birra è stato messo in campo anche in Israele. Ma è inevitabile chiedersi: consumare alcolici nei giorni del precedenti e seguenti il vaccino può avere effetti collaterali?
La raccomandazione della Societa’ Italiana di Alcologia (Sia) è che gli alcolici vanno evitati nei giorni vicini alla vaccinazione. “La Societa’ Italiana di Alcologia e l’Osservatorio Alcol dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss) da diversi mesi raccomandano di non consumare alcolici nei giorni precedenti e successivi la vaccinazione“, rileva la societa’ scientifica in una nota. “La raccomandazione – osserva il presidente nazionale della Sia, Gianni Testino – e’ di astenersi dal consumo alcolico almeno 15 giorni prima e 15 giorni dopo ogni vaccinazione, o per lo meno di non superare i dosaggi che rientrano nel ‘basso rischio’“, pari a “una unita’ alcolica al giorno”. E‘ una misura di precauzione necessaria, considerando che il consumo di alcol, anche a bassi dosaggi, “riduce l’attivita’ del sistema immunitario acquisito e innato”, al punto che per alcune funzioni, come quelle delle cellule T, “si ripristina un’ottimale azione dopo circa 30 giorni di astensione” e delle cellule dendritiche che hanno il compito di catturare l’antigene dando il via al processo di generazione degli anticorpi. Il consumo di alcol ha riflessi anche sulle piastrine, componenti del sangue che contribuiscono alla coagulazione, e la situazione normale viene ripristinata nell’arco di una settimana. Queste osservazioni, pubblicate nel sito Epicentro dell’Iss, si sommano al fatto che “il consumo di alcolici attraverso la costituzione di ‘un organismo infiammato’” possa aggravare un’eventuale infezione Covid-19.
“Un consumo importante di alcol in particolare a lungo termine, può sopprimere il sistema immunitario e potenzialmente interferire con la risposta del vaccino”, secondo gli esperti. A evidenziarlo è il New York Times in un approfondimento specifico: “poiché possono essere necessarie settimane dopo il vaccino affinché il corpo generi livelli protettivi di anticorpi contro il coronavirus, tutto ciò che interferisce con la risposta immunitaria sarebbe motivo di preoccupazione”. “Se si è veramente bevitori moderati – evidenzia Ilhem Messaoudi, direttrice del Center for Virus Research presso l’Università della California Irvine, che ha condotto una ricerca sugli effetti dell’alcol sulla risposta immunitaria – allora non c’è un rischio particolare. Ma occorre essere molto consapevoli di cosa significhi veramente bere moderatamente. È pericoloso assumere grandi quantità di alcol perché gli effetti sui sistemi biologici, compreso quello immunitario, sono piuttosto gravi e si verificano abbastanza rapidamente dopo essere usciti dalla zona moderata”.
Un altro motivo per moderare l’assunzione di alcol è che il consumo eccessivo, insieme ai postumi di una sbornia che può derivarne, può potenzialmente amplificare gli eventuali effetti collaterali del vaccino Covid, tra cui febbre, malessere o dolori muscolari.
Sorprendono, invece, le dichiarazioni del virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano che, rispondendo ad una domanda postagli da due giovani al Centro vaccinale di Novegro, del gruppo San Donato, ha affermato ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio1: “Se uno si fa le canne può vaccinarsi tranquillamente, non c’è nessun problema”.