Mel deserto del New Mexico, precisamente ad Alamogordo, dopo 2 anni di duro lavoro da parte della selezionata equipe di lavoro del “Progetto Mahanattan”, esplose la prima bomba atomica, in quello che venne chiamato Trinity Test e che per gli effetti devastanti che ebbe superò ogni previsione fatta dagli scienziati.
Era il 16 luglio del 1945, una data destinata a cambiare le sorti della Seconda Guerra Mondiale ma anche il destino del mondo intero poiché da quel momento ebbe inzio l’era delle armi nucleari.
Cos’era il “Progetto Manhattan”
Lo scopo del progetto era quello di garantire le condizioni per la produzione di energia a partire dal processo di fissione nucleare e quindi realizzare l’ordigno dall’inimmaginabile potenza che tutti conosciamo come bomba atomica.
L’idea era stata suggerita dai fisici americani preoccupati che i tedeschi loro avversari potessero realizzare un ordigno di tale portata per primi.
Il timore, in particolare derivava dalla notizia che alla fine del 1938 i chimici tedeschi Fritz Strassmann e Otto Hahn erano riusciti ad ottenere la prima fissione nucleare.
A quel punto alcuni scienziati ebrei, nel frattempo rifugiati in America, convinsero Albert Einstein a scrivere al presidente americano per avvisarlo del pericolo delle implicazioni di questo successo tedesco. Proprio Einstein, infatti, nel 1907, con la scoperta della relazione fra massa ed energia (dalla celebre formula E=mc²) fu il primo a compiere un passo decisivo in direzione dell’utilizzabilità energetica della massa atomica.
Solamente nel 1941, tuttavia, in seguito alle conferme da parte del servizio segreto inglese dei progressi scientifici tedeschi, Roosevelt si decise a mettere in moto una macchina produttiva e di ricerca senza precedenti che trasformò radicalmente il rapporto tra militari, industria e mondo della ricerca scientifica.
Nel momento in cui gli Stati Uniti entrarono in guerra, le tempistiche della realizzazione della bomba atomica subirono una notevole accelerazione, possibile anche per i grandi interessi economici legati a un progetto che richiedeva disponibilità di fondi sostanzialmente illimitati.
Queste località furono preposte ognuna alla realizzazione di un particolare compito: alla produzione del plutonio Hanford, alla separazione del plutonio Oak Ridge, e alla costruzione della bomba atomica Los Alamos; su di esse fu imposto il divieto di traffico aereo sia civile che militare.
Il laboratorio della bomba atomica
Fu lo stesso direttore scientifico del progetto Robert Oppenheimer a proporre questo luogo che si presentava ideale per il suo isolamento da ogni centro abitato e nonostante la cifra considerevole di 400.000 dollari per la quale venne acquistato.
Quello che prese il nome di “sito Y” e che indicava il nome in codice del laboratorio, fu posto sotto il più totale e rigido isolamento al fine di mantenerne la sicurezza, e ultimato nel marzo 1943.
Da quel momento iniziarono ad arrivare sul posto alcuni tra gli scienziati più importanti del mondo occidentale selezionati personalmente da Robert Oppenheimer, tra di essi: Bohr, Weisskopf, Fermi, Wigner, von Neumann, Frisch, Teller, Segrè, Chadwick, Fuchs e altri ancora. Quasi tutti coloro che vennero convocati si unirono all’impresa.
La prima esplosione di una bomba atomica della storia
La bomba nucleare, chiamata The Gadget, venne issata su una torre d’acciaio alta 30 metri e sganciata dopo un conto alla rovescia che sembrò durare un tempo infinito. Infine, la bomba esplose dando origine a un’enorme palla infuocata che dopo qualche secondo si alzò formando un fungo atomico alto oltre 12 chilometri.
L’esplosione della bomba liberò un’energia di circa 20 chilotoni, pari cioè a quella di 20.000 tonnellate di tritolo e gli effetti dell’esperimento furono terrificanti superando di gran lunga ogni previsione fatta dagli scienziati.
La reazione a catena non frenata, della bomba al plutonio utilizzata, diede origine a una luce addirittura più intensa e accecante di quella solare e un vento tempestoso travolse tutto nel raggio di chilometri, il vento fu seguito da un tuono talmente potente da generare nei testimoni, situati a 15 chilometri di distanza, la sensazione che stesse per verificarsi una vera apocalisse.
Hiroshima aveva, infatti, circa 450.000 abitanti mentre Nagasaki circa 260.000. Il bilancio dell’azione bellica non poteva che essere devastante, fu un massacro difficile da calcolare, sia per il grado di distruzione generato che per gli effetti a lungo termine che le radiazioni ebbero sulla popolazione e sull’ambiente.
Oggi la stima più verosimile calcola che nelle due città morirono circa 175.000 persone sul colpo; mentre altre 340.000 nel medio termine per gli effetti dell’esplosione. Oltre mezzo milione di morti che calarono il sipario sulla Seconda Guerra Mondiale e il 16 luglio 1945 divenne ufficialmente la data in cui ha avuto inizio l’era delle armi nucleari.