Mentre nel cuore d’Europa si aggrava sempre più il bilancio delle vittime, in particolare tra Germania e Belgio, da più parti viene puntato il dito contro il cambiamento climatico.
Secondo Claudio Cassardo, docente di Fisica dell’atmosfera presso l’Università di Torino, “non è possibile dire che ogni singolo evento estremo sia stato causato dal cambiamento climatico, perché sarebbe sbagliato dirlo. Ma possiamo dire che, se lo stesso evento fosse accaduto un secolo fa, molto probabilmente si sarebbe rivelato un po’ meno estremo e sarebbe stato un po’ meno probabile,” ha spiegato l’esperto all’AGI. “Nelle stagioni calde l’atmosfera si arricchisce di energia termica e i contrasti tra aria calda e fredda sono una sorta di combustibile che rende più energetici i fenomeni atmosferici, in particolare quelli legati alle precipitazioni, ma anche alle ondate di calore. E così due settimane fa – riferisce la notizia meteorologica dal mondo che aveva fatto parlare di più erano stati i quasi 50 C registrati in Canada, mentre nell’ultimo mese a più riprese sono state invece le grandinate con chicchi giganti, grossi come albicocche o mele, che hanno imperversato in varie località del nord Italia producendo danni estesi alle coltivazioni e alle infrastrutture. L’ultima notizia riguarda invece i forti nubifragi che hanno provocato alluvioni estese tra Germania e Belgio, purtroppo con molte vittime e danni estesi“.
Secondo Cassardo, ormai in ogni stagione si verificano eventi estremi da qualche parte nel mondo: “Quando si dice che un evento estremo (siccità, alluvione, onda di calore, ecc.) è stato attribuito al cambiamento climatico, significa che il cambiamento climatico ha contribuito a quell’evento, rendendolo più intenso o più probabile“. “Ma questo non vuol dire che il cambiamento climatico ‘abbia causato’ quell’evento. L’attribuzione consiste nel capire se la probabilità o l’intensità di un particolare evento estremo accaduto ora è diversa da quanto sarebbe potuto avvenire in un mondo non affetto dal cambiamento climatico. Mi rendo conto che questa differenza è sottile e probabilmente non è semplice da comprendere, ma è fondamentale e quindi non va fraintesa“.
“Immaginiamo che la squadra di calcio X, un certo anno, vinca il campionato vincendo 30 partite su 38. Poi si scopre che uno dei suoi giocatori era dopato. Posso dire con sicurezza che il gol da lui segnato alla 33 giornata, che valse la vittoria, sia stato favorito dal doping? No, non posso dirlo con certezza. Per poterlo fare, dovrei avere una Terra B, partire dalle stesse condizioni ma con quel giocatore senza doping, e vedere se il risultato sarebbe stato lo stesso, condizione evidentemente irrealizzabile. Posso però dire che il doping di quel giocatore ha favorito la vittoria finale della squadra X, incrementandone le probabilità di successo e l’intensità di gioco? Si, questo lo posso dire. Quindi posso attribuire al doping la vittoria della squadra X, nel senso che il doping ha contribuito ad accrescerne la probabilità di successo, pur senza essere in grado di dimostrare che ogni singola vittoria è stata ‘causata’ dal doping. E questo è esattamente il caso dei nostri eventi estremi, con un piccolo distinguo. Gli estremi legati alle variazioni di temperatura hanno una relazione che statisticamente è più significativa con il cambiamento climatico. Per quelli legati alle precipitazioni ed ai fenomeni ad esse associati (downburst, tornado, grandinate, nubifragi), per via della loro grande variabilità spaziale e temporale, è più difficile il discorso di attribuzione al cambiamento climatico, anche se la fisica ci dice che, in un clima più caldo, ci dobbiamo aspettare dei fenomeni più violenti“. Insomma, per l’esperto “non è possibile dire che ogni singolo evento estremo sia stato causato dal cambiamento climatico, perché sarebbe sbagliato dirlo (gli eventi estremi si verificavano anche durante la Piccola Età Glaciale, quando faceva molto più freddo di oggi), ma possiamo dire che, se lo stesso evento fosse accaduto un secolo fa, molto probabilmente si sarebbe rivelato un po’ meno estremo e sarebbe stato un po’ meno probabile“. “Infine, vorrei anche ricordare che, al di là dell’attribuzione al cambiamento climatico, spesso i danni e ahimè le vittime sono causati dal maltrattamento al territorio effettuato da noi esseri umani, e talora anche dall’inosservanza di alcune pratiche di salvaguardia e di autoprotezione”, ha concluso l’esperto