“Erin Brockovich – Forte come la verità” è un film che ha fatto storia per la potente interpretazione che Julia Roberts ha regalato a un personaggio reale che ha lottato nei tribunali statunitensi per avere giustizia delle vite perse a causa dell’inquinamento della falda acquifera.
Le falde acquifere sono naturali riserve di acqua di cui sono intrise le rocce permeabili del sottosuolo e si rinnovano ogni anno con le precipitazioni in occasione della stagione umida.
Sono però fortemente minacciate dall’azione dell’uomo che di sovente le prosciuga con i propri prelievi sconsiderati e le inquina con elementi nocivi riversati sul terreno e nelle acque superficiali che con le falde sono in continuo contatto.
La trama di Erin Brockovich
Proprio al suo avvocato Ed, Erin chiede un lavoro che questi le concede con riluttanza.
Tra i documenti di cui si occupa Erin si imbatte in uno strano caso in cui per una vendita immobiliare in cui la Pacific Gas and Electric Company (PG&E) si offre di acquistare la casa di una donna, nel fascicolo si trovano anche le cartelle cliniche di Donna, così si chiama la proprietaria della casa.
Erin si reca a casa di Donna e scopre che sia lei che il marito sono affetti da tumori causati dal cromo. Erin scavando nei fatti scopre che questo elemento si trova nella falda acquifera e che in tutta la città di Hinkley è gravemente contaminata, nonostante le rassicurazioni della PG&E sostengano di usare la forma più sicura di cromo.
Continuando la sua ricerca Erin scopre che molti residenti hanno una storia simile a quella di Donna e che la PG&E cerca di raggirarli, infatti i medici che tengono in cura gran parte della popolazione della città sono dipendenti dell’azienda che dissimulano sulle reali cause dei mali che affliggono gli abitanti.
La prima richiesta di risarcimento di Donna si trasforma in un’importante class action, e in quest’occasione Ed decide di procedere in un arbitrato vincolante piuttosto che in un processo con giuria, per abbreviare i tempi della giustizia.
Erin che si è inserita con benevolenza nel circuito della popolazione viene avvicinata da un ex dipendente della PG&E che le comunica come anche suo cugino, dipendente dell’azienda, sia morto per i veleni prodotti e smaltiti in modo fraudolento da questa. Inoltre, sostiene che la PG&E l’aveva incaricato di distruggere la documentazione sullo smaltimento illecito dei veleni ma che lui li aveva conservati.
Tra questi si trova anche un promemoria di quasi trent’anni prima che dimostrava come la sede aziendale centrale sapesse che l’acqua della falda acquifera fosse pesantemente contaminata dal pericolosissimo cromo esavalente.
Il giudice che esamina la documentazione intima all’azienda di pagare 333 milioni di dollari da distribuire tra i querelanti.
Ed ricompensa Erin con un bonus di 2 milioni di dollari e la pellicola termina lasciando comprendere allo spettatore che Erin continuerà a difendere i più deboli dai soprusi di chi forte delle economie pensa di poterla fare franca.
Cos’è la falda acquifera
Quando l’acqua si infiltra nel suolo penetra in profondità sino a trovare un livello impermeabile e al di sopra satura i pori e le fessure della roccia permeabile, in questo modo si forma una falda idrica o sistema acquifero.
La base inferiore, che è costituita dal livello impermeabile, prende il nome di battente di falda, mentre il livello superiore, o livello piezometrico, non è stabile, ma oscilla verso il basso o verso l’alto nel tempo: sale durante i periodi piovosi nel momento in cui la falda è direttamente alimentata dalle precipitazioni che penetrano in profondità, e si abbassa durante i periodi secchi, o quando l’uomo vi attinge in modo eccessivo.
È possibile trarre una prima conclusione: a differenza di quanto si creda generalmente, nel sottosuolo non esistono laghi o fiumi sotterranei, la falda acquifera, infatti, è uno strato di roccia permeabile saturo d’acqua.
La falda è anche detta libera o freatica, ma esistono altri tipi di falde, come quelle più profonde formate da un livello di roccia permeabile compreso tra due strati impermeabili. Queste sono alimentate lateralmente nel punto in cui le rocce permeabili affiorano.
Nascono falde artesiane o falde in pressione, in particolari occasioni, come nel sistema acquifero della regione dell’Artois in Francia da cui deriva proprio il loro nome: in questo caso la topografia superficiale è costituita da pianure leggermente concave al centro e in rilievo nelle zone periferiche.
Nel sottosuolo persistono successioni di rocce sedimentarie ripiegate in cui si alternano livelli permeabili con altri impermeabili. I livelli permeabili affiorano ai bordi della zona piana, in rilievo rispetto alle zone centrali.
Se in queste zone si decide di effettuare una trivellazione per creare un pozzo che attraversa i livelli impermeabili per arrivare a quelli permeabili l’acqua che è contenuta in questi ultimi per il principio dei vasi comunicanti, sale spontaneamente lungo il tubo e fuoriesce in superfice come una sorta di fontana naturale.
Lo sfruttamento delle falde acquifere da parte dell’uomo
I sistemi acquiferi sono dei veri e propri serbatoi di acqua, se però gli apporti d’acqua della superficie superano i prelievi, cioè l’insieme delle perdite, il sistema si satura; se invece le perdite superano gli apporti, il serbatoio si svuota progressivamente fino ad esaurirsi.
I principali prelievi dei sistemi acquiferi sono quelli effettuati dall’uomo che vi attinge acqua per le sue necessità. Nelle zone più densamente popolate, magari ricche di impianti industriali, le falde intensamente sfruttate si abbassano talora in modo davvero preoccupante.
L’oscillazione della falda verso il basso, porta inoltre con sé un abbassamento della superficie del terreno a causa dell’assestamento dei materiali permeabili, generalmente derivanti da alluvioni fluviali, privati del liquido che prima riempiva i pori della roccia permeabile.
I prelievi d’acqua per irrigare le campagne e i prelievi di gas metano per scopi energetici, tra il 1950 e il 1956 la bassa pianura romagnola letteralmente collassò, abbassandosi addirittura di 30 centimetri ogni anno. Questo movimento chiamato subsidenza, si fece più rapido negli anni successivi fino a toccare i 2 metri nel 1960.
Il processo fu così preoccupante ed esteso da far temere che si potesse verificare un’ingressione marina perché il piano della campagna stava scendendo a un livello inferiore rispetto a quello del mare.
Perciò a partire dal 1961 venne proibito qualunque prelievo dal sottosuolo e la situazione migliorò rapidamente.
In altri casi il livello può sollevarsi come accadde nel sottosuolo della città di Milano quando negli anni ’90 del secolo scorso molte fabbriche furono spostate all’esterno del centro città e vi fu quindi un’improvvisa riduzione dei prelievi di acqua dalla falda che portò a un cambiamento del regime idrico sotterraneo, tanto che oggi il livello della falda è salito e si localizza a scarsa profondità, portando persino ad allagamenti di cantine e magazzini sotterranei.
L’inquinamento delle falde idriche
Ai fertilizzanti agricoli si aggiunge l’eccessiva quantità di antiparassitari e di pesticidi che vengono usati per la protezione delle colture.
Altri prodotti nocivi, inoltre, penetrano nel sottosuolo, come quelli che derivano dalla decomposizione della sostanza organica delle discariche urbane, e molti dei residui industriali che fraudolentamente vengono smaltiti disperdendoli nelle acque superficiali o direttamente sul terreno.
Le falde freatiche sono particolarmente vulnerabili in quanto non possiedono alcuna protezione rispetto agli inquinanti che arrivano dalla superficie.
È a rischio anche la qualità delle falde profonde: in tal caso le sostanze nocive possono raggiungere la falda attraverso i varchi creati nei livelli impermeabili durante l’escavazione dei pozzi; può infatti capitare che parte delle fessure create dalla trivellatrice restano aperte anche alla fine delle operazioni di impianto dei tubi dei pozzi. Così le acque delle falde più superficiali e inquinate, penetrano e si mescolano con quelle profonde superando la barriera naturale che per millenni le aveva tenute separate.