Uno dei luoghi che ospitano le gare delle Olimpiadi di Tokyo 2021 sarà la magnifica cornice naturale del Monte Fuji, il vulcano dal profilo iconico ritenuto sacro nel mondo nipponico.
Le eruzioni che si sono susseguite nel corso dei millenni hanno dato al Monte Fuji, in Giappone, il magnifico aspetto simmetrico che oggi possiamo ammirare in perfetta linea con i canoni dell’estetica nipponica.
Il Fuji ha eruttato molte volte nel corso dei secoli, ma sebbene dal 1707 sia in stato di quiescenza è una testimonianza evidente della natura vulcanica del Giappone.
La natura vulcanica del Fuji
Sull’isola di Honshu, il Fuji è la testimonianza vivente della natura vulcanica del Paese, per la prossimità con le placche tettoniche nordamericana ed eurasiatica e del Mare delle Filippine, infatti, il Giappone è considerato una regione ad alto rischio sismico e caratterizzata da una forte attività vulcanica.
L’arcipelago del Giappone si sviluppa lungo la “cintura di fuoco” che si estende per circa 40.000 chilometri attorno all’Oceano Pacifico e si caratterizza per le frequenti eruzioni e gli ancor più frequenti terremoti.
Il suo lungo sonno del Fuji, che dura ormai da 300 anni, non esclude affatto l’eventualità di una ripresa delle eruzioni, al contrario le probabilità che questo si verifichi sono aumentate dopo il grande terremoto del 2011, poiché questo ha generato una compressione delle camere magmatiche del Fuji.
Secondo il Global Volcanism Program dello Smithsonian Institution, Sono state registrate 58 eruzioni confermate e 9 identificate con incerta certezza. Una di queste eruzioni registrate ha avuto luogo nel periodo Jogan nell’864, è durata 10 giorni e ha gettato cenere e altri materiali che raggiunsero grandi distanze.
Il Fuji, ad oggi, deve quindi essere considerato un vulcano attivo ad alto rischio. Il pericolo connesso a una sua potenziale nuova eruzione non è deciso solo dal tipo di eruzione e dalla sua morfologia, ma per i potenziali danni che può causare. In questo caso la possibilità di emettere una grande quantità di ghiaia o gas, e la presenza di molti essere umani e infrastrutture nelle sue vicinanze.
Il diametro del cratere è di circa mezzo chilometro e vi sono 8 creste, dake, sorgenti di neve sciolta (in cui i visitatori si immergono per purificarsi) e lungo il percorso per arrivare sulla sommità si incontrano numerosi santuari che accolgono le preghiere dei fedeli.
L’eruzione del Fuji del 1707
Nel corso dei millenni il Fuji è stato interessato da una serie di eruzioni, attualmente si trova in uno stato di quiescenza che perdura dal 1707, l’anno dell’ultima eruzione che per due settimane mise nel panico la popolazione e arrivò a ricoprire Tokyo di una spessa coltre di cenere.
In questa eruzione che avvenne sul lato occidentale, il vulcano non generò flussi di lava verso l’esterno ma comportò la formazione di 3 nuove bocche vulcaniche e espulse 800.000.000 m³ di cenere, bombe vulcaniche e altri materiali solidi che raggiunsero la capitale del Sol Levante.
La cenere che si diffuse su vaste aree intorno al vulcano, raggiungendo perfino Edo a quasi 100 chilometri di distanza dal Fuji, comportò anche catastrofi secondarie.
L’anno seguente, in particolare, il fiume Sakawa straripò a causa della sedimentazione delle ceneri. La coltre di cenere che si versò sui campi coltivati costrinse i contadini a gettare i prodotti dell’eruzione in discariche di materiale di vario genere che furono trasportati nei fiumi a causa delle piogge rendendoli meno profondi.
Nel fiume Sakawa si crearono dighe temporanee e l’acquazzone che avvenne tra il 7 e l’8 agosto causò una valanga di cenere vulcanica e fango che ruppe le dighe e inondò la pianura di Ashigara.
Il vulcano sacro del Giappone
Questo sacro vulcano si trova nella piana del Kanto e con i suoi 3776 metri rappresenta la vetta più alta del Paese, che l’ha fatto divenire nell’immaginario popolare la dimora degli dèi. Infatti, ancora oggi questo monte sacro è meta di pellegrinaggio per i fedeli del culto shintoista che si inerpicano sulla cima per assistere all’apparizione della dea del sole.
Nel corso dei secoli il legame spirituale con la montagna si è rinsaldato anche grazie alle leggende che si sono diffuse in tutto il Paese. Una di queste narra di Hasegawa Kokugyo, un’asceta che si dice compì la scalata per ben 100 volte e le cui imprese portarono alla formazione del Fuji-ko, un gruppo di adoratori del Monte Fuji.
La setta nel tempo santificò la montagna con lunghi digiuni e dimostrò la propria dedizione costruendo santuari e creando monasteri rupestri che ancora oggi consacrano la montagna come cuore della spiritualità nipponica.
Ancora oggi il Fuji è considerato un punto di riferimento sacro e considerato un simbolo di unità nazionale.
Scalare il Monte Fuji
Ogni anno 250.000 persone si inerpicano fino alla vetta per godere la vista delle Alpi Giapponesi, di Tokyo e dei laghi sottostanti, ma un tempo scalare il Fuji era concesso solo a religiosi e pellegrini di sesso maschile. Tuttavia, con la caduta degli shogun e la restaurazione dell’imperatore anche le donne ebbero libero accesso alla montagna.
Oggi è possibile salire fino alla cima nei mesi di luglio e agosto, tuttavia, anche in questi periodi è necessario prestare attenzione all’abbigliamento, poiché la temperatura rimane significativamente bassa anche durante i mesi estivi, con una media di 5-6°.
Per chi decide di trascorrere la notte in uno dei rifugi che si trovano nei pressi della cima del Fuji-San, il consiglio degli esperti è quello di iniziare la scalata nelle prime ore del pomeriggio e concluderla prima dell’alba del giorno successivo così da assistere allo spettacolo mozzafiato del sole che sorge.
La scalata appare abbastanza semplice, dura circa sei ore (sono quattro invece per la discesa) e può essere affrontata anche da bambini e anziani in buona salute ma sempre senza dimenticare le difficoltà che comporta l’altitudine e ricordando di rimanere sempre sui sentieri segnalati per procedere nelle migliori condizioni di sicurezza.
La regione dei 5 laghi
Il Parco nazionale Fuji Hakone Izu fu istituito nel 1936 e oggi comprende la regione dei cinque laghi, la penisola di Izu, la città termale di Hakone e naturalmente il Monte Fuji.
I cinque laghi: il Kawaguchi, il Motosu, il Sai, lo Shoji e lo Yamanaka conservano intatto il loro fascino naturalistico attraendo centinaia di migliaia di visitatori ogni anno.
Il Lago Sai offre la possibilità di esplorare molti sentieri, tra cui quello che conduce alla misteriosa Foresta di Aokigahara o alle tre grotte popolari del ghiaccio, del vento e dei pipistrelli, ognuna caratterizzata da uno di questi peculiari elementi.
Il lago Kawaguchi è quello meglio attrezzato per raggiungere i molteplici gusti dei turisti, poiché qui si trovano i parchi tematici adatti a ogni età e la possibilità di fare un giro sulle montagne russe da record con vista sul monte Fuji.
Ma questo è anche il luogo di un turismo culturale con i suoi musei come quello che ospita una straordinaria collezione di kimono o il Kawaguchiko Music Forest Museum, un museo dedicato agli strumenti musicali automatici come scatole musicali, carillon e organi meccanici.
Questi sono anche i luoghi in cui si trovano gli stabilimenti termali che concedono al visitatore di immergersi nelle calde acque quando tutto il paesaggio intorno è avvolto dalla neve.