Ieri, venerdì 30 luglio, decine di incendi hanno assediato la città di Catania, provocando tanti danni e costringendo all’evacuazione di tanti cittadini. Il bilancio parla di 60 case distrutte o gravemente danneggiate, di cui 10 nella zona di Fossa Creta e 50 nel comprensorio della plaia e dei villaggi Ippocampo di mare, Azzurro, Primosole; inoltre, sono stati fortemente danneggiati il lido Le Capannine e un vivaio su via San Francesco La Rena. Circa 200 persone sono state portate in salvo via mare dalla Guardia Costiera, 350 salvate via terra ed una ventina di persone hanno usufruito dell’ospitalita’ provvisoria nel Palaspedini garantita dalla Protezione civile comunale su indicazione del sindaco Salvo Pogliese.
Vigili del Fuoco: “Condizioni ambientali da tempesta perfetta”
Le condizioni ambientali di ieri erano la ‘tempesta perfetta’ per una propagazione incontrollata degli incendi in città, secondo Vigili del Fuoco di Catania. Con il vento caldo di ieri, per fenomeni di ‘spotting’, ovvero di proiezione di faville incandescenti anche a grandi distanze, si possono innescare incendi a centinaia di metri dal focolaio principale, viene spiegato. I Vigili del Fuoco di Catania, inoltre, ricordano come il primo incendio di grandi dimensioni di ieri a Catania è stato quello che si è sviluppato tra Fossa Creta, via Palermo e l’Asse dei Servizi.
Inoltre, le condizioni ambientali di ieri erano quelle per le quali anche la classica cicca di sigarette ancora accesa buttata a margine della strada può scatenare l’inferno. E senz’altro, ricordano fonti del Comando dei Vigili del fuoco, i processi di autocombustione, per quanto possibili in natura (in casi molto specifici e particolarissimi), sono estremamente improbabili. E, altrettanto vero che non sempre si può parlare di “azioni deliberate“, poiché tante volte si tratta invece di “azioni sconsiderate“, ovvero dettate da negligenza, imperizia e imprudenza.