Climatologia, inquinamento e ripercussioni sull’ambiente e sugli individui. Di questi temi si occupa principalmente il prof. Rodolfo Guzzi, che ieri è stato insignito dall’Accademia dei Lincei del premio «Antonio Feltrinelli», riservato a cittadini italiani, per l’Astronomia, Geodesia, Geofisica e Applicazioni, a Rodolfo Guzzi.
“Io non me l’aspettavo, è stata quasi una sorpresa. I contendenti in lizza per il medesimo premio sono di alto profilo e tutto mi sarei aspettato tranne che vincere”. Così Guzzi ai microfoni di MeteoWeb. Laureato in Fisica a Bologna, Guzzi ha iniziato la sua carriera all’Imperial College di Londra e in altri centri di ricerca esteri, tra Germania, Olanda e USA. Dagli anni ’60 si occupa di temi oggi molto caldi e rilevanza planetaria: gli aerosol ed i gas presenti in atmosfera, le conseguenze sul clima, sull’ambiente e sugli esseri umani.
“Quando io ho iniziato nessuno credeva ancora in questi temi – ci confessa ancora Guzzi -. L’effetto climatico e tutte le altre conseguenze sull’ambiente, dovuti a problemi come quello dell’ozono, erano questioni solo scientifiche“, che dunque restavano circoscritte solo agli addetti ai lavori.
Prof. Guzzi, è stato un bene che queste tematiche siano state ‘sdoganate’ e siano diventate tema di dibattito pubblico anche tra non esperti?
“E’ un bene che la popolazione sappia della necessità di tutelare l’ambiente e tutto ciò che è legato al clima, nonché i suoi effetti collaterali, come l’effetto ozono e l’aumento dei gas rari. E’ opportuno che la gente sappia, per poter essere in grado di assumere uno stile di vita diverso, al fine di evitare impatti climatici troppo forti. Le variazioni così estreme, a livello climatico e meteorologico, una volta non le avevamo. Prima erano più lente, ora molto più veloci. La quantità di acqua che prima cadeva in una settimana oggi scende in una giornata. Anche il calore ormai si genera in maniera importante. E’ necessario assumere un atteggiamento diverso nei confronti delle variazioni climatiche. Le città dovrebbero essere concepite in maniera diversa, e anche la mobilità dovrebbe essere diversa e meno impattante. Non è una cosa che si può avere dall’oggi al domani, ci deve essere una transizione. Le singole persone devono avere un atteggiamento diverso rispetto all’ambiente ma anche verso se stessi. Basti pensare che alcune patologie come l’aumento del diabete, o l’aumento della resistenza all’insulina sono legate proprio al modo in cui ci comportiamo. Si tratta di un sistema complessivo, che bisogna vedere a 360°”.
Quale dovrebbe essere il ruolo delle istituzioni in tutto ciò?
“Le istituzioni devono avere un ruolo di insegnamento, quindi in prima linea deve esserci la scuola, affinché i comportamenti virtuosi possano essere assunti fin dalla tenera età”:
Motivazione per l’assegnazione del premio:
Rodolfo Guzzi, si laurea in Fisica a Bologna. All’inizio della sua carriera è all’Imperial College a Londra ed in altri centri di ricerca esteri, tra Germania, Olanda e USA. Alla fine degli anni 60, inizia a studiare gli aerosol ed i gas presenti in atmosfera per mezzo di misure spettrali ad alta risoluzione nel visibile e nell’infrarosso.
Coniugando capacità teoriche con capacità sperimentali sviluppa un micro-interferometro basato su tecnologia MEMS, che viene montato sulla sonda Venus Express. Questo strumento rappresenta una versione con massa ridotta ma inalterate caratteristiche spettrali rispetto allo strumento IASI montato sul satellite meteorologico METOP, di cui Guzzi è PI.
Sempre in ambito sperimentale sviluppa anche uno spettroradiometro per la misura da terra dell’aerosol e del contenuto di vapore acqueo nell’atmosfera. Questo strumento, noto come Guzzimeter, viene utilizzato in diverse stazioni della NASA ed ha costituito un step importante nello sviluppo del successivo strumento robotico utilizzato nelle stazioni NASA AERONET.
È stato membro dei gruppi scientifici responsabili dei payload ottici di diversi satelliti: il Global Ozone Monitoring Experiment (GOME) montato sul satellite ERS 2, lo SCIAMACHY montato sul satellite Envisat, i GOME 2 e IASI montati sul satellite ESA METOP, nonché del progetto OMI montato sul satellite USA AURA. Tutte missioni che sono state fondamentali per mappare tramite la spettroscopia UV le concentrazioni atmosferiche di ozono, biossido di azoto, anidride solforosa, ed altri gas presenti in tracce.
Sempre in ambito spaziale si occupa di trasferimento radiativo in atmosfera con modelli diretti e inversi al fine di studiare la superficie terrestre e le proprietà atmosferiche attraverso il telerilevamento. Questi modelli sono stati utilizzati per analizzare i dati raccolti dai satelliti e per progettare nuovi strumenti iperspettrali sempre per uso satellitare.
Nel 1983, all’interno del CNR, fonda l’Istituto per le Metodologie Geofisiche ed Ambientali (IMGA), che dirige fino alla fine del 1994. Dal 2001 presta servizio presso la Agenzia Spaziale Italiana (ASI), inizialmente come responsabile di osservazioni della Terra e successivamente, fino al 2009, come ispettore generale.
In ASI promuove in ambito internazionale il progetto COSMO-SkyMed soprattutto riguardo ai progetti applicativi per l’utilizzo dei dati satellitari per lo studio dei terremoti, degli incendi, delle alluvioni, delle frane, della qualità dell’aria e dell’inquinamento del mare.
Ad ulteriore conferma della sua curiosità per la ricerca scientifica in generale, negli anni più recenti, si interessa di Epigenetica e di applicazioni matematiche al campo della Systems Biology e della Bioinformatica.
È infine da segnalare la sua attenzione alla scrittura di testi scientifici a livello sia professionale che di divulgazione, in quest’ultimo caso spesso indirizzata al mondo giovanile. Tra gli altri ricordiamo i testi scientifici “Physical Climatology for Solar & Wind Energy”, “Meteorology and Environmental Sciences”, quelli divulgativi “Exploring the atmosphere by remote sensing. Lectures in Physics
Notes” e quelli di divulgazione per l’infanzia “Storie di Fantastica Scienza”, “Essere il piccolo satellite”, “Tra atomi e stelle”.