Sono già oltre dodicimila i pazienti già entrati a far parte della Rete di Ricerca Clinica Neuromed. Persone che stanno aiutando a disegnare la medicina del futuro.
“La Rete – dice Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione e Responsabile del Progetto – è il punto di partenza per una ricerca medica innovativa. Non solo perché usa sistemi e concetti di avanguardia, ma soprattutto perché coinvolge direttamente le persone, facendole sentire parte di una grande famiglia scientifica”.
Gli esempi storici di cittadini che contribuiscono insieme alla ricerca medica non mancano.
Negli Stati Uniti il Progetto Framingham, al quale hanno partecipato gli abitanti dell’omonima cittadina del Massachusetts, ha portato a scoperte che sono entrate nella pratica clinica corrente, ad esempio l’importanza del colesterolo nelle malattie cardiovascolari.
Fu un successo così grande che oggi, a distanza di oltre settanta anni dal suo inizio, vi stanno partecipando i nipoti dei primi iscritti.
Decisamente italiano è invece il Progetto Moli-sani del Neuromed, che si sta svolgendo in Molise da quindici anni e che coinvolge oltre ventiquattromila cittadini. Uno studio noto in tutto il mondo, che ha generato idee nuove sul ruolo che l’alimentazione gioca nella nostra salute.
Ultimo a comparire sulla scena, forse il più ambizioso, è il progetto della Rete di Ricerca Clinica Neuromed. “L’idea alla base del Progetto, per questo denominato Platone, è semplice: trasformare le normali attività di ricovero e cura in dati di ricerca scientifica – dice Giovanni de Gaetano, Presidente di Neuromed – con la raccolta su vasta scala di tutte le informazioni relative ai pazienti che per qualsiasi motivo interagiscono con le strutture cliniche della Rete Neuromed.
Informazioni che, inserite in grandi database e analizzate con tecniche informatiche e statistiche innovative, permetteranno di ottenere risultati scientifici complessi, derivanti dalla vita reale, impossibili da avere con i metodi di ricerca tradizionali”.
Chiunque si rivolga a una delle strutture della Rete per un ricovero, può entrare a far parte del progetto, senza alcun impegno o alcun esame aggiuntivo.
“Nel corso dell’attività diagnostica e terapeutica di qualsiasi paziente – spiega Iacoviello, che è anche titolare della cattedra di Igiene e Salute Pubblica dell’Università dell’Insubria di Varese – vengono normalmente raccolte molte informazioni e prelevati spesso campioni di sangue o di altri tessuti. È la procedura abituale, legata al motivo per cui quella persona si è rivolta alla clinica. Quando il paziente accetta di entrare nel progetto, quei dati e quei campioni vengono usati non solo per fornirgli le prestazioni più adeguate, ma anche per la ricerca scientifica. In particolare, le informazioni sono inserite negli archivi elettronici del Progetto Platone, mentre i campioni biologici, che altrimenti verrebbero scartati dopo gli esami di routine, verranno ospitati in una apposita bio-banca, nel Neuromed Biobanking Centre, presso la sede di Pozzilli”.
“Per te le nostre cure, con te la ricerca del futuro”. È questo lo slogan scelto per il progetto della Rete di Ricerca Clinica Neuromed. Mentre le cliniche della Rete si impegnano a garantire la migliore assistenza sanitaria, infatti, i pazienti possono contribuire, senza alcun impegno aggiuntivo, a un grande studio scientifico che aiuterà i ricercatori a disegnare nuove strategie di prevenzione e cura.
“Ciò che chiediamo ai nostri pazienti per entrare nel Progetto Platone – spiega Maria Benedetta Donati, che dirige il Neuromed Biobanking Centre – è una semplice firma sul consenso informato. In questo modo ci autorizzano a inserire i loro dati clinici e personali, nonché i loro campioni biologici, negli archivi e nella bio-banca del Progetto. Naturalmente tutte le informazioni raccolte saranno usate in modo completamente anonimo ed esclusivamente per scopi di ricerca, nel massimo rispetto della privacy e sotto la protezione delle più avanzate tecnologie di sicurezza”.
“Con la Rete di Ricerca Clinica – commenta l’ingegner Fabio Sebastiano, Direttore operativo e Consigliere delegato alla Ricerca del Neuromed – stiamo creando e mettendo alla prova un nuovo modello di governance della sanità. Un vero cambio di prospettiva che, attraverso una vasta raccolta di informazioni (Big Data) e la successiva analisi con tecnologie di Intelligenza artificiale, porterà a una medicina sempre più di precisione e personalizzata. Questo network che stiamo creando, in cui la clinica e i laboratori di ricerca sono strettamente collegati e ‘dialogano’ costantemente, è un modello applicabile a qualsiasi realtà sanitaria. Ciò a cui stiamo puntando, infatti, è creare un nuovo modello, un sistema stabile e coerente di integrazione tra clinica e ricerca che non varrà solo per le strutture del nostro Gruppo, ma che potrà essere esteso e adattato ad altre realtà sanitarie a livello italiano e internazionale.”