“Point Break- Punto di rottura” è un film del 1991 diretto da Kathryn Bigelow che vede come attori protagonisti Keanu Reeves e Patrick Swayze interpretare rispettivamente un agente FBI e il capo di una banda di rapinatori in un gioco di inganni che li vede accomunati dalla passione per il surf e dal brivido di cavalcare questo magnifico elemento della natura che sono le onde.
Anche le onde sono un fenomeno meteorologico perché dipendono dalla forza impressa dal vento sull’acqua, ma cosa sono esattamente le onde? Quali sono le loro caratteristiche? E quali altezze e velocità possono raggiungere?
La trama di Point Break
L’FBI pur essendo sulle loro tracce non è ancora riuscita a risalire all’identità dei rapinatori e invia l’agente Johnny Utah insieme ad un anziano professionista e veterano del Vietnam ad indagare sul caso.
La teoria di quest’ultima è che i rapinatori-ex presidenti siano in realtà surfisti che così finanziano la loro vita errabonda in cerca delle onde perfette in giro per il pianeta, motivo per il quale colpiscono solo d’estate. Ad avvalorare la teoria vi sono due elementi: la sabbia ritrovata sulle scene dei delitti e il fatto che più di una volta i rapinatori avevano mostrato le natiche nude ai poliziotti giunti sui luoghi delle rapine in ritardo e che la pelle evidenziasse forti segni di abbronzature.
Nel mondo che inizia a frequentare, l’agente conosce Bodhi, che gode di grande considerazione tra gli altri sportivi poiché è un “cercatore”, colui cioè che è in perenne ricerca dell’onda perfetta.
I due entrano subito in sintonia e Johnny viene persino salvato da Bodhi in una situazione di pericolo, nel frattempo continua ad indagare sui possibili sospetti; un primo gruppo individuato si rivela essere in affari poco puliti ma non implicato nelle rapine.
Mentre Johnny si ritrova a dover ripartire da capo con le indagini, la banda di rapinatori continua nei propri colpi sino al momento in cui il giovane agente FBI si rende conto che i criminali potrebbero essere proprio quelli del gruppo di surfisti che lui frequenta.
L’intuizione si rivela corretta e durante un colpo mentre 3 dei rapinatori riescono a fuggire, Bodhi viene inseguito da Johnny che riconoscendo l’amico dietro la maschera. Pur avendolo sotto tiro, lo lascia fuggire.
Johnny con il collega raggiunge l’aeroporto da dove sa che Bodhi e i suoi fuggiranno, ma la situazione precipita e il collega e uno dei rapinatori rimangono uccisi in uno scontro a fuoco. Nel disperato tentativo di salvare Tyler, nel frattempo minacciata da Bodhi, Johnny si butta dall’areo dal quale si è lanciato il surfista con l’ultimo paracadute disponibile e riesce a raggiungere Bodhi in aria appena in tempo per aggrapparsi a lui e salvarsi.
Infortunato al ginocchio Johnny non può continuare l’inseguimento del surfista ma ottiene la liberazione della ragazza di cui è innamorato.
Dopo uno scontro fisico il giovane agente riesce ad arrestare l’amico, ma consapevole che non riuscirebbe mai a sopravvivere in una gabbia lo lascia andare sapendo perfettamente quello che accadrà.
Bodhi si allontana nelle acque tentando di cavalcare un’onda di dimensioni gigantesche che inevitabilmente lo travolge lasciando intuire che non potrà mai più fare ritorno vivo. Johnny getta via il suo distintivo sapendo di non poter volere più nulla dalla sua professione.
Cosa sono le onde
Spinta verso il basso, l’acqua dà origine a un cavo d’onda, mentre a valle, a causa dello spostamento del liquido, nasce una cresta d’onda, incurvata verso l’alto.
Con il ripetersi del fenomeno, l’onda si propaga.
Le caratteristiche delle onde
- La lunghezza d’onda che è data dalla distanza tra due creste successive;
- L’altezza d’onda, che è espressa dal dislivello tra la massima sommità della cresta e la più profonda depressione del cavo d’onda;
- La velocità di propagazione, che si misura dallo spazio percorso dalla cresta in quella determinata unità di tempo;
- Il periodo d’onda, che corrisponde al tempo che intercorre tra il passaggio in uno stesso punto di due creste o di due cavi successivi;
- La profondità d’onda, ossia il punto più basso al di sotto della superficie e nel quale si avverte il movimento dell’acqua. La distanza dalla superficie è pari alla metà della lunghezza d’onda.
L’altezza delle onde varia a seconda del vento anche di grandi dimensioni, in assenza di vento il mare è piatto, ma in caso di violente tempeste l’altezza delle onde può superare i 15 metri.
Il vento ha ripercussioni anche sulla velocità delle onde, poiché se in media è di 30/40 chilometri orari può arrivare a 70/80 chilometri orari nelle aree soggette agli alisei.
I terremoti sottomarini possono provocare onde anomale di altezza e velocità eccezionali, raggiungendo gli oltre 20 metri di altezza e fino a 900 chilometri orari. Si tratta degli Tsunami che si abbattono sulle coste con enormi conseguenze catastrofiche.
Il moto ondoso
Nel primo caso si hanno onde di oscillazione, in cui ogni particella d’acqua superficiale è soggetta a un moto circolare, senza subire uno spostamento, cioè una traslazione, orizzontale dell’acqua.
In realtà l’azione del vento è maggiore sulla cresta esposta e minore nel cavo che si trova in una posizione di maggiore riparo. La cresta, infatti, tende a muoversi più rapidamente, fino a ricadere in avanti e in basso, spumeggiando e dando origine ai frangenti.
In questo caso il moto da circolare diventa orizzontale, generando un’onda di traslazione che trasporta l’acqua verso le sponde.
Se la costa è ricca di fratture e rocciosa, l’acqua che avanza, comprime violentemente l’aria contenuta nelle fessure e simula così una vera e propria piccola esplosione. Invece, sugli arenili sabbiosi, l’energia provoca il trasporto del materiale modificando incessantemente l’aspetto del litorale.
Lungo le coste alte, ove la profondità del mare supera la metà della lunghezza d’onda, l’onda non subisce alcuna interferenza e viene riflessa allo stesso modo in cui accade con uno specchio e la luce.
In questo caso la trasmissione di energia è minima e l’onda riflessa si amalgama alla successiva in arrivo generando quella che si chiama un’onda stazionaria, ossia un’oscillazione verticale dell’acqua.