“Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi“: è quanto afferma il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, nell’introduzione del rapporto sul clima che sarà presentata oggi.
Alla pubblicazione hanno contribuito 234 scienziati di 195 Paesi riuniti dal 26 luglio a porte chiuse e virtualmente passando elaborando le previsioni degli esperti ONU sul clima che aggiornano le ultime stilate 7 anni fa.
Il rapporto completo da 4mila pagine, molto più allarmistico del precedente (2014), è indirizzato principalmente alle prossime decisioni politiche (sarà pubblicato ufficialmente fino a febbraio 2022, dopo la sua approvazione per consenso da parte dei 195 Stati membri).
Mentre si susseguono fenomeni meteo estremi e disastri naturali in tutto il mondo, dalle alluvioni in Germania e Cina ai maxi incendi in Europa e Nord America, gli scienziati affermano che per riportare il termometro in equilibrio vanno dimezzate le emissioni di gas serra entro il 2030, per portarle a uno zero netto entro il 2050: se ciò non dovesse avvenire, ammoniscono gli esperti, nel 2030 potremmo arrivare a 3°C e nel 2.100 fino a 4°C di surriscaldamento.
La pubblicazione arriva a 3 mesi dalla conferenza sul clima COP26 delle Nazioni Unite a Glasgow (Scozia), ritenuta cruciale per il futuro dell’umanità: tra i temi al centro, la capacità del pianeta di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C rispetto all’era preindustriale, obiettivo dell’Accordo di Parigi.