Gli incendi, nelle regioni del Sud Italia, non accennano a fermarsi. Ormai dai giorni il bilancio giornaliero dei roghi è drammatico e aumentano anche le vittime e i feriti. Una situazione alla quale le regioni, gli enti locali e la Protezione Civile cercano di far fronte con tutti i mezzi possibili, ma le temperature roventi di questi giorni non favoriscono lo spegnimento dei roghi.
E’ stata dunque un’latra giornata di forte impegno per gli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile, impegnati senza sosta dalle prime luci del giorno nelle operazioni di spegnimento dei numerosi incendi boschivi per cui si è reso indispensabile il supporto aereo alle operazioni svolte dalle squadre a terra.
Secondo i dati disponibili alle ore 18.30, sono 32 le richieste di concorso aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento, di cui 10 dalla Calabria, 9 dalla Sicilia, 4 dalla Sardegna, 4 dalla Basilicata, 2 ciascuna dalla Campania e dal Lazio, una dalla Puglia.
L’intenso lavoro svolto dai piloti della flotta antincendio dello Stato ha permesso di mettere sotto controllo o spegnere, finora, 4 roghi. Al momento, nonostante l’impiego di tutta la flotta, sono 3 i roghi ai quali non è stato possibile assegnare mezzi aerei e su cui le operazioni procedono solo via terra. Le attività di lancio di acqua e liquido ritardante ed estinguente proseguiranno finché le condizioni di luce consentiranno di operare in sicurezza.
È utile infine ricordare che la maggior parte degli incendi boschivi è causata da comportamenti superficiali o, spesso, dolosi e che la collaborazione dei cittadini può essere decisiva nel segnalare tempestivamente al numero di soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco 115 o, dove attivato, al numero unico di emergenza 112 anche le prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo. Fornendo informazioni il più possibile precise, si contribuisce in modo determinante nel limitare i danni all’ambiente, consentendo a chi dovrà operare sul fuoco di intervenire con tempestività, prima che l’incendio aumenti di forza e di capacità distruttiva.
Ecco le situazioni più critiche regione per regione.
In Calabria la situazione è drammatica. “Al momento, in tutta la Calabria risultano attivi ben 110 roghi“. Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì. “Purtroppo – continua il presidente -, anche oggi registriamo una vittima degli incendi, stavolta a Grotteria, nel Reggino. Si tratta di M.Z., di 77 anni. A nome di tutta la Giunta, esprimo il piu’ profondo cordoglio per questa dolorosa perdita, che fa salire a tre il computo delle vittime dall’inizio di questa gravissima emergenza. Ancora una volta, invito tutti i cittadini a usare il massimo delle prudenza e a non intraprendere azioni rischiose a danno delle propria incolumita’. Sul campo abbiamo personale qualificato che sta facendo tutto il possibile per tutelare le persone e limitare i danni al nostro patrimonio boschivo regionale e alle proprieta’ private”. “In questo dramma – dice ancora Spirli’ – c’e’ anche spazio per una notizia positiva: sono stati ritrovati i cinque boscaioli che risultavano dispersi nella zona di Bagaladi, in provincia di Reggio. L’ipotesi piu’ probabile e’ che, in un primo tempo, abbiano perso l’orientamento a causa del fumo che avvolge l’area, per poi ritrovare in autonomia la strada per il ritorno. I 110 incendi che interessano la regione, secondo i dati forniti alle 16 di oggi da Calabria verde sono cosi’ suddivisi: 34 nel Reggino, 31 nel Cosentino, 25 nel Catanzarese, 15 nel Vibonese e 5 nel Crotonese. I focolai piu’ impegnativi sono quelli di San Luca, Mammola, Siano, Longobucco, Zagarise, Orsomarso e Tortora. Attualmente, risultano impegnati quattro canadair, piu’ quattro elicotteri regionali e tre di Stato, piu’ tutte le squadre con i mezzi di terra. La Prefettura di Reggio, inoltre, ha disposto un giro ricognitivo a San Luca per valutare possibili azioni di sbarramento del fronte del fuoco con i mezzi dell’esercito. Al centro operativo aereo del dipartimento di Protezione civile nazionale sono arrivate, complessivamente, 28 richieste di intervento per la flotta dello Stato, delle quali 8 solo dalla Calabria“.
Nella giornata odierna alcuni uomini dell’Ente Parco e del servizio antincendio del Parco, si sono addentrati nella foresta di Ferraina, arrivando a ridosso della “Valle Infernale”. Al momento, miracolosamente, le Faggete Vetuste, patrimonio Unesco, non sono state interessate dalle fiamme, nonostante l’immane incendio che da giorni sta devastando la zona e che ha bruciato uno dei boschi di pino calabro più importante e storico del Parco, quello di Acatti.
“Le nostre Faggete sono praticamente circondate dai roghi, ma continuano a resistere. La minaccia, però, non è superata, anzi il contesto è complicatissimo perché quell’incendio è particolarmente violento e ampio: la situazione può precipitare in un brevissimo lasso temporale. – ha detto il Presidente del Parco, Leo Autelitano -. Siamo tutti all’opera per salvarle: dall’alto i canadair supportano gli uomini ed i mezzi impegnati da terra. È in atto dispiegata tutta la forza possibile per salvare le faggete e domare il fuoco, con i carabinieri del Reparto biodiversità coordinati dal Tenente colonnello Alessandra D’Amico, gli operai dell’ufficio biodiversità coadiuvati dal personale dell’Ente Parco che hanno bloccato le fiamme in una vera e propria azione di resistenza. Il comune di Samo, inoltre, ha inviato sul posto alcuni mezzi utili per le attività. Siamo in una condizione difficile e catastrofica in tutte le zone dell’Aspromonte con incendi sullo Zomaro, sulle montagne di Mammola, nell’Area Grecanica fino a Polsi”.
Anche il comando dei Vigili del fuoco di Genova è stato chiamato a partecipare alle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi in Calabria. La colonna mobile è partita oggi con quattro vigili del fuoco, due fuoristrada allestiti con un gruppo pompa e serbatoio idrico, finalizzati agli incendi in zone impervie.
Canadair ed elicotteri stanno operando da ore a Catanzaro nel quartiere di Siano dove le fiamme, dopo avere devastato la pineta, uno dei principali polmoni verdi del capoluogo, hanno creato momenti di apprensione per alcuni residenti nella zona di San Cono, nei pressi del carcere. L’area, di grande pregio naturalistico e paesaggistico, luogo di ritrovo particolarmente frequentato dai catanzaresi, e’ stata praticamente ridotta in cenere. Al momento non si puo’ fare nemmeno una conta dei danni che si presentano come ingentissimi. Le fiamme, che sembravano essere state domate nella serata di ieri, sono ripartite con forza nella notte e in mattinata hanno preso vigore, alimentate dal vento e dalle alte temperature, ampliando il loro raggio di azione. In poche ore fiamme e colonne di fumo altissime, quasi da girone dantesco, si sono levate minacciando ad un certo punto anche le abitazioni poste nella parte alta del quartiere. Poco o nulla hanno potuto fare i vigili del fuoco, il personale di Calabria verde e i volontari della Protezione civile impegnati allo stremo nelle operazioni di spegnimento. Una situazione che purtroppo ha riguardato anche altre zone della citta’, in preda a roghi di considerevole entita’.
E in Sicilia si conta oggi almeno una vittima dei roghi. Un agricoltore di 30 anni, Ignazio Di Stefano, è morto schiacciato dagli ingranaggi del suo trattore: con il pesante mezzo stava trasportando un voluminoso serbatoio d’acqua di mille litri, probabilmente per spegnere un incendio. E’ successo nei pressi di ponte Barca, nella piana di Catania, dove è in corso un rogo. Sul fatto stanno indagando i carabinieri della compagnia di Paternò competenti per territorio: secondo una prima ricostruzione dei carabinieri la tanica d’acqua si sarebbe capovolta in una curva lungo la strada provinciale 58 facendo rovesciare pure il trattore. Il pm di turno non ha disposto l’autopsia e la salma è stata consegnata ai familiari dell’agricoltore.
Sempre in Sicilia un altro rogo è divampato vicino Enna. Un inferno di fiamme e fumo ha avvolto Pergusa. Nonostante il lavoro incessante di due elicotteri e un Canadair le fiamme hanno circondato un residence con decine di edifici ed appartamenti. La gente e’ scappata da casa e si è riversata in strada. Le fiamme hanno lambito l’hotel Garden mentre sono a poche decine di metri dal villaggio del fanciullo, una struttura che fino a qualche anno fa accoglieva orfani ed oggi in parte accoglie migranti. A lavoro decine di volontari, la Forestale, la protezione civile, i vigili del fuoco.
Hanno raggiunto quota 112 alle 18 gli interventi effettuati a Catania e provincia dai Vigili del fuoco per incendi a macchia mediterranea, vegetazione sterpaglie. Gli interventi piu’ rilevanti sono stati a Paterno’, in localita’ Ponte Barca, e in localita’ San Nicolo’ di Aci Catena. Gli interventi in corso sono 18, quelli ancora da effettuare 62.
Anche la Campania, in queste ore, è alle prese con le fiamme. Un uomo di 68 anni stava cercando di spegnere un incendio divampato nel proprio terreno ma è stato investito dal fuoco e per questo si trova ora ricoverato in codice rosso in ospedale a Benevento. L’incidente e’ avvenuto alla localita’ Rotola, nel comune di Ceppaloni, dove le fiamme che hanno avvolto l’uomo gli hanno procurato ustioni in varie parti del corpo. L’uomo è stato soccorso, non senza difficoltà, dai vigili del fuoco, dai carabinieri e dai sanitari del 118 che lo hanno trasportato con elicottero in codice rosso presso l’ospedale San Pio di Benevento.
Ancora una giornata campale sul fronte incendi in Sardegna e quelli che destano maggiore preoccupazione sono nel Nuorese e in Ogliastra. Un grosso fronte si e’ aperto a Borore, nel Marghine, dopo che ieri le fiamme al confine con i territori di Birori e Bortigali hanno distrutto un territorio di 180 ettari. Stamattina c’e’ stata una riaccensione e ancora questo pomeriggio gli uomini della Protezione civile regionale lottano con le fiamme. Sul posto sono presenti cinque elicotteri del Corpo Forestale regionale e un Canadair. Si combatte con un incendio anche a Dualchi, dove le fiamme stanno avanzando verso l’abitato. Sul posto i vigili del fuoco del Comando Provinciale di Nuoro hanno costituito un posto di comando avanzato e schierato quattro squadre con rinforzi provenienti dal comando provinciale di Oristano e dal Corpo Forestale regionale, che ha inviato sul posto i mezzi aerei. Fiamme anche nelle campagne di Villagrande a ridosso della statale 389, dove stanno operando tre elicotteri della basi militari di San Cosimo, Farcana e Sorgono e due Canadair. La statale al momento non e’ stata chiusa. Sempre in Ogliastra si e’ aperto un altro fronte di fuoco ad Arzana dove sono all’opera due elicotteri del Corpo Forestale regionale e un Canadair. Infine i mezzi aerei della flotta regionale e alcuni Canadair stanno cercando di domare le fiamme anche nei comuni di Mandas e Morgongiori nel sud Sardegna, dove altri due Incendi sono divampati nel pomeriggio. Ma per la Protezione civile regionale, sono meno preoccupanti dei primi.
Coldiretti: +202% di roghi nell’estate 2021
Il caldo africano spinge i grandi incendi che sono più che triplicati in Italia (+202%) nell’estate 2021 con danni per milioni di euro all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo nell’intera penisola, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Sardegna alla Puglia, dalla Campania alla Basilicata fino ad Abruzzo, Marche, Molise e Toscana. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Effis all’11 agosto rispetto alla media storica 2008-2020 in relazione ai violenti roghi che stanno devastando il Paese con decine di migliaia di ettari di boschi e macchia mediterranea inceneriti dalle fiamme, animali morti, alberi carbonizzati, oliveti e pascoli distrutti e fiamme che arrivano a lambire le città.
Ma al conto dei danni immediati vanno aggiunti – ricorda Coldiretti – quelli a lungo termine considerato che per far rinascere tutto l’ecosistema forestale e tutte le attività umane tradizionali, dalla raccolta della legna a quella dei tartufi e dei piccoli frutti, dai ricerca dei funghi all’ecoturismo, saranno necessari circa quindici anni.
Una situazione angosciante che l’Italia è costretta ad affrontare – evidenzia la Coldiretti – perché se da una parte 6 roghi su 10 sono di origine dolosa, con i piromani in azione, dall’altra per effetto della chiusura delle aziende agricole, la maggioranza dei boschi nazionali si trova senza sorveglianza per l’assenza di un agricoltore che possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di un terzo della superficie, per un totale di 11,4 milioni di ettari, è coperta da boschi con quasi 1 su 3 (32%) che in Italia fa parte di aree protette.
Per difendere il bosco italiano – continua la Coldiretti – occorre dunque creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali.
Peraltro i roghi che devastano le foreste hanno anche l’effetto – conclude Coldiretti – di aumentare il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è la prima in Europa ma importa dall’estero più dell’80% del legname necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, per un importo di 3,4 miliardi nel 2020 ed un incremento del 27% nei primi quattro mesi del 2021.