SpaceX ha lanciato il suo 21° razzo dell’anno oggi, domenica 29 agosto, inviando la capsula Cargo Dragon 2 verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Un razzo Falcon 9 è decollato dal Launch Complex 39A al Kennedy Space Center della NASA alle 9:14 (ora italiana), dando inizio alla 23esima missione di rifornimento alla ISS della compagnia. Dopo il rinvio di 24 ore a causa dell’uragano Ida, che ora si è trasformato in un mostro di categoria 4 mentre si avvicina sempre di più alla Louisiana, le condizioni per il lancio sono migliorate drasticamente nel corso della notte, permettendo al Falcon 9 di partire.
Poco meno di 8 minuti dopo il decollo, il primo stadio del Falcon 9 è tornato a Terra, atterrando su una delle drone ship di SpaceX (le navi che recuperano i booster in discesa e li trasportano in porto per il riutilizzo) nell’Atlantico in un regolare atterraggio.
Cargo Dragon 2 dovrebbe arrivare alla ISS e attraccare al modulo Harmony intorno alle 17 (ora italiana) di domani, lunedì 30 agosto. C’è già un altro veicolo di SpaceX attraccato all’avamposto spaziale: la Crew Dragon “Endeavour” che, lanciata il 23 aprile, ha portato sulla ISS un equipaggio di 4 astronauti. Non è la prima volta che due Dragon sono insieme sulla ISS. Infatti, c’è stata almeno una Dragon attraccata alla stazione spaziale ogni giorno del 2021 finora.
Dragon trasporta oltre 2.200kg di rifornimenti, esperimenti scientifici e hardware, incluso un nuovo braccio robotico che sarà testato all’interno del Bishop Airlock della stazione spaziale. Per esempio, c’è un insieme di semi ingegnerizzati per lo studio degli effetti della gravità sulle piante, Messe-15 NASA, un progetto volto a esaminare la resistenza di alcuni materiali nello spazio, uno speciale braccio robotico sviluppato dalla divisione giapponese per dimostrare l’importanza del lavoro automatizzato in ambienti potenzialmente pericolosi, oltre a una serie di altri materiali utili per gli esperimenti da svolgere a bordo della stazione spaziale. Alcuni test riguarderanno l’impatto del corpo umano nello spazio, in particolare la perdita di “densità ossea” e alcuni disturbi della vista. Ultima parte del carico è rappresentata da specifici materiali, ad esempio cemento e fibra di vetro, che verranno studiati nello spazio per capire come cambia la loro natura in un ambiente duro e più ostile rispetto a quello terrestre.