E’ Chief of Critical Care Services presso lo United Memorial Medical Center di Houston, in Texas, è Professore di Medicina, Chirurgia e Medicina d’Urgenza presso diverse Università Nazionali e Internazionali, e per 500 giorni è stato quasi ininterrottamente a fianco dei suoi pazienti colpiti dal Covid: nell’ospedale in cui lavora il dott. Joseph Varon, su 1.293 pazienti ospedalizzati, si sono registrati 86 morti, con un conseguente tasso di mortalità del 6,7%, la metà della stima media del CDC statunitense, ed un terzo del tasso nazionale e internazionale.
“Abbiamo implementato una serie di metodi di trattamento che hanno un ottimo tasso di successo,” ha spiegato il medico in una recente intervista (video a corredo dell’articolo).
In sostanza, Varon e colleghi hanno applicato un protocollo per il trattamento del COVID chiamato MATH+, fondato sull’utilizzo di: metilprednisolone, acido ascorbico, tiamina, eparina e ulteriori elementi (indicati con il “+”) come ad esempio zinco, melatonina e ivermectina.
“Abbiamo effettivamente dimostrato che la combinazione di MATH+ e ivermectina stava avendo un successo fantastico con i nostri pazienti,
è un agente che esiste da 40 anni è un antiparassitario, ha proprietà antivirali e antinfiammatorie molto potenti, e in realtà ha dimostrato di migliorare l’esito dei pazienti con Covid e la prevenzione della malattia,” ha spiegato il dott. Varon, che ha precisato di avere rilasciato oltre 1600 interviste, dalle quali ben poco è emerso sull’uso e sui benefici dell’ivermectina. “Credo davvero che stiamo avendo che fare con interessi economici“. “Non c’è motivo per cui le persone debbano morire: voglio dire, abbiamo opzioni per i pazienti, ora dobbiamo solo rendere disponibili queste opzioni,” ha proseguito. “Tutti sono interessati alla vaccinazione, ed io non sono in disaccordo, e in nessun momento ho mai avuto intenzione di dire alla gente che l’ivermectina è un sostituto della vaccinazione, quello che dico è che l’ivermectina ti fa guadagnare tempo finché tutti non vengono vaccinati“.
“Uno dei motivi per cui ho permesso ai media di entrare in ospedale e vedere i pazienti, come li abbiamo curati, è perché durante questa pandemia era molto importante dire al pubblico cosa stava succedendo: molte persone non credevano a quello che stava accadendo. Ho pensato che sarebbe stato importante per le persone vedere cosa stava succedendo nel tentativo di ridurre il numero di persone che sarebbero finite in ospedale“.
Varon è un membro della FLCCC Alliance: formata dai principali specialisti in terapia intensiva nel marzo 2020, all’inizio della pandemia di Coronavirus, la ‘Front Line COVID-19 Critical Care Alliance’ è ora un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata allo sviluppo di protocolli di trattamento altamente efficaci per prevenire la trasmissione di COVID-19 e per migliorare i risultati per i pazienti.
“Consideriamo l’ivermectina un farmaco fondamentale nella prevenzione e nel trattamento di COVID-19,” si spiega sul sito della FLCCC Alliance. “Un documento recente, Meta-analisi di studi randomizzati di ivermectina per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2 è stato accettato per la pubblicazione il 6 luglio 2021 dalla Oxford University Press per conto della Infectious Diseases Society of America: questo studio è stato condotto dal Dr. Andrew Hill e dal team che ha studiato l’efficacia dell’ivermectina per il trattamento del COVID-19 per conto dell’OMS. I dati sono straordinariamente positivi e sono stati discussi in dettaglio dal Dr. Pierre Kory sulla FLCCC del 7 luglio 2021“.
Un altro documento recente, spiega la FLCCC Alliance, “Ivermectina per la prevenzione e il trattamento dell’infezione da COVID-19: una revisione sistematica, una meta-analisi e un’analisi sequenziale trial per informare le linee guida cliniche” è stato pubblicato online il 17 giugno 2021 dall’American Journal of Therapeutics. Nell’analisi si conclude: “Prove di moderata certezza rilevano che grandi riduzioni nelle morti per COVID-19 sono possibili usando l’ivermectina. L’uso dell’ivermectina all’inizio del decorso clinico può ridurre il numero di pazienti che progredisce verso una malattia grave. L’apparente sicurezza e il basso costo suggeriscono che è probabile che l’ivermectina abbia un impatto significativo sulla pandemia di SARS-CoV-2 a livello globale“.
“L’ivermectina è un noto farmaco antiparassitario approvato dalla FDA statunitense, utilizzato con successo per più di quattro decenni per trattare malattie parassitarie,” ricorda la FLCCC Alliance. “La nostra scoperta di una base di prove mediche pubblicate in rapida crescita, che dimostra la capacità unica e altamente potente dell’ivermectina di inibire la replicazione di SARS-CoV-2 e di sopprimere l’infiammazione, ha spinto il nostro team a utilizzare l’ivermectina per la prevenzione e il trattamento in tutte le fasi del COVID-19“.
Per approfondire:
L’ivermectina riduce il rischio di contrarre il COVID-19 del 90% e la mortalità dal 68% al 91%: lo studio che lo dimostra
Covid, l’ivermectina funziona e adesso i funzionari OMS rischiano la pena di morte in India
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