Centinaia di pesci morti sono stati segnalati oggi sulla costa di Focene, sul litorale di Fiumicino: tanti esemplari anche nella darsena portuale e nel porto canale di Fiumicino.
Dopo la moria segnalata ieri a circa due miglia dalla costa sia a nord che a ridosso delle piattaforme petrolifere, stanotte il mare mosso ne ha determinato lo spiaggiamento.
Il fenomeno, avvenuto anche in passato, sarebbe causato dai forti temporali verificatisi nei giorni scorsi nell’area romana che hanno colpito l’asta del Tevere o dei canali, favorendo l’immissione nel fiume di prodotti da terreni agricoli che possono avere messo in difficoltà i pesci d’acqua dolce.
La Capitaneria di porto di Roma si è subito attivata per verificare la moria e consegnare carcasse di pesci al Servizio veterinario della Asl per accertare le cause del decesso.
Gli attivisti del WWF Roma e Area Metropolitana anche con il proprio Nucleo di Guardie Giurate si sono recati sulle banchine del Tevere nel centro di Roma per riscontrare l’entità della moria dei pesci segnalata da diversi cittadini.
“Ci risiamo – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – non è infrequente infatti che con le piogge di fine estate si registri la moria di pesci lungo il Tevere, certamente favorita dalle tante sostanze chimiche utilizzate nelle nostre campagne e che con i temporali vengono portate a valle concentrandosi nei nostri fiumi. Stiamo avvelenando il nostro territorio, il cibo che portiamo sulle nostre tavole ed avveleniamo i nostri fiumi, come dimostrano le evidenze delle ultime ore”.
All’inquinamento generato da sostanze autorizzate può sommarsi quello legato alla eventuale presenza di sostanze non autorizzate, come insegnano pregresse esperienze.
“Le risultanze dalle analisi chimiche condotte sulle acque sul Tevere da parte dell’ARPA Lazio nel recente passato – aggiunge Carlo Aprile Vice Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana e Coordinatore del Nucleo di Roma della Guardie Giurate WWF – hanno evidenziato la presenza di fitofarmaci ormai vietati dalla legge, in considerazione dei gravi rischi alla salute che possono generarsi a danno delle persone e dell’ambiente. Il WWF chiede dunque con urgenza maggiori controlli e verifiche approfondite da parte delle autorità preposte”.