Una scossa di terremoto è stata avvertita alle 07:30 dalla popolazione in Calabria.
Numerose le segnalazioni dal Cosentino, dalla provincia di Vibo Valentia, Reggio Calabria e persino dal Messinese.
Secondo la Sala Sismica INGV-Roma si è trattato di un evento magnitudo ML 4.4 avvenuto nel Tirreno Meridionale, ad una profondità di 200 km.
Il sisma è stato localizzato a:
- 58 km da Lamezia Terme
- 63 km da Cosenza
- 83 km da Catanzaro
- 88 km da Messina
- 98 km da Reggio di Calabria
Non si segnalano danni a persone o cose.
Il traffico ferroviario è stato sospeso in via precauzionale, e poi ripristinato, sulla linea Paola-Reggio Calabria, per verifiche tecniche in particolare tra Longobardi e Amantea e tra Pizzo e Zambrone.
L’origine dei terremoti nel Tirreno Meridionale
I terremoti nel Tirreno Meridionale sono “legati a un processo di subduzione, lo slab, lo sprofondamento della litosfera oceanica ionica che avviene al di sotto dell’arco calabro con sprofondamento nel Tirreno, un processo che ha generato l’apertura del bacino tirrenico, che non esisteva fino a pochi milioni di anni fa. Il pezzo della litosfera che sprofonda è attivo e genera frequenti terremoti profondi al largo della Calabria e della Sicilia orientale,” ha spiegato di recente ai microfoni di MeteoWeb Alessandro Amato, sismologo e Responsabile del Centro Allerta Tsunami INGV.
In genere sono eventi “superficiali verso la Calabria e andando verso il Tirreno diventano più profondi, seguendo la forma che ha la litosfera in subduzione“. Spesso vengono generati terremoti scarsamente avvertiti dalla popolazione, “ma che comunque non sono strani per la zona: avvengono proprio dove devono avvenire, diventano più superficiali man mano che si avvicinano alla costa“.
A livello storico, andando indietro fino al 1985, “si sono verificati diversi terremoti con magnitudo maggiore di 5, in particolare un paio M 5.8: uno è avvenuto durante la sequenza sismica di Amatrice, il 28 ottobre 2016, a nord della Sicilia, con ipocentro a 481 km, quindi nella parte dello slab più profonda. Poi un sisma M 5.8 è avvenuto il 26 ottobre 2006, più vicino alla Calabria“. Tornando ancora più indietro, guardando al catalogo antico dei terremoti dal 1900 in poi, “si sono verificate una ventina di scosse con magnitudo superiore a 5, tra cui un evento M 5.6 nel 1978“.
E’ quindi “una zona molto attiva con la caratteristica subduzione ionica sotto il Tirreno“, ma, precisa l’esperto INGV, “questi terremoti non devono sorprendere, non fanno danni salvo siano molto forti, ma anche in questo caso, essendo profondi, l’energia si attenua. Proprio a causa della profondità si propagano maggiormente e si possono avvertire anche nel resto d’Italia, cioè hanno un ampio raggio di risentimento, ma comunque non sono tsunamigenici, non danno luogo a maremoti“. Proprio l’importante profondità di questi eventi è tipica e unica del Tirreno meridionale: eventi profondi “si registrano anche sotto l’Appennino settentrionale, ma si va su 80-90 km, così come nell’arco ellenico, ma non si arriva a profondità di questo tipo“.