Con l’arrivo a Plymouth del 26 settembre 1580, Sir Francis Drake aveva portato a termine la prima circumnavigazione del globo sotto la bandiera britannica e per volere di Elisabetta I.
Era salpato con 5 piccole navi e 166 uomini di equipaggio il 13 dicembre del 1577 e la sua spedizione l’avrebbe condotto oltre lo Stretto di Magellano, in acque che allora erano dominate dagli spagnoli e sconosciute agli inglesi, riportando tali scoperte e ricchezze che diedero il via allo sviluppo economico e commerciale britannico.
La missione segreta di Francis Drake
A Francis Drake vengono attribuite molteplici vittorie sul piano militare di grande valore strategico, ma forse la sua impresa più notevole fu quella di carattere esplorativo.
Dopo le prime scorrerie nelle Indie Occidentali, Drake era rientrato in patria con un immenso bottino tanto che la regina gli affidò il compito di portare a termine una missione segreta, un viaggio straordinario che lo avrebbe portato a circumnavigare il globo e raggiungere le ricchezze del Nuovo Mondo oltrepassando in sicurezza le rotte spagnole.
Per compiere la missione Drake partì con la nave ammiraglia Pelican e altre 4 navi di modeste dimensioni con un equipaggio di soli 166 uomini e l’obiettivo tenuto all’oscuro dei suoi stessi marinai e noto solo agli investitori.
Sebbene Drake avesse maturato una buona reputazione, rimaneva agli occhi degli spagnoli un vero e proprio pirata, poiché l’iniziativa della missione nata dalla regina inglese venne debitamente tenuta nascosta, altrimenti le azioni di Drake avrebbero assunto le parvenze di una vera e propria dichiarazione di guerra all’impero ispanico.
Il viaggio di Drake
Partito da Plymouth, Drake fece subito rotta per Capo Verde e avere l’occasione di sfruttare i venti che gli avrebbero consentito di attraversare l’Oceano Atlantico.
La fortuna arrise subito al pirata poiché proprio in questa prima parte del viaggio entrò in possesso di quello che si rivelò essere il tesoro più redditizio di tutta l’impresa.
La piccola flottiglia intercettò una nave portoghese che prontamente distrusse e saccheggiò impadronendosi delle carte nautiche lusitane, le medesime con le quali circa 70 anni prima Magellano aveva circumnavigato il globo.
Il viaggio non fu, tuttavia, esente da problematiche poiché a causa di una tempesta furono perse due navi e il resto della flotta dovette riparare nella baia di San Julian, collocata sulle coste dell’attuale Argentina, rimanendo sul luogo per tutto l’inverno e ripartendo solamente la primavera successiva alla volta dello Stretto di Magellano.
L’attraversamento non fu affatto semplice e richiese circa 3 settimane nell’agosto del 1578.
Neppure entrando nel Pacifico Drake ebbe vita semplice poiché dovette affrontare una tempesta che si protrasse per 50 giorni mettendo in serio dubbio la riuscita della spedizione e portando all’inevitabile naufragio di altre due navi.
La tempesta e gli indomabili venti portarono a un cambiamento rispetto la rotta prestabilita, facendo dirigere le navi superstiti verso sud-est; grazie a questa fortuita deviazione Drake scoprì un nuovo passaggio tra Atlantico e Pacifico, quello che più tardi sarebbe stato conosciuto come Capo Horn.
Se fino a quel momento non si credeva possibile un ulteriore passaggio oltre a quello scoperto da Magellano, la scoperta di Drake consentì agli inglesi di raggiungere il Pacifico senza dover affrontare obbligatoriamente il canale sotto il controllo degli spagnoli.
Giunti finalmente sul Pacifico Drake si diede all’altro compito fondamentale della spedizione: il saccheggio delle città spagnole. Queste ultime furono prese completamente alla sprovvista, senza navi militari capaci di fronteggiare una simile minaccia, poiché era ritenuto quasi impossibile che potenze straniere potessero giungere sulla costa Ovest del continente senza essere individuate e fermate da una decisa resistenza da parte delle flotte poste a guardia sull’Atlantico.
Le cronache del tempo, tuttavia, riportano che Drake fu clemente con i conquistati e che non sottoponeva i vinti a trattamenti spregevoli, ma anzi dopo la collaborazione fornita questi venivano addirittura liberati. In tal modo inutili spargimenti di sangue vennero ridotti al minimo e i bottini recuperati massimizzandone i guadagni.
Al termine dei saccheggi la flotta di Drake abbandonò il Sud America, dirigendosi a nord per completare un altro punto della sua missione, quello di rintracciare il famoso passaggio a Nord-Ovest a nord del continente americano.
Uno sbocco che collegasse Atlantico e Pacifico a nord però non fu trovato, perché i forti venti costrinsero l’esploratore a rientrare sempre sulla costa occidentale del continente.
La conquista del Passaggio a Nord-Ovest di Roald Amundsen
Sul litorale californiano Drake strinse rapporti con la tribù di nativi americani dei Miwok, riuscendo a stabilire anche una forma di scambio commerciale, in qualità di primi europei presenti sulla costa occidentale nordamericana, e a far riposare e rifocillare la sua ciurma in quella che ancora oggi è chiamata la baia di Drake.
Approvvigionato di tutto quello che era necessario per il rientro Drake riprese la via del ritorno e dopo oltre due mesi in mare aperto approdò nelle isole Mollucche, collocate nell’attuale Indonesia.
Qui il sovrano locale chiese aiuto al pirata per liberarsi dal dominio portoghese, ma il navigatore non si fece coinvolgere limitandosi a un proclama di solidarietà nei confronti degli autoctoni.
Diede, tuttavia, uno scacco non indifferente ai portoghesi poiché riuscì a caricare sui velieri ben 6 tonnellate di chiodi di garofano, una quantità tale da togliere in un unico viaggio il monopolio del commercio della spezia ai lusitani.
Il rientro della spedizione dalla circumnavigazione del globo
La spedizione fece numerose soste nel suo viaggio verso la punta dell’Africa, doppiando infine il Capo di Buona Speranza. Nell’autunno del 1580, precisamente il 26 settembre 1580, dopo 3 anni di viaggio ed essere stato il primo inglese ad aver circumnavigato il globo, Francis Drake rientrò nel porto di Plymouth con la sua ammiraglia, che venne rinominata Golden Hind, Cerva Dorata, in onore di uno dei finanziatori (Sir Christopher Hatton di cui la cerva era lo stemma araldico), ma con soli 59 membri dell’equipaggio.
Il bottino era di gran lunga più sostanzioso di qualunque aspettativa e la metà dello stesso, come da accordi, entrò nelle mani della corona. Per comprendere il valore di questa sola metà basta pensare al fatto che superò e anche di molto tutte le altre entrate nelle casse statali di tutto l’anno.
La metà rimanente divisa tra i finanziatori e l’equipaggio bastò a rendere tutti ricchi e nonostante gli spagnoli chiesero che Drake fosse processato per pirateria, Elisabetta I lo nominò Cavaliere del regno e onorò la Golden Hind con una personale visita alla nave il 4 aprile del 1581.
Secondo gli studiosi le conseguenze del viaggio e delle scoperte di Drake nonché il carico di ricchezze che ne riportò in patria, furono tali da essere considerate la base di quello sviluppo commerciale e militare che avrebbe portato allo sviluppo dell’Impero Coloniale Inglese che ancora oggi si riverbera nella potenza finanziaria della City.