Giornata Mondiale del Cuore: “le miocarditi da vaccino Covid sono rarissime, molto peggio quelle causate dal virus”

I medici della Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica del S. Orsola in occasione della Giornata Mondiale del Cuore: "dobbiamo proteggere i nostri bambini, con il vaccino. Le mamme incinta, cardiopatiche? Devono vaccinarsi."
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Il messaggio è uscito forte e chiaro: Vaccino sì. Terza dose, assolutamente sì. Miocarditi da vaccino Covid? Sono rarissime, molto peggio quelle causate dal Virus. Vaccinarsi è fondamentale. Oggi a San Lazzaro presso il Circolo Arci in occasione dell’incontro sul tema “Vaccini e Cardiopatie” organizzato per la Giornata Mondiale del Cuore dall’associazione Piccoli Grandi Cuori, cardiologi, cardiochirurghi, anestesisti rianimatori e infettivologi dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola Bologna si sono riuniti per parlare di questo importante tema e sensibilizzare rispetto all’importanza della vaccinazione. “Ricevo tante email da genitori di bambini cardiopatici, o da pazienti cardiopatici direttamente: mi chiedono se il vaccino possa causare miocarditi o pericarditi – spiega il dott. Luca Ragni cardiologo pediatrico presso le Unità Operative di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica e dell’Età evolutiva dell’IRCCS. A tutti rispondo allo stesso modo: vaccinatevi senza alcuna paura. Le miocarditi da vaccino sono rarissime e vanno incontro ad una guarigione spontanea: è molto peggio contrarre la malattia ed avere a seguito un interessamento cardiaco”. Un bambino cardiopatico ha la stessa probabilità di prendere l’infezione di un bambino non cardiopatico? “Assolutamente sì, – risponde il dott. Ragni – il sistema immunitario funziona allo stesso modo. I bambini cardiopatici si possono contagiare come quelli non cardiopatici, il problema è che se il cardiopatico a seguito del contagio dovesse avere esiti importanti come la broncopolmonite interstiziale, quel cuore non riuscirebbe a far fronte alla malattia come un cuore “normale”. E quindi la guarigione sarebbe molto più complessa“. Una donna incinta cardiopatica deve vaccinarsi? “Assolutamente sì” prosegue Ragni. Paura della trombosi? “Molti pazienti cardiopatici fanno terapie anticoagulaneti croniche e non ci sono mai stati problemi col vaccino”.
I vaccini rappresentano l’intervento sanitario più importante nella storia dell’umanità dopo la potabilizzazione dell’acqua” sottolinea il dott. Luciano Attard, dirigente medico Malattie Infettive del Policlinico. Ai primi del ‘900 il 43% dei bambini nel mondo non raggiungeva il quinto anno di età; nel 2015 è sceso al 4,3 %. I vaccini si sono evoluti nel tempo, sono purificati, hanno livelli antigienici mirati e specifici, hanno una straordinaria sicurezza ed efficacia. Oggi abbiamo un virus 110 volte più trasmissibile di quello che è arrivato inizialmente in Italia: oggi non esiste una distanza che sia di sicurezza, perché il virus viaggia nell’aria. In agosto, in Italia, il 94% dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva era non vaccinato: ci è costato venti milioni di euro”. L’importanza della vaccinazione è stata sottolineata anche dalla dott.ssa Daniela Di Luca, cardioanestesista del S.Orsola che ha diretto il padiglione 25 Covid durante la pandemia: “il 94 per cento dei pazienti ricoverati oggi nelle terapie intensive non ha fatto il vaccino. Se continuano ad aumentare dovremo riaprire una terapia intensiva levando risorse al ‘percorso pulito'”. “Ringrazio l’associazione – ha concluso la De Luca – per questa importante donazione, uno strumento fondamentale per posizionare il tubo orotracheale, per proteggere le vie aeree del paziente sia in fase di rianimazione sia durante gli interventi chirurgici”.

Lo studio interno

Nel corso di questi mesi di emergenza sanitaria il dott. Ragni insieme alla dott.ssa Emanuela Angeli, cardiochiururgo pediatrico presso le Unità Operative di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica e dell’Età evolutiva, hanno ricevuto centinaia e centinaia di email dai propri pazienti direttamente o dalle famiglie. “L’idea che ci fossero specialisti a dare risposta, anche sul tema del vaccino – spiega la presidente Piccoli Grandi Cuori Paola Montanari ci è venuta proprio per fornire un servizio in più. Per le famiglie è stato molto rassicurante sapere di poter chiamare in qualsiasi momento in Reparto e prendere contatto con il medico di riferimento”. “Poter parlare direttamente con i nostri pazienti – aggiunge la dott.ssa Angeli – ci ha dato l’opportunità di conoscerli meglio: il fatto di avere risposte e informazioni da professionisti che conoscono e di cui si fidano ha fatto sì che nessuno dicesse di no al vaccino. Grazie all’analisi di queste domande e ai dati raccolti stiamo cercando di capire quale sia l’incidenza del Covid sui bambini post operati e anche su come si siano contagiati. Dal nostro studio interno è emerso che su un campione di 1.000 pazienti cardiopatici operati e di età eterogenea, l’8,6% ha avuto il Covid. Se ci soffermiamo sui ragazzi e bambini al di sotto dei 18 anni, il 5% ha contratto il Covid. Avere dubbi sul vaccino è lecito, ma in questo momento è l’unica arma che abbiamo. Soprattutto se parliamo di bambini sotto i 12 anni, che non hanno gli strumenti per “difendersi”, l’unico scudo di protezione siamo noi adulti. Credo che ogni perplessità debba decadere nel momento in cui sappiamo che vaccinarsi significa proteggere i nostri figli e quelli degli altri”. “Si è parlato anche di “cocoon” strategy durante l’incontro, della necessità quindi di creare una protezione intorno al soggetto che non può essere vaccinato, come il paziente immunodepresso. “I genitori dei nostri pazienti cardiopatici – conclude la dott.ssa Angeli – hanno pagato un prezzo altissimo per il Covid. Speriamo che la vaccinazione ci permetta di superare in qualche modo anche questo limite”.

Il dott. Federico Semeraro presidente dell’European Resuscitation Council è tornato sul tema “Cuore e defibrillazione”: “mentre si parla solo di Covid, le altre patologie continuano a mietere vittime. Oggi sono morte 165 persone per arresto cardiaco in Italia, 50 per Covid. Credo alla vaccinazione obbligatoria; non ci sono studi che dimostrino che gli infarti e gli arresti cardiaci siano legati alla somministrazione dovuta al vaccino“. All’incontro di oggi hanno portato il loro saluto anche la dott.ssa dott.ssa Alessandra De Palma Direttore della struttura complessa di Medicina Legale e Gestione Integrata del Rischio del S.Orsola, e Francesca Maletti vice presidente della Commissione IV Politiche per la salute e politiche sociali Regione Emilia-Romagna: “grazie a tutte le persone che hanno saputo dare risposte rispetto alla Sanità, persone capaci dal punto di vista professionale ma capaci anche di metterci quel qualcosa in più, come fa l’associazione Piccoli Grandi Cuori: per una famiglia che ha ricevuto una diagnosi avere il riconoscimento dei propri diritti non è così scontato”.

Piccoli Grandi Cuori da 24 anni si occupa dei cardiopatici congeniti che ogni anno vengono curati presso le Unità Operative di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica del Policlinico di Sant’Orsola a Bologna: il lungo viaggio di queste unità operative, 40 anni di questo incredibile punto di riferimento ed eccellenza sanitaria a livello regionale, nazionale ed internazionale, sono stati riassunti e raccontati dalle parole del prof. Gaetano Gargiulo, direttore della Cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva: “E’ importante il viaggio che si fa, non la destinazione, e durante questo viaggio abbiamo fatto tantissime cose”.In occasione della giornata l’associazione ha donato un laringoscopio pediatrico del valore di 15.717 mila euro, acquistato per i Padiglioni 23 e 25 del Policlinico di Sant’Orsola, che sarà utilizzato sia nel Reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica, sia presso il Reparto Covid per i pazienti che necessitano di essere intubati. Per tutta la giornata, presso il Circolo, si sono tenute dimostrazioni di rianimazione cardiopolmonare e informazioni su defibrillazione precoce con le associazioni del territorio, sulla scia del progetto “Bologna città Cardioprotetta”: 118 Bologna Soccorso, pubblica Assistenza e CRI Bologna.

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