Il Prof. no Green Pass: “lezione all’aperto per i non vaccinati, lo scopo è riportare il dibattito sul Covid nell’alveo della democrazia”

Il Prof. universitario oggi ha tenuto la lezione all'aperto per i non vaccinati: “abbiamo fatto questa scelta tutti insieme – professori e studenti anti Green Pass di Roma – per portare avanti la nostra battaglia in nome della libertà"
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Paolo Gibilisco è docente di matematica all’Università di Tor Vergata a Roma, tra i firmatari dell’appello pubblico contro il Green Pass. Per dare la possibilità anche ai non vaccinati di seguire il suo corso, oggi ha deciso di tenere la lezione all’aperto, all’esterno dell’ateneo. Gibilisco ha definito la lezione “la più bella della mia vita” e senza dubbio, nemmeno i suoi studenti riusciranno a dimenticarla.

Abbiamo fatto questa scelta tutti insieme – professori e studenti anti Green Pass di Roma – per portare avanti la nostra battaglia in nome della libertà. E non solo per salvare l’onore dell’Università ma, soprattutto, per tutelare tanti nostri concittadini. Incontro tutti i giorni persone impaurite che hanno timore di esporsi e di esprimere liberamente il proprio pensiero. Lo scopo di questa iniziativa è quello di ridare fiducia a chi ha paura di andare controcorrente e riportare il dibattito sul Covid-19 nell’alveo della democrazia”, ha dichiarato Gibilisco sul sito ufficiale di Nicola Porro.

Condivido questa battaglia di libertà con colleghi e studenti che politicamente la pensano anche molto diversamente da me. In un Paese dove si evoca polizia a cavallo e Bava Beccaris, riteniamo che non ci debbano essere distinzioni di sorta, dobbiamo essere tutti uniti a maggior ragione alla luce del fatto che la politica tutta è appiattita su un un’unica posizione e non tutela chi la pensa diversamente”, ha aggiunto il Prof. Gibilisco.

Sulle motivazioni che hanno spinto alcuni professori a prendere questa decisione che potrebbe mettere a rischio le loro carriere e le loro reputazioni, Gibilisco ha detto: “chi potrebbe farlo se non noi? Sappiamo come gira il mondo e non temiamo particolarmente né l’aspetto professionale né eventuali delegittimazioni. Ciò che ci preme di più è far sapere a chi ci sta intorno che noi non ci siamo piegati. Che noi non siamo servitori del governo e che l’università non è tutta schierata col potere. Tutt’altro. Ci piacerebbe vivere in un Paese dove il dibattito scientifico sia veramente libero, dato che la scienza si nutre del dubbio, esattamente come la democrazia si nutre di opinioni differenti. Sul nostro onore non possiamo proprio transigere così come non lo fecero quei 12 professori coraggiosi che furono gli unici a non giurare fedeltà al Fascismo. La situazione è sicuramente meno grave di allora, certo, ma indubbiamente non deve essere sottovalutata”.

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