Tra le particolari e affascinanti linee di Nazca, venne ritrovata una mummia con una particolare conformazione strutturale, tanto da far affermare ad alcuni ufologi che si trattasse della prova dell’esistenza degli alieni. Nella scoperta “sensazionale” è coinvolto il giornalista e ufologo Messicano Jaime Maussan, che tentò di far passare una mummia egizia per alieno di Roswell e una scimmia scoiattolo per una creatura misteriosa ritrovata a Metepec. L’investigatore ufologo italiano Angelo Maggioni, fondatore e presidente di A.R.I.A (associazione ricerca italiana aliena) fu uno tra i primi a svelare al pubblico italiano la grande bufala che coinvolge le mummie di Nazca, aveva mostrato un documento della procura peruviana che intentò una causa contro alcuni personaggi coinvolti e accusati di furto, il processo venne archiviato per mancanza dell’individuazione della zona dove le mummie venivano trafugate.
In una nota trasmissione Francese (60 minuti) veniva messa in onda una intervista ad un “tombarolo” che spiegava come venivano trafugate, manipolate e sostituite le ossa delle mummie ricavandone forme particolari come quelle poi spacciate per mummie aliene. Tra queste la più famosa è quella tutta bianca con tre dita per mano dal nome di Maria (Maria e Wawita). L’investigatore ufologo si disse scioccato nell’apprendere che la bufala delle mummie prevedeva una vera e propria profanazione delle tombe di mummie preispaniche con la conseguenza della profanazione del loro corpo, sostituendo alcune parti umane con quelle animali per rendere irriconoscibili e farle sembrare appunto aliene. Si nota che tale lavoro frutta al mercato nero un qualcosa come 100 mila dollari a mummia. Una lunga indagine che lo stesso ufologo italiano espose in una diretta live con tanto di documentazione originale della procura peruviana. Ma ora arriva una svolta che potrebbe porre fine a tutto questo scempio e forse anche a future incriminazioni a tutte le persone coinvolte nell’affaire delle mummie di Nazca.
Il ministero della cultura Peruviana infatti già dalla fine del 2019 ha emesso un provvedimento/risoluzione: chiunque tocchi, trattenga, trasporti o alteri i resti, commetterà reati contro il patrimonio. “Era ora“, esclama Maggioni in una nota. Questo, dunque, potrebbe porre fine alla farsa messa in atto da qualche anno e che ha visto coinvolto appunto il patrimonio culturale storico del Perù. L’investigatore ufologo Maggioni, inoltre è sicuro che il ministero abbia intenzioni serie, stavolta, e che potrebbe arrivare la prima incriminazione che potrebbe aprire le porte ad un processo verso tutti i responsabili diretti e indiretti.
Una delle cose assurde, prosegue l’ufologo, è leggere in un post pubblico su Facebook da parte di un italiano in Perù che si prodiga per la disinformazione (sostenendo la veridicità della provenienza aliena) dove lamenta l’intrusione, a suo dire ingiustificata, da parte dello stato peruviano. “Ci mancherebbe pure che uno stato non possa proteggere i suoi reperti storici”, chiosa Maggioni. Insomma si prospettano tempi duri e difficili per i divulgatori delle false mummie di Nazca e ci si augura che presto vi siano azioni severe e legali contro questi personaggi.
L’ufologo avverte: “Noi di A.R.I.A. vigileremo e continueremo nell’opera del ripristino della verità sui molti casi ufologici spacciati per veri ma ampiamente dimostrati falsi! Un ringraziamento va anche al collaboratore messicano Leopoldo Zambrano Enriquez che ha fornito la documentazione utile alle indagini e alla verità sul caso più discusso nel mondo ufologico. Per chi volesse contattare l’associazione può farlo scrivendo alla mail inforicercaaliena@gmail.com“.