E’ stata presentata oggi la prima missione suborbitale scientifica italiana che vedrà a bordo dello spazioplano Spaceship-2 della società Virgin Galactic un equipaggio misto dell’Aeronautica Militare e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
A sessant’anni dal primo volo suborbitale svolto dalla capsula Mercury, l’iniziativa AM-CNR rappresenta la prima missione di questo tipo in ambito europeo, oltre che la prima volta che Virgin Galactic fa volare esperimenti accompagnati da un equipaggio ad essi dedicato.
La missione si svolgerà a fine settembre presso lo Spaceport America, il primo spazioporto operativo per finalità commerciali del mondo, situato in New Mexico (USA).
Sono stati presentati il nome (Virtute-1, acronimo di Volo Italiano per la riceRca e la Tecnologia sUborbiTalE ma che riprende anche il motto dell’Aeronautica “Virtute siderume tenus“) e il logo della missione, nonché illustrati gli obiettivi della stessa, con particolare attenzione agli importanti benefici e alle sinergie dal punto di vista scientifico, operativo ed addestrativo, nell’ambito di una consolidata collaborazione tra Aeronautica Militare e CNR avviata con la firma di un accordo quadro nel 2019 e recentemente rafforzata nel settore del Commercial Spaceflight.
Presente l’equipaggio che prenderà parte alla missione, che ha illustrato nel dettaglio la serie di esperimenti scientifici che verranno condotti in microgravità durante il volo, insieme ad una rappresentanza dei team di sperimentatori coinvolti direttamente nelle attività.
I primi tre italiani, e i primi europei, che si preparano ad affrontare un volo suborbitale a bordo dello spazioplano Spaceship-2 della Virgin Galactic sono il colonnello Walter Villadei, il tenente colonnello Angelo Landolfi, entrambi dell’Aeronautica Militare, e l’ingegner Pantaleone Carlucci, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Tutti e tre a bordo condurranno esperimenti scientifici, che saranno 12 di cui 4 medici e 8 tecnologici. L’equipaggio misto AM-CNR valuterà e misurerà gli effetti biologici della fase di transizione in microgravità sul corpo umano. Altri esperimenti condotti a bordo mirano a studiare gli effetti della microgravità su un’ampia varietà di proprietà fisiche e chimiche dei materiali (fenomeni di combustione o comportamento dei fluidi), caratterizzanti l’ambiente di volo (ad esempio dal punto di vista delle radiazioni a bordo). Dai risultati degli esperimenti sarà possibile ricavare preziose informazioni per la futura applicazione in una vasta gamma di ambiti, da quello addestrativo ed operativo fino ai possibili impieghi innovativi in ambito industriale.
La missione durerà in totale circa un’ora e 40 di volo e sarà la prima volta che la navetta di Virgin Galactic verrà operata in questo modo, con esperimenti scientifici a bordo. L’equipaggio italiano sarà totalmente autonomo nella gestione degli esperimenti anche se si coordinerà con l’equipaggio di Virgin galactic che si occuperà della condotta della navetta.
L’equipaggio sarà così composto:
- Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica Militare, ingegnere e cosmonauta, con il ruolo di comandante dell’equipaggio italiano e coordinatore, monitorerà gli apparati per le sperimentazioni durante la fase di volo in microgravità. Indosserà una innovativa tuta intelligente (Smart Suit), nella quale sono coniugate moda e tecnologia italiane, che misurerà i parametri biometrici fornendo dati sulle reazioni fisiologiche durante il volo.
- Angelo Landolfi, Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare, medico aerospaziale, che effettuerà dei test sulle prestazioni cognitive in microgravità. Inoltre, dalla sua postazione opererà degli apparati per investigare l’interazione tra alcune sostanze liquide e solide in ambiente microgravitazionale.
- Pantaleone Carlucci, Ingegnere Energetico e Tecnico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, gestirà alcuni esperimenti ed indosserà dei sensori che misureranno costantemente il suo battito cardiaco, le funzioni cerebrali e altri fattori corporei durante il volo in microgravità.
- Beth Moses, Chief Astronaut Instructor di Virgin Galactic, con la funzione di Cabin Lead per monitorare le procedure di sicurezza a bordo. Non interagirà con gli esperimenti italiani ma contribuirà a coordinare gli aspetti relativi alle tempistiche e alla gestione del volo.
I piloti della missione saranno Michael Masucci e CJ Sturckow, a bordo dello spazioplano VSS Unity e Kelly Latimer e Nicola Pecile, per la piattaforma di lancio (“mothership”) VMS Eve.
Villadei comandante di ‘Virtute 1’: “un onore e privilegio”
“E’ un onore e un privilegio far parte di questo equipaggio insieme al tenente colonnello medico e sperimentatore di volo aerospazionale, Angelo Landolfi, e all’ingegnere Pantaleone Carlucci del Cnr“. Lo ha detto Walter Villadei, colonnello ingegnere spaziale e cosmonauta dell’Aeronautica militare e comandante della prima missione suborbitale ‘Virtute 1’ di Aeronautica Militare-CNR con Virgin Galactic. “In questi due anni abbiamo collaborato e più che equipaggio siamo diventati amici: un’occasione di conoscenza con un gruppo di ricercatori che ci ha consentito come Forza Armata di creare questo primo programma di ricerca suborbitale – ha continuato – Sarò comandante di questa missione ed è un grande onore”. “Per la medicina aeronautica il volo suborbitale è una novità e questa occasione è propizia per realizzare una serie di esperimenti volti a studiare gli effetti sul corpo umano”, ha spiegato il tenente colonnello medico Landolfi. “Io sono la punta dell’iceberg delle attività del Cnr – ha spiegato l’ingegnere Pantaleone Carlucci – Ci sono decine e decine di ricercatori che hanno lavorato e senza di loro sarebbe stato impossibile implementare un volo così importante. Per la prima volta il Cnr partecipa a una missione spaziale con un proprio operatore“. Il Ceo di Virgin Galactic, Michael Colglazier, in un video messaggio ha sottolineato: “Siamo all’alba di una nuova era spaziale. L’Aeronautica Militare è pioniere nella ricerca spaziale e per la prima volta un Paese, l’Italia, potrà portare avanti queste ricerche in questo modo: stiamo esplorando insieme un nuovo territorio”.
Il Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, ha dichiarato: “Quella che presentiamo oggi è un esempio di un doppio binomio: quello tra mondo privato e pubblico, ma anche tra mondo civile e militare. E’ una forma di collaborazione tra istituzioni al servizio del Paese, che fanno squadra per sviluppare una opportunità incredibile sotto molti punti di vista: ricerca tecnologica, sviluppo commerciale, crescita economica, anche in termini di offerta di lavoro per i giovani. Voglio usare la parola “pionieri”, un termine che vale per le imprese del passato, ma che è adatto anche a ciò che stiamo facendo oggi: l’esplorazione di un ambiente nuovo, ricco di opportunità straordinarie.
Penso che l’Aeronautica Militare, pur essendo pragmaticamente calata nella realtà quotidiana, “con i piedi per terra”, non possa non avere un occhio proiettato al futuro, all’innovazione, alle sfide ed alle prospettive offerte dai nuovi ambienti. E’ nostra responsabilità precisa fornire supporto al Paese con le nostre capacità e la nostra preparazione (come dimostrato durante la pandemia o con il recente ponte aereo per trarre in salvo civili dall’Afghanistan), ma anche guardare avanti, all’innovazione ed alla ricerca, tramite l’ampliamento di un dominio nel quale siamo presenti dall’inizio e in cui intendiamo continuare a fare la differenza, offrendo le nostre competenze e la nostra professionalità al fianco delle altre Istituzioni, dell’industria, delle start-up e delle forze più sane del Paese. Tutto ciò senza mai dimenticare la funzione propria dell’Aeronautica Militare, cioè la Difesa Aerea, che nel futuro prossimo arriveremo ad garantire ben oltre le quote a cui operiamo normalmente oggi.”
Uno degli obiettivi, ha aggiunto, è “sfruttare anche a fini commerciali mezzi che volano a quote elevatissime e che potrebbero garantire 1,5 ore per collegamenti che adesso ne richiedono almeno dieci”. Missioni come queste, ha aggiunto, offrono “l’opportunità di sviluppare una risorsa del Paese come è lo spazio aereo” e fa da apripista per comprendere i requisiti tecnologici. Realizzare uno spazioporto in Italia è un progetto che esiste già e che l’Enac ha da tempo annunciato, con l’avvio di una fase sperimentale nel 2023 nel sito di Grottaglie (Taranto).
La Presidente CNR, prof.ssa Maria Chiara Carrozza: “La collaborazione consentirà di condurre, in condizioni di microgravità, esperimenti multidisciplinari che permetteranno di accrescere le conoscenze scientifiche e di caratterizzare meglio i voli suborbitali, nella prospettiva di renderli accessibili a un numero sempre maggiore di persone e di operarne in Italia. L’aerospazio è un settore strategico e il Consiglio Nazionale delle Ricerche prosegue nel fornire supporto al sistema Paese, impegnando i suoi ricercatori in stretta collaborazione con le istituzioni nazionali preposte alla sicurezza nazionale”.